Ex Provincia, quel pasticciaccio del bando da 2 mln di euro

Ex Provincia, quel pasticciaccio del bando da 2 mln di euro

Alessandra Serio

Ex Provincia, quel pasticciaccio del bando da 2 mln di euro

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venerdì 15 Dicembre 2017 - 08:43

Palazzo dei Leoni rivoluziona il sistema di affidamento del servizio di assistenza alla comunicazione dei disabili, che garantisce supporto a circa 300 alunni in provincia, aprendo ai grandi colossi del settore. Preoccupati gli utenti, mentre Fratelli d'Italia chiede la revoca del bando. Ecco perché.

Un bando rettificato più volte, inserendo criteri di selezione molto rilevanti in corso d’opera, senza riaprire i termini del bando stesso. Criteri che di fatto limitano l’accesso ai soli grandi “colossi” dei servizi sociali. Regole che sovvertono l’attuale modello mediante il quale viene erogato il servizio, malgrado lo stesso ente indichi come esperienza positiva e di qualità il modello precedente.

Scoppia la grana del servizio assistenza sordi e disabili con problemi di comunicazione alla Provincia: l’ente ha recentemente sdoganato il bando per l’assistenza e sostegno, rivoluzionando i criteri che sin qui hanno regolato il sistema che garantisce aiuto a circa 300 persone che hanno problemi ad andare a scuola, creati dalla sordità e da altri tipi di disabilità che limitano la comunicazione.

Due milioni di euro l’importo – fondi regionali erogati anche attraverso vari altri enti, dall’Asp ai comuni – che Palazzo dei Leoni spalma per il futuro su due lotti da circa un milione di euro l’uno.

Fino ad oggi in provincia di Messina si sono occupati del servizio operatori sociali autonomi o cooperative più o meno grandi, iscritti in un apposito albo, nel quale le famiglie e gli utenti attingevano per scegliere la figura che li avrebbe aiutati. Attraverso questo sistema, adottato un poco ovunque in Sicilia, tra gli utenti e gli operatori si è formato in molti casi un rapporto di fiducia e di continuità che ha agevolato entrambi nelle difficoltà quotidiane. Adesso l’ente guidato dal neo commissario Francesco Calanna cambia tutto, cancellando l’albo e andando all’affidamento diretto, introducendo criteri che sembrano limitare l’accesso a buona parte degli operatori esistenti sul territorio, perché chiede requisiti che soltanto grandi realtà organizzate possiedono.

Il pasticciaccio, dopo aver allarmato gli operatori del messinese, che paventano il rischio del “monopolio” da parte di una realtà proveniente da altre aree della Sicilia, che finirebbe per assorbire – in periodo pre elezioni politiche e quindi con il rischio clientelismo – il grosso degli operatori stessi, viene a galla con una interrogazione di Fratelli d’Italia – siglata dal coordinatore provinciale Giuseppe Sottile e dagli onorevoli regionali Antonio Catalfamo ed Elvira Amata.

Gli esponenti di FdI chiedono il ritiro in autotutela del bando, di cui sottolineano le incongruità, a partire da fatto che gli albi consentivano l’accesso diffuso a molti operatori e coop già esistenti, soddisfacendo così i paletti posti dall’autorità Anti Corruzione, e che il cambiamento non trova ragion d’essere visto che la stessa Provincia spiega esplicitamente che il servizio affidato tramite accreditamento a sin qui funzionato benissimo. Da oggi, invece, chi vuole partecipare all’affidamento del servizio deve dimostrare che nei tre anni precedenti ha già svolto analogo servizio attraverso affidamento per un importo a base d’asta non inferiore allo stesso bandito da Palazzo dei Leoni. Nel mirino anche il fatto che il criteri di selezioni, quelli sostanziali come questo, sono stati introdotti correggendo il bando in corso d’opera, senza riaprire i termini.

“Ci si chiede chi serva l’emissione di un bando di tali dimensioni che, oltre agli evidenti profili di illegittimità sopra evidenziati, determinerebbe gravissimi disagi agli utenti facendo venir meno la garanzia della qualità del servizio ed il rapporto fiduciario operatore – assistito, che sta alla base della concezione dei servizi alla persona, ed imporrebbe evidenti barriere d’ingresso agli operatori del settore, lasciando di fatto fuori tutti gli operatori della provincia di Messina, molti dei quali altamente specializzati. Con espressariserva di informare l’ANAC”, conclude il documento sottoscritto dai tre esponenti.

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