Rifondazione comunista accanto ai morosi incolpevoli e sposa tutte le rivendicazioni

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lunedì 22 Giugno 2015 - 17:52

La Federazione del PRC invita l'Amministrazione Comunale a uno scatto di reni sulla questione, passando dalle belle parole e dalle buone intenzioni a fatti concreti, giudicando gravemente insufficiente quanto finora prodotto in concreto.

La Federazione provinciale di Rifondazione Comunista manifesta solidarietà all'Unione Inquilini e agli sfrattati per "morosità incolpevole" che oggi hanno occupato i locali comunali per attirare l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica su questa grave forma di disagio sociale, che si va espandendo a macchia d'olio in connessione con la crisi economica che distrugge posti di lavoro e con essi ogni certezza per migliaia di famiglie, per cui al baratro della disoccupazione si accompagnano l'abbandono degli studi, il taglio delle forniture e, cosa più grave di tutte, appunto, lo sfratto, con la perdita di un tetto e spesso anche di una identità.

La Federazione PRC condanna fermamente quanto prodotto in merito dalla Regione Siciliana:

· Innanzitutto la limitazione della graduatoria definitiva ai soli sfratti esecutivi emessi nell’anno 2013, imposta tramite una circolare dal Dirigente Gen. del Dipartimento Regionale competente. Circoscrivere i destinatari del contributo a quelli che hanno avuto lo sfratto nel 2013 è totalmente illogico, perché gli sfrattati in questo lasso di tempo hanno trovato nella migliore delle ipotesi un’altra soluzione alloggiativa. Così si escludono dal beneficio molti soggetti che invece ne avrebbero il diritto, con la conseguenza di gettare per strada decine di famiglie.

· la riduzione del contributo da 8000 a 3000 euro.

· l’obbligo del consenso del padrone di casa da inserire in allegato alla domanda. Questi deve dare il consenso per ricevere i contributi al fine di stipulare un nuovo contratto a canone concordato oppure per differire lo sfratto per un periodo pari alla somma del contributo ricevuto. Complicazioni burocratiche che restringeranno il campo dei possibili beneficiari, inoltre è impensabile che il vecchio padrone di casa accetti di non sfrattare senza un intervento di mediazione da parte delle istituzioni.

· L'obbligo per l’inquilino che voglia ricevere un contributo per pagare il deposito cauzionale di allegare alla domanda un nuovo contratto già stipulato per ricevere la somma dovuta. Ma se l’inquilino necessita della somma iniziale(la caparra) per fare un nuovo contratto di locazione, come può presentare copia del contratto se ancora lo deve stipulare?

In poche parole, scompare dai bandi, dalle procedure, "l'accompagnamento sociale” previsto dalla legge, cioè l’intervento di mediazione e di conciliazione da parte delle istituzioni per i morosi incolpevoli, realizzabile mediante organismi comunali di cui al decreto attuativo 202 del 14/05/2014 dell’art.6 comma 5 della legge 124/13.

La Federazione del PRC invita l'Amministrazione Comunale a uno scatto di reni sulla questione, passando dalle belle parole e dalle buone intenzioni a fatti concreti, giudicando gravemente insufficiente quanto finora prodotto in concreto. In pratica, pur consapevoli delle ristrettezze di bilancio, si invita l'Amministrazione a fare proprie le richieste dell'Unione Inquilini, che qui riportiamo:

– Che venga garantito il passaggio da casa a casa per le 12 famiglie accedute al primo bando per i morosi incolpevoli pubblicato dal comune di Messina a novembre 2014;

– Che il Comune attui l’art.26 comma 1 e comma 1 bis dello “sblocca Italia” che prevede accordi di programma con le agenzie del demanio per il reperimento di immobili da destinare prioritariamente ai morosi incolpevoli;

– Che venga messo in pratica quanto previsto dal decreto del 30 gennaio 2015: “recupero ai fini abitativi degli immobili confiscati alla mafia”, che prevede l’assegnazione ai soggetti a cui è stato emesso un provvedimento esecutivo di sfratto;

– Che vengano messi a disposizione immobili e alloggi da recuperare mediante percorsi di autorecupero e di autocostruzione (possibilità già prevista dalla bozza di regolamento dell’uso dei beni patrimoniali); redigere convenzioni con gli enti pubblici (inps, fs, poste, ipab ecc.) per la messa a disposizione in via temporanea di alloggi da destinare alle famiglie in condizioni di precarietà abitativa.

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