Mattinata ad alta tensione, i lavoratori protestano in presidio permanente davanti a palazzo Zanca

Mattinata ad alta tensione, i lavoratori protestano in presidio permanente davanti a palazzo Zanca

Mattinata ad alta tensione, i lavoratori protestano in presidio permanente davanti a palazzo Zanca

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lunedì 21 Maggio 2012 - 09:34

Ai lavoratori di sei cooperative si aggiungono quelli del servizio di manutenzione delle strade. L'assessore Dario Caroniti tenta di mediare: "colpa dei mancati trasferimenti da parte di Regione e Stato, convocherò un incontro"

Situazione molto movimentata davanti ai cancelli d’ingresso di palazzo Zanca. Le proteste della scorsa settimana sono state solo un antipasto, perché i i lavoratori dei servizi sociali, sono intenzionati a fare ancor più sul serio. Si tratta dei dipendenti di sei cooperative: Nuova Presenza, Azione Sociale, Nuove Solidarietà, Le Gardenie. Progetto Vita, Faro 85, a cui si sono aggiunti gli operai del settore manutenzione strade. Una decisione legata alla mancata risposta, da parte dell’amministrazione, sul pagamento degli stipendi, come spiegano Clara Crocé, Segretario Generale della Fp Cgil e Angela Passari, responsabile del settore. “I lavoratori non percepiscono gli stipendi dal mese di febbraio mentre altri dal mese di gennaio, sono allo stremo e da parte del sindaco non arriva nessun segnale, come se il problema non lo toccasse minimente”.
A parlare stamattina, a nome dell’amministrazione comunale, è stato l’assessore Dario Caroniti, che ha imputato il problema ai mancati trasferimenti da parte della Regione e dello Stato e ha detto che il Comune al momento nulla può, poiché non possiede la liquidità necessaria per pagare gli stipendi. Caroniti convocherà un incontro per tentare di risolvere il problema.
Nel frattempo i dipendenti hanno mantenuto un presidio costante davanti a palazzo Zanca, garantendo solo i servizi essenziali, ma valuteranno insieme alla Cgil la possibilità di sospendere completamente i servizi e attuare uno sciopero generale, per far capire il reale disagio a cui si andrebbe incontro.
E’ già previsto per il 23 maggio a partire dalle ore 17 un sit-in di protesta, stesso giorno in cui il primo cittadino ha convocato le organizzazioni sindacali.
“E’ comodo continuare a garantire i servizi alle fasce più deboli con le tasche e sulla pelle dei lavoratori – continuano Crocè e Passari -. L’atteggiamento assunto dal sindaco a questo punto potrebbe apparire come un accanimento persecutorio nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che rivendicano un pezzo di pane per le loro famiglie. E’ arrivato il momento di cambiare rotta – conclude Crocè – se Buzzanca ha qualche problema, ha il dovere di spiegarlo ai cittadini messinesi”.
E sull’argomento è intervenuto anche Lillo Oceano, il segretario generale della Cgil messinese: “L’amministrazione comunale continua ad avere un atteggiamento sbagliato nei confronti di questi lavoratori. Bisogna trovare i soldi per pagare gli stipendi ed affrontare subito le questioni che riguardano il futuro. Far trascinare le questioni per anni e quando arrivano i problemi scaricare le responsabilità su altri è comportamento infantile ed insopportabile. Chi ha responsabilità istituzionali ha il dovere di tenere comportamenti lineari e individuare soluzioni. Sapendo che per ogni servizio che entra in crisi soffrono sia i lavoratori che gli utenti”.

2 commenti

  1. E’ la citta delle parole al vento,quelle di un Sindacato prigioniero di soci lavoratori,che hanno accettato di versarsi i contributi INPS e INAIL,per non far perdere alle cooperative uno dei requisiti di partecipazione ai bandi di gara; quelle del PARTITO DEMOCRATICO,che dal suo forum non fornisce uno straccio di cifra,soprattutto quelle della spesa corrente prevista nel primo semestre dal PEG 2012,che destina ai SERVIZI SOCIALI la misera cifra di 746.027 euro,mentre al collegio di difesa del Comune 1.350.000 euro;quelle mai pronunciate del POPOLO DELLA LIBERTA’,che da anni non ha più la forza e la voglia di incidere sui bilanci di previsione
    della giunta che tiene in vita,comportamento politico,che come a Palermo pagherà a carissimo prezzo.Chi perde di più in questa oscura vicenda dei SERVIZI SOCIALI sono i messinesi più sfortunati,quelli che dovremmo proteggere di più,quelli per cui volentieri paghiamo oneri,tributi e addizionali.BASTA PAROLE

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  2. Questa è quella realtà che ci hanno garantito ed ereditato coloro che hanno sostenuto con forza la “eliminazione” della i”Istituzione per i servizi sociali”, definendola, impropriamente, un “carrozzone”, volendo ignorare volutamente che quello “vero” era, e lo è tutt’ora, il Comune di Messina” per avere la possibilità di “metterci lo zampino” per tranne lucro e benevolenze politiche ai fini elettorali. Tutto questo il Sindaco Buzzanca, secondo il mio pensiero, non l’ha compreso ed eliminò l’Istituzione accollandosi una responsabilità che, sicuramente, non sarebbe stato incapace di gestire. Altri errori “madornali” mettere in liquidazione sia “L’Atm ” che “Messina ambiente”.Qualcuno, sicuramente, ebbe a dirgli, “prendendolo per i fondelli”, che mettendo in liquidazione si l’Atm , “azienda speciale” che la partecipata, con capitale sociale quasi totalmente (99%) di proprietà comunale “Messina ambiente” i debiti di dette società non avrebbero più inciso nella “contabilità comunale” Niente di più falso e sbagliato dato che i debiti delle predette aziende appartengono al Comune ed è questi a doverli onorare, nei confronti dei creditori, spontaneamente, o costretto, da azioni coattive sotto il profilo legale. E allora tutto è un bluff. Consiglierei al nostro Sindaco di avere il coraggio, ed io so che ne ha da vendere, di ripristinare l’Istituzione per il Servizi sociali, affidandone la gestione, per l’esperienza nel tempo acquisita, ad uno dei Presidenti che., nel passato, si sono succeduti (dr. Aldo di Blasi o Prof. Felice Cascio, escludente il dr. Sauta attuale consigliere comunale, affidando l’incarico di direttore generale al dr, Filippo Ribaudo, già direttore generale dell’Istituzione dal 2000 al 2004) e la revoca delle delibere di messa in liquidazione sia dell’Atm che di Messina ambiente e contestualmente mandando a casa tutti i suoi consulenti in materia di contabilità pubblica. Tutto quello che èp stato scritto non è un sogno se si vuole affrontare con coraggio, dignità e lealtà il disastro che ogni giorno sempre di più attanaglia la nostra comunità cittadina

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