A.A.A. cercasi candidato-sindaco, possibilmente giusto

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Rosaria Brancato

A.A.A. cercasi candidato-sindaco, possibilmente giusto

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domenica 31 Marzo 2013 - 07:54

Le amministrative 2013 passeranno alla storia come le elezioni "del candidato della società civile". I partiti guardano i loro tesserati come "appestati" e cercano disperatamente un qualsiasi soggetto al quale cucire addosso il vestito che vogliono loro. Nel frattempo il centro-sinistra sta facendo una fantastica campagna elettorale per il centro-destra a costo zero. Per il Pdl.

Non si era mai vista una campagna elettorale come questa con i partiti tradizionali alla disperata ricerca di un candidato che non sia “tradizionale”. Se non lo trovano c’è il rischio che il governatore Crocetta rinvii le elezioni a fine agosto così che dietro la Vara ci saranno i leader dei partiti a tirare la corda pur di avere l’illuminazione sul nome giusto. Sia nel centro-destra che nel centro-sinistra l’imperativo è trovare uno che non ha niente a che fare con loro, uno che gli elettori non possano riconoscerlo come “vecchia politica” e ci caschino come allocchi. Tutti, Garofalo, Germanà, D’Alia, Genovese, Picciolo, Crocetta, Lo Monte, sono con la mappa geografica di Messina in mano per cercare “la società civile” e si domandano l’un l’altro “ma non era all’incrocio tra la via Nino Bixio e la via Giordano Bruno?”, no replica Ardizzone “ma che dici è una parallela di Piazza Cairoli” e Pippo Previti che insieme all’inseparabile Nino Principato ha scoperto la prima residenza di Dante a Camaro, insiste che per trovare la società civile occorre utilizzare la tangenziale: “Non dobbiamo più prendere vie traverse”. Negli ultimi giorni, ossessionati dalla data dei comizi elettorali hanno preso l’elenco telefonico per cercare un candidato “vergine” ma di prestigio. Pare che siano ancora alla lettera “C”, senza alcun risultato. Li hanno visti vagare di notte, con barba e baffi finti, nelle zone di ritrovo della città perché il vero candidato ideale della società civile è anche giovane, oppure fa volontariato per recuperare le “nuove generazioni sbandate”. Qualcuno ha persino rischiato l’arresto per pedofilia perché li avvicinava uno per uno chiedendo “Se ti do l’assessorato ai lavori pubblici vieni con noi?”. Un disastro. Non si sa chi poi ha detto loro che i veri rappresentanti della società civile sono i presidenti e i vice presidenti nonché gli ex presidenti (non importa quanto ex indietro nel tempo) degli Ordini professionali. Non importa di quale ordine, purchè abbia un albo, un elenco, ci si arrivi sostenendo un esame e si abbia un certo contegno ed una certa competenza. Hanno setacciato gli albi di tutti gli ordini professionali: commercialisti, avvocati (i più gettonati, sono andati a pescare anche Francesco Marullo di Condojanni che al Comune invece che in bici come Accorinti ci andrebbe in carrozza trainata da 16 cavalli bianchi),ingegneri, giornalisti, architetti. Sembra che i farmacisti, i fiorai, i panificatori, offesi di essere stati ignorati come categoria produttiva abbiano già spedito gli elenchi alle segreterie di partito con richiesta ufficiale di scuse. Io non mi sento più sicura se il mio sindaco è giornalista e lo voto perché sono giornalista o se è avvocato perché così vinciamo tutte le cause. Mi sento più sicura se il sindaco che voto almeno ha un programma, una vaga idea di programma. Già perché la ricerca al candidato-sindaco è diventata una barzelletta, sembrano tutti aver scordato quel dettaglio che è il PROGRAMMA, un barlume di programma purchè ci sia scritto sopra: ecco come vorremmo far rinascere Messina. Invece no, i partiti cercano un candidato di prestigio nudo, perché il vestito glielo vogliono mettere dopo e non importa se quello fino a un minuto prima era appassionato di giardinaggio e di Ponte non gliene poteva fregare di meno, se adora Pirandello e non sa leggere un Bilancio. Basta che sia un fantastico esponente della società civile al quale due settimane prima delle amministrative appiccicargli addosso il vestito giusto e gli assessori che hanno deciso loro. Il centro-sinistra poi con questa farsa delle primarie è diventato il miglior direttore di marketing del centro-destra. Questo continuo e ridicolo slittamento delle primarie, della data per la consegna delle firme (e delle motivazioni talmente contraddittorie da far pensare che davvero prendono gli elettori per idioti) questo continuo tentativo di boicottaggio è la migliore campagna elettorale per il centro-destra, un po’ come ha fatto Bersani. Questo snobismo nei confronti delle primarie è simile ai pranzi delle feste in famiglia con i “grandi” in un tavolo con le portate migliori e il vino e i “piccoli” nel tavolino in un angolo e la coca cola. Il centro-destra messinese, impegnato nella stessa ricerca del candidato ideale ma senza le primarie, non deve muovere un dito perché stanno facendo tutto gli avversari. Io, se fossi in Grioli, Quero, Calabrò, un po’ mi offenderei, perché mentre i tre Pd sono candidati e ne hanno tutti i titoli, i leader dicono “ok, e primarie ve le facciamo fare così non scocciate più, però nel frattempo cerchiamo uno migliore di voi sul quale dirottiamo i voti”. Se poi il candidato migliore non ha la benché minima opinione sulle unioni di fatto, sulle cooperative dei servizi sociali, non importa, perché dopo che avrà vinto le primarie (il 14 aprile a meno di due mesi dalle elezioni) gli si regala il manuale con gli slogan. Gli unici coerenti sono stati gli ex An del gruppo Buzzanca-Nania, che hanno detto: “Noi siamo questi, siamo sempre stati questi e questi resteremo. Non ci vergogniamo di noi e il nostro candidato è Gianfranco Scoglio che è stato amministratore e quindi sapete già come opera”. Gli altri stanno facendo come la più bella della classe con la puzza sotto il naso che cerca fidanzato negli altri Istituti salvo poi scegliere il compagnetto di classe che l’ha aspettata fedele. Paulo Coelho nell’Alchimista racconta la storia di un pastorello che cerca il tesoro in tutto il Paese ma non lo trova. Torna a casa e scopre che il tesoro era sotto il sicomoro del suo giardino. Il viaggio gli è servito per imparare a guardare con altri occhi e soprattutto sotto i suoi occhi, con umiltà.

Come canterebbe Enzo Jannacci se fosse e Messina: quelli che ti spiegano le tue idee senza fartele capire, oh yes, ma quelli, quelli che siamo dentro alla merda fin qui, oh yes. Il guaio è che ci sono pure “quelli che non l’hanno vista e ci finiscono sopra, oh, yes. Oh, yes.

Rosaria Brancato

13 commenti

  1. propongo un sorteggio tipo lotteria italia …sempre meglio sarebbe.

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  2. Salvatore Vernaci 31 Marzo 2013 08:38

    IL CANDIDATO IDEALE quale SINDACO DI MESSINA, per me, è questo: “Età compresa, possibilmente, tra i 35 ed i 50 anni, indifferentemente uomo o donna. Un Soggetto, che si candida per spirito di servizio; con una personalità forte ed autorevole; concreto; imparziale; accorto politicamente; riservato; attivo; capace di costruire intorno a sé un team di collaboratori (Assessori) preparato, efficiente ed in grado di rispondere ai bisogni ed alle aspettative della Gente. Deve essere una persona sempre vicina ai Cittadini, ascoltarli, dialogare con loro, incontrarli, dare risposte alle loro richieste. Deve sapere gestire i rapporti con i diversi settori della società; deve amministrare, partendo da piccoli progetti, rendendo più vivibile Messina, operando ed ascoltando sempre gli umori dei Cittadini. I CITTADINI DEVONO POTERSI RICONOSCERE NEL LORO SINDACO ED ESSERE ORGOGLIOSI DI LUI.”

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  3. Che peccato che Godot sia stato scartato ……

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  4. Mi scusi dott.Vernaci, ma per trovare una persona con le caratteristiche da lei elencate, servirebbe una mutazione genetica, prima, nel vero senso del termine.

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  5. e comunque, da noi le persone per bene , oneste e competenti, ci sono, le conosco, solo che la politica non gli dara’ mai spazio, nemmeno adesso che tutti fanno finta di riciclarsi e cambiare pelle.
    Ecco perché la politica, oggi, fa piu’ schifo che mai, perché sanno benissimo che la via d’uscita potrebbe essere trovata, ma non mollano, non mollano la sedia, non mollano il potere, a costo della fine….degli altri, ovviamente.

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  6. Pensate a cosa accadrebbe se andiamo al dissesto e ci troviamo eletti soggetti che possono poi essere interdetti dai pubblici uffici… Quanto al programma non può che essere un reale impegno a lavorare ed a farsi portavoce presso il governo centrale e la regione delle istanze che potranno giustamente motivarsi per limitare i danni alla Città!
    Quindi lavoro, trasparenza, partecipazione e sviluppo. Si anche sviluppo se si riuscirà a creare una sinergia con l’Autorità portuale, l’unico Ente che può aiutare la Città a migliorarsi a patto che si lavori concretamente superando con ragionevolezza ed onestà ogni ostaco nell’interesse di una Città ormai agonizzante sotto l’aspetto sociale ed economico!

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  7. ROBERTO TOMMASO 31 Marzo 2013 13:08

    ………………..cara rosaria, xkè non ti candidi tu???????????????

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  8. Il problema non è il sindaco giusto, siano noi messinesi che siamo sbagliati.

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  9. Che dire senza rischiare di essere ripetitivi o sterilmente” lamentosi”e vendicativi ed al contempo prendere spunto dalle puntuali e giuste osservazioni della nostra Rosaria Brancato per cercare di dare un contributo fattivo alla comunità ? Sarebbe troppo facile sostenere che la situazione di default nella quale siamo inesorabilmente avviati era stata da molto tempo lucidamente e profeticamente paventata dai pochi lungimiranti messinesi ricchi di buon senso. Inutile piangere sul latte versato e sulle occasioni mancate .Bisogna avere consapevolezza del fatto che un ulteriore “accanimento “provocherà ulteriori disagi, disoccupazione ,povertà ed emigrazione forzata. Viene il sospetto di una incapacità antropologica di noi Messinesi ai comportamenti virtuosi oltre che ad una curiosa inclinazione al “masochismo “sociale. O come sostiene il mio” amico” Grillo li accompagnamo tutti da qualche bravo psichiatra o tentiamo di suggerir Loro un percorso di ristrutturazione psicologica e spirituale che ne rendano le azioni coerenti almeno con il proprio stesso ben-essere quando proprio non si voglia conseguire il ben-essere generale. La festività odierna sembra la più adatta per una “resurrezione ” dopo la “morte “di un vecchio modo di concepire il servizio pubblico. Ci si augura che questo proliferare di candidati a sindaco di Messina sia sintomo non solo di una accertata disoccupazione diffusa e della percezione di uno stato di crisi senza precedenti ma segnali di un rinnovato spirito di partecipazione alla res pubblica ed alla “civitas” . Competenza ,professionalità e talento sono caratteristiche che si richiedono ad un bravo Sindaco ma oggi piu che mai si richiede un cambiamento reale, una discontinuita con il passato ed una autentica liberta da tutti quei condizionamenti esterni ed interni anche di tipo cultural-antropologico che fino ad adesso ne hanno pervaso sino a decretare il fallimento odierno. NON SI PUÒ CAMBIARE IL MONDO ESTERNO SE NON SI CAMBIA INTERIORMENTE . O SI ABBATTE L’EGOISMO PERSONALE E COLLETTIVO O SAREMO CONDANNATI ALLA GUERRA PERENNE. Il problema vero e’ che l”egoismo si traveste spesso di proclami altruistici ed insidia sottilmente e subdolamente tutte le anime anche le più candide. Potremmo elencare i nomi di tutti i candidati e passarli al “setaccio “di questo criterio. Quanti superebbero la prova? Auguri di cuore a tutti.

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  10. FRANCESCO TIANO 31 Marzo 2013 19:24

    Messina vive momenti drammatici. Tante famiglie costrette a vivere nella angoscia del precariato, tanti giovani costretti a varcare lo stretto per trovare un posto di lavoro, la mancanza di liquidità in molte amministrazioni costrette ad azzerare i servizi essenziali, l’impossibilità di avviare progetti di sviluppo ecc…, rendono la città invivibile. Lasciamo fuori dal nostro ragionamento, almeno per ora, le responsabilità di questa penosa situazione, affermando che ci sono dei diversi gradi di colpa che fluttuano dalla politica alla gente comune e cerchiamo d’individuare delle possibili svolte, delle opportunità da non perdere, dei cambiamenti che possono dare al cittadino una speranza nuova.
    In chiave di svolta, il primo obbiettivo che la città può raggiungere è quello di fare rispettare le regole. L’illegalità è il primo male della società e porta spesso a situazioni di prevaricazione, dove il debole soccombe e la meritocrazia non decolla. Alla fine a perderci è la società civile, indebolita della propria forza costruttiva e dei beni comuni. Far rispettare le regole significa anche lottare il nepotismo ed ogni forma di privilegio illegittimo.
    La svolta si ottiene anche attraverso la capacità di chi amministra di coordinare le attività, ponendo in primo piano l’interesse comune, valorizzando il patrimonio umano disponibile e recuperando le risorse necessarie al fabbisogno collettivo. I beni, i costi di gestione, l’analisi delle necessità, le entrate e le uscite, quindi il bilancio, sono gli elementi da non sottovalutare ed avere sempre presenti per avviare una politica di cambiamento. Gli sprechi, i compensi esagerati, gli stipendifici improduttivi ed i carrozzoni inutili diventano i primi mali da estirpare. Bisogna analizzare costi e benefici e commisurare la spesa rendendola proporzionata al fabbisogno.
    Non basta, però, chiudere le fontanelle dello spreco, delle elargizioni a scopi politico assistenziali e del malaffare per uscire dalla crisi. E’ necessario rendere produttivo il tessuto economico e reperire risorse necessarie allo sviluppo del territorio. Questo è un compito altamente oneroso e strettamente connesso alle attitudini dei cittadini, alla vocazione territoriale e soprattutto alle ambizioni collettive. Munirsi di un piano regolatore e di sviluppo, che siano compatibili con la realtà locale, sono le basi su cui fare ruotare ogni progetto, ogni autorizzazione, ogni piano d’intervento.
    I numero ci sono e come afferma la Corte dei Conti sono peggiori di quelli che si rappresentano. Adesso è fondamentale capire se un dissesto è la soluzione oppure se vale la pena provare a cancellare le vergogne contabili, attraverso il comune sforzo di responsabilità ed individuando un governo attento, capace, di legalità e di “Rinascita”.

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  11. Caro amico ,mi creda abbiamo perso il treno. L’unico treno possibile era il …Ponte ,l’ecoPonte ,occasione unica di Progresso e base “straordinaria” di marketing per RICOSTRUIRE e RIPROGETTARE una città ed un territorio “desertificato” sul piano industriale ,marginale e poco competitivo. Ma la “casta” borghese privilegiata e parassitaria ha deciso che non s’ha da fare in “combutta ” con i poteri editorialnordocentrici pseudo ambientalisti e professionisti del NO PONTE ” Sic stantibus rebus “Il fallimento e’ inevitabile ,l’emigrazione certa ….mentre le chiacchiere prolificano indisturbate….

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  12. lunarossa1984 2 Aprile 2013 07:25

    Analisi ineccepibile. Solo attraverso un’opera di quella portata si puó rilanciare Messina.

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  13. Saitta scrive cose di buon senso, ma in Direzione del Pd tace. Come pensa di cambiare le cose? Anche Genovese tace, ma controlla il partito, il punto è proprio quello: controllare i partiti. Perchè il peso dell’opinione pubblica a Messina è prossimo alla zero.

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