Ciucci: “Spesi solo 13 milioni di soldi pubblici per il Ponte”

Ciucci: “Spesi solo 13 milioni di soldi pubblici per il Ponte”

Ciucci: “Spesi solo 13 milioni di soldi pubblici per il Ponte”

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martedì 06 Novembre 2012 - 16:04

E’ quanto ha affermato l’amministratore delegato della “Stretto di Messina” in audizione alla Commissione Lavori Pubblici del Senato, aggiungendo: "Considerando le risorse Fintecna, il saldo è perfino positivo"

Finora il Ponte di Messina “ha inciso sulle finanze pubbliche per 13 milioni di euro” e considerando le risorse apportate da Fintecna, “il saldo per la finanza pubblica e’ perfino positivo”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, in audizione alla Commissione Lavori pubblici del Senato.

Ripercorrendo le tappe della storia del progetto e l’evoluzione delle risorse pubbliche, Ciucci ha ricordato che “per gli 1,3 miliardi di contributi a fondo perduto, il Cipe aveva previsto un’erogazione di rate tra il 2009 e il 2013 ed e’ stata versata solo la rata del 2009 di 13 milioni, mentre quelle del 2010 e 2011 sono scadute e non sono state mai versate”.

“Abbiamo già avviato incontri con il Contraente generale – ha proseguito – per definire il nuovo accordo integrativo che il decreto del 2 novembre prevede entro il 1 marzo 2013 pena la revoca della concessione e dei contratti collegati”.

Il decreto legge della scorsa settimana, infatti, sospende il progetto per due anni e prevede che entro il primo marzo del 2013 si faccia un accordo integrativo tra Stretto di Messina e il general contractor Eurolink, guidato da Impregilo.

18 commenti

  1. Pinocchio la favola la ricordate? siamo stufi la città ha bisogno di certezze che sia si o no ma subito senza tergiversare ancora e sopratutto indicando le strategie dell’intera città in funzione della sceta.
    Antonio

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  2. INFATTI SONO IN POSITIVO,ANZI HANNO LE CASSE PIENE DI SOLDI E PER I PROSSIMI DUE ANNI POSSONO TRANQUILLAMENTE PAGARE GLI STIPENDI AI 53 DIPENDENTI CHE NEL FRATTEMPO SI GODONO I “PICCIULI” ALLE CANARIE.

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  3. “Solo” 13 milioni di euro! Come dire, qualche nocciolina!
    Dai dati che circolano su Internet, la spesa reale, dal 1981 ad oggi, è stata di circa 420 milioni di euro. Altro che i soli 13 milioni che il signor Ciucci snocciola. Diffidate gente, diffidate…

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  4. LE MENZOGNE SONO IL SUO FORTE,VIENE DALLA SCUOLA DI BERLUSKA!!!

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  5. Querelare immediatamente tutti i diffusori di menzogne: Report, Repubblica, Signorino, Giordano, Realacci, qualche politico locale etc.. Scusi Ciucci ma come è possibile in presenza di tali dati che lei abbia fatto insultare la stragrande maggioranza di cittadini che sono favorevoli al ponte consentendo a 10 persone ed a due testate giornalistiche di diffamare cosi pesantemente la Stretto di Messina spa?
    Cosa sperava di essere confermato all’Anas anche dal centro sinistra stando zitto?
    Se il cantiere ponte non è partito è per colpa sua: se ad ogni sciocchezza dei NO PONTE – SI FAME fosse scattata una querela oggi non saremmo a questo punto.

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  6. non s’è spiegato bene, 13 milioni sono stati spesi per l’opera della sua persona

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  7. TEOBALDO MILLEMACI 6 Novembre 2012 20:10

    Per quel che so sulla storia del Ponte scrissi e mi venne pubblicato un articolo sull’accredidato quotidiano messinese ” Gazzetta del Sud” riferendomi ad un’altro ponte realizzatro in USA che rese una fortuna economica nell’area circostante ove venne costruito un aeroporto richiesto dalle esigenze turistiche mondiali da esso apportate.
    Non so di cifre spese o di chi ha già ottenuto contributi oerchè non è di mia competenza.Ed infatti per il mio modo di pensare sarebbe opportuno l’intervento sulla questione che merita un chiaro approfondimento sula opportunità socio-economica sviluppanda e l’incidenza dell’opera sotto i due profili indicati.
    Sulla parte ” socio ” nel senso di ” società” non si è mai discusso in quanto i maggiorenti delle due opposte regioni non hanno mai espresso un pensiero limpido, approfondito in termini realizzativi nei vari settori dello scibile umano.
    Da essi operatori nei settori fondanti della società ” sicula-calabra” mi aspetterei un: “presente”.

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  8. ma ciucci è il nipote di Mubarack? oppure ci piglia per deficienti? i milioni “ammuccati” sono 420.Lo capisce o no? cosi il ponte serve a voi per arrichirvi ed a noi per scannarci tra i No ed i SI ponte.vada via da un’altra parte e prima ci dica finora quanto ha preso in stipendi e prebende varie dalla società dello stretto spa.

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  9. scusi sig.amministratore se avete speso solo 13 meloni gli altri 447 meloni chi se li è mangiati.tutti hanno detto che fin’oggi sono stati spesi 460 milioni,allora o lei è bugiardo oppure vada a denunciare i calunniatori.

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  10. “Ciucci: “Spesi solo 13 milioni di soldi pubblici per il Ponte””
    per curiosità e in cosa sarebbero stati spesi sti 13 milioni???
    dico..lasciamo certa gente a ricoprire certe cariche e poi ci lamentiamo se l’italia va a rotoli e siamo con le pezze al sedere..

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  11. Perché il ponte sullo stretto di Messina viene considerato un elemento del rilancio economico ed industriale del paese, principalmente del sud e di Messina in particolar modo????
    Per quanto concerne l’economia del paese, ne sono d’accordo. Se le ditte che lavoreranno alla realizzazione dell’opera saranno italiane, ci sarà un rientro fiscale, l’IVA avrà una boccata di respiro, considerando la quantità di materiali che saranno utilizzati. Molti settori industriali saranno coinvolti: la cantieristica, la meccanica, la siderurgica, i trasporti marittimi, la cementiera, ecc. . Del movimento terra non parlo, ma sappiamo a chi vanno gli appalti. Ma questi non abitano a Messina ne queste entrate stimoleranno l’economia delle provincie interessate. Nessuna delle ditte interessate è e sarà messinese, Qualcuno pensa alla manodopera, ma probabilmente saranno contratti internazionali, che porteranno da 6 a 8 mila operai, dalla zone più depresse del medio ed estremo oriente, per le vie della città più depressa d’Italia. Con il salario mensile che percepiranno, legato alle normative dei paesi di origine ( vedi contratti internazionali del personale di navigazione), non potranno permettersi la più sgangherata della battone di Maregrosso. Forse sarà assunto qualche tecnico locale. Qualche terzo contista locale avrà l’occasione di svolgere qualche lavoretto. Un esempio di valutazione può essere l’impianto SNAM di Faro superiore. Quanto personale ha assunto la SNAM in questi quaranta anni di gestione. Quanti sono i messinesi assunti sul totale dei dipendenti. Perché la gestione dell’impianto e fatta da persone che vengono dal continente per alcuni mesi e dopo sostituiti da altri continentali.
    Avete provato ad andare nei territori dove sono state costruite delle grande infrastrutture e vedere cosa è rimasto oltre al manufatto: il ponte sul bosforo, la diga Afsluitdijk in Olanda, il ponte sul Kattegat che collega Danimarca e Svezia, ecc.. Queste strutture hanno creato soltanto una economia superficiale legata alle attività commerciali ed abitative del personale del cantiere. Dopo non è rimasta traccia. In alcuni casi l’economia precedente della zona, è stata completamente distrutta. Il ponte passa sopra Messina , dico sopra in tutti i sensi. Passerà sopra anche a quella povera economia che attualmente scorre intorno a tabaccai, giornalai, rosticcieri, accattoni, marinai, ferrovieri e tassisti che chiedono 70 euro dalla stazione centrale a Casabianca e si lamentano che non c’è lavoro, pur sapendo che con 9 euro si viaggia da Roma a Messina. Tutta questa economia sarà annientata. Sopravvivrà il venditore abusivo di cartoline e souvenir che si sposterà dall’attracco dei traghetti alle base panoramiche dei piloni, per vendere le sue patacche. Il resto svanirà. Neanche un ARANCINO sarà venduto. Inoltre è fuori qualsiasi discussione che il turismo possa svilupparsi su gomma visto i crescenti costi di auto, accessori, costi autostradali è per finire il più importante costo del carburante. Con il completamento del rifacimento della Salerno-Reggio Calabria, i costi autostradali, per un automobilista del centro nord raddoppieranno, e con l’aggiunta del biglietto per attraversare il ponte, triplicheranno. Ai prezzi attuali non sarà un’eresia quantificare una percorso Milano – Ganzirri con 150 euro di autostrada più i costi del carburante. Neanche i nostri emigranti avranno voglia di fare queste spese, per farsi una foto all’entrata del ponte, non sul ponte, essendo vietato fermarsi. Almeno sulla diga del Afsluitdijk in Olanda ti puoi fermare, guardare il museo, fare foto, comprare cartoline, senza peraltro essere infastidito da ambulanti pataccari.
    Questa idea che il ponte porti ricchezza ai messinesi deve essere sfatata.
    1. Il contractor non ha sede legale a Messina e non paga nessuna tassa a Messina.
    2. I subappaltanti non sono messinesi ed i dipendenti non sono messinesi e non pagano le tasse a Messina.
    3. Gli appalti della manodopera saranno fatti a livello internazionali con le condizioni contrattuali dei loro paesi di origine: uno o due euro l’ora.
    I bottegai che pensano di arricchirsi su questa povera gente non hanno capito nulla. Non sono gli impiegati di banca che alle ore 10,00 vanno a farsi la granita con panna e briosce comprano le sigarette e le schedine del gratta e vinci; alle 13,30 fanno il pranzetto in trattoria con caffeino e amaro ed alle 17,30 altro caffeino con colleghi e poi a casa. La gente del cantiere: dall’operaio all’ingegnere esce dal cantiere solo dopo 8 ore, più extra di lavoro. Non ci sono sabato e domenica di riposo, si fanno i turni durante il giorno e durante la settimana. I subappaltanti hanno fretta. Si lavora a cottimo e poi si scappa via per un altro lavoro. Ci guadagnano solo B&B e i letti in affitto in nero
    La società di gestione e riscossione non ha sede a Messina pertanto niente IRPEF. Per qualche immobile di struttura e gestione pagherà IMU e ICI. Ma poca cosa. Se il comune di Messina vorrà racimolare qualche euro dovrà attivare una tassa sul passaggio. Si prevedono circa 250 posti di lavoro a regime. Sono di più o di meno di quelli che stiamo perdendo e che perderemo in futuro?
    Si guadagnerà?. Si guadagnerà negli affitti degli appartamenti al personale qualificato che verrà dal nord Italia. Ma c’è un piccolo problema. L’area di esproprio connessa alla realizzazione del ponte coinvolge qualche migliaio di case di cui molte prime case. Ci sarà una forte richiesta di case in affitto, facendo lievitare il prezzo che avvantaggeranno i proprietari di case ma penalizzeranno i poveri messinesi che già hanno problemi di affitto, pensate dopo. Onestamente penso che sia l’unico settore che avrà benefici assieme al piccolo commercio (esente scontrino), nel periodo della costruzione del ponte, poi subirà un crollo stratosferico. Sicuramente i tassisti e le società di autonoleggio faranno buoni affari, nonché le due rosticcerie situate ai due estremi del ponte quando il ponte sarà a regime, nonché tutti gli ambulanti abusivi di cartoline, acque minerali e patocchierie che si contenderanno gli automobilisti in coda al casello di accesso del ponte.

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  12. Peccato davvero tutti questi inghippi sulla realizzazione di questa importantissima opera… Ancora ci sono degli sciocchi che credono che se il ponte non si farà , con quei soldi si potranno costruire strade, ferrovie, altre infrastrutture… Che idiozia, non avremo il ponte, e non avremo neanche il resto, e sempre più nella feccia saremo. Il ponte darebbe benessere, la città FINALMENTE libera dai TIR, che non l’attraverserebbero più (milioni di euro risparmiati sulla manutenzione stradale, niente più incidenti mortali per colpa dei mezzi pesanti, inquinamento etc…). Senza contare la possibilità di attraversare lo stretto in 3 minuti, togliendo il monopolio degli spostamenti su nave ai soliti (anzi, al solito) noti (per attraversare lo stretto in auto bisogna aprire una finanziaria). Ma purtroppo siamo a Messina, quelli che non vogliono il ponte preferiscono vivere con la mentalità retrograda e antiquata, che già danni sta facendo alla nostra città, rifiuto di progresso e rassegnazione a viver come zulù. Mah…. Fanno bene i giovani che fuggono da Messina…

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  13. UN VOLTA COMPLETATO IL PONTE,VEDREMO TRANSITARE TANTI AFRICANI CHE DAL NORD EUROPA ANDRANNO IN AFRICA PER LO SHOPPING DI FINE SETTIMANA.MA HANNO FATTO IL CALCOLO ANCHE DI QUANTE BUFALE PASSARANNO SUL PONTE? OGGI CON LE AUTOSTRADE DEL MARE CHI SI SPOSTA AL NORD NON VA PER VIA TERRA , SI IMBARCA A CATANIA OPPURE A PALERMO E SBARCA RIPOSATO A GENOVA,LIVORNO,CIVITAVECCHIA,RAVENNA ,NAPOLI ETC.aLLORA TRANSITERANNO I PENDOLARI?

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  14. forza ciucci!

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  15. E’ assolutamente evidente che la sua ricostruzione è parziale e coglie solo aspetti pessimistici e suggestivi dei NO PONTE. Anzi sarebbe opportuno che lei si qualificasse: ingegnere, professore universitario? o più semplicemente proprietario di casa da espropriare….
    In buona sostanza Lei afferma che questo sarebbe l’unico ponte al mondo che non produce ricchezza.
    Intanto la sua tesi che il ponte serva al gommato è assolutamente priva di verità: il ponte è prima di tutto ferroviario. Ciò consentirà di intercettare gli immensi flussi di traffico commerciale (40.000.000 di containers in costante crescita e solo 250.000 si fermano a Gioia Tauro e circa 80.000 ad Augusta) che arrivano dal canale di Suez, circumnavigano l’Europa e arrivano a Rotterdam, Anversa, Amburgo, Brema e Paesi Baltici. Per conservare questa rotta il consorzio FERRMED sta investendo 210 miliardi di euro per collegare entro il 2020 su rotaia Algesyras (vicino Gibilterra) ai Paesi Baltici (col famoso corridoio 5).
    La terza industria della Germania è quella portuale e manifatturiera e ci lavorano oltre 2.500.000 persone.
    Se chiudessero i porti di Rotterdam ed Aversa le economie di Olanda e Belgio imploderebbero.
    La Sicilia è in atto irraggiungibile, non può avere sviluppo senza il collegamento stabile per i costi legati all’attraversamento dello Stretto. RFI garantisce il servizio con navi con perdite di 250 milioni di euro all’anno e presto cesserà.
    Lei parla del gommato, ma se ci fosse il ponte non si andrebbe più a Catania (con la macchina con 12 euro di autostrada ed un pieno di benzina) a prendere l’aereo ma la Sicilia sarebbe collegata in tre/quattro ore a Roma con il treno.
    Oggi per un milanese scendere in Sicilia o Calabria è un viaggio della speranza.
    Con il ponte in due ore un milanese sarà a Roma (con il frecciarossa)e in altre tre può essere alla stazione di Messina.
    Mi spieghi inoltre come lei spende 9 euro per arrivare a Roma. Forse trasportato dai gabbiani?
    A prescindere dal nome di Messina nel mondo, dall’entusiasmo che una simile infrastruttura determina nella popolazione, (cosa sarebbe stata Manhattan senza il ponte di Brooklyn, o a San Francisco senza il Golden Gate, o il deserto egiziano senza le Piaramidi), dalla realizzazione della finalmente compiuta area integrata dello stretto con un aereoporto a 5 minuti di macchina, due porti commerciali e turistici, il porto di Gioia Tauro, una città unica di 560.000 abitanti e le straordinarie opere compensative (autostrade sino a Faro, metroferrovia collegata a Reggio Calabria, nuova stazione, riqualificazione di maregrosso e della Riviera nord) per cui tanto si è battuto in sede parlamentare il sen. D’Alia. Il suo racconto è francamente surreale.
    Se non fosse scritto così analiticamente penserei trattarsi del solito qualunquista. Invece lei è semplicemente un ideologo (forse con interessi personali) del sud colonia d’Italia, di cui vede come unica alternativa al ponte la desolazione e la povertà attuale.

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  16. Ottima sintesi. Lo sostengo da sempre: la costruzione del Ponte (se realizzabile) gioverà soltanto a pochi. La popolazione messinese avrà soltanto le bucce di banane e il grave nocumento che deriverà dallo sfascio dell’unica zona di interesse naturalistico che ci è rimasta.
    Tutti quelli che credono in un forte ritorno dell’economia locale, tipo assunzioni ed incremento del commercio, dovranno ricredersi.

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  17. Caro Casabianca, ma queste assurdità sono tutte un tuo parto o le hai raccolte in giro? Una ad una. Leggi quello che è successo in ogni posto al mondo dove hanno costruito un grande ponte. Per carità, c’è sempre una prima volta, può essere che quello sullo Stretto sia un’eccezione, ma non in base ai ragionamenti tuoi: che c’entrano i contratti delle navi da crociera con quelli degli edili? Se nei cantieri del Ponte fossero assunti lavoratori (da qualsiasi parte del mondo arrivino) non in regola con le normative italiane andrebbero in galera dal capocantiere all’Ad della società che esegue i lavori. E questo è solo un esempio delle corbellerie che dici. Non parliamo poi di quello che dici della Regione dell’Oresund. Leggi qualche sito, certamente non Pro Ponte:

    The Oresund Region is an important hub for economic activity in Scandinavia.
    In 2007, almost 25 million people traveled over the Øresund Bridge: 15.2 million by car and bus, and 9.6 million by train. By 2009, the figure had risen to a total of 35.6 million travellers by car, coach, train or ferry.
    Statistics compiled in January 2007 show 14,000 people commuting each day over the Öresund Bridge. Compared with 2005, the commuter traffic increased by 43% in 2006. The growing number of Swedes commuting in order to take advantage of the need for labour on the job market in Copenhagen and the higher salaries offered in Denmark, as well as an increased immigration of Danes to the south of Sweden, were essential factors in the traffic increase. In 2006, 4,300 persons moved from the Danish part of the Oresund Region to Scania, attracted by lower Scanian real estate prices. Since July 2000, 22,500 Danes have moved to Scania.
    Apart from work related commuting, Swedes cross over to Copenhagen to enjoy shopping and nightlife, to attend cultural and educational institutions and to use Copenhagen Airport. The airport in Scania, Malmö Airport is located 47 km (29.2 mi) from Copenhagen Airport and has limited international air traffic.
    After the opening of the bridge, an ‘Öresund identity’ has been promoted in the region in order to counter-act various barriers to cross-border cooperation caused by nationalistic sentiments on both sides. In 1997, a consortium of twelve universities (four Swedish and eight Danish) from both sides of the Sound has been established, opening up all courses, libraries and other facilities to all students, teachers and researchers from the region.[8] The universities have 150,000 students and more than 14,000 researchers combined. The secretariat is located at Lund University and at the University of Copenhagen.
    The commercial interaction across the border has also significantly increased. Currently, an average of 15,800 vehicles cross the bridge each day.
    The ports of Copenhagen and Malmö were merged in 2001 to form a single company, Copenhagen Malmö Port. This cross-border merger of two ports into one legal entity is the first in history, according to Copenhagen Malmö Port AB, the Swedish registered limited liability company operating the port, a company equally owned by Port of Copenhagen and Port of Malmö.
    Quella che fai tu è becera contrinformazione.

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  18. Ciucci è stato Direttore generale dell’IRI quando il presidente era Prodi, poi è stato confermato Ad della Stretto di Messina dallo stesso Prodi. Non diciamo sciocchezze

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