Dal giallo di Provvy alle altre, troppe, vittime della strada. Tutta la cronaca nera

Dal giallo di Provvy alle altre, troppe, vittime della strada. Tutta la cronaca nera

Veronica Crocitti

Dal giallo di Provvy alle altre, troppe, vittime della strada. Tutta la cronaca nera

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mercoledì 31 Dicembre 2014 - 13:51

Dalle operazioni che hanno sgominato il traffico di droga a Messina e provincia a quelle che hanno messo KO le numerose bande di ladri, dalle truffe agli Enti agricoli Regionali agli atti intimidatori a negozi noti del centro città, dalle tragedie su strada alla "banda del gasolio" che rubava all'Atm. Il 2014 è stato un anno intenso per la Cronaca Nera, ecco tutto quello che è successo in pillole.

Hanno perso il controllo dell’auto, non lontano dall’uscita di Tremestieri, uno schianto fatale. Lui, un uomo agrigentino, è morto sul colpo. Lei, sua moglie, ha lottato tra la vita e la morte per settimane. Era il 2 gennaio 2014, l’orologio segnava le 8.30, Messina aveva appena concluso i festeggiamenti di San Silvestro che già si preparava ad accogliere l’esordio drammatico di un anno che, per la Cronaca Nera, si è rivelato l’anno delle vittime su strada. Emanuele Chiarenza aveva 32 anni quando, a Febbraio, è rimasto vittima di uno scontro auto-moto sulla Consolare Pompea. Il 5 marzo, sull’autostrada Messina-Palermo, si spegneva la vita di Daniele Guccione, poliziotto palermitano di 32 anni, mentre poche settimane dopo Orazio Famulari, fruttivendolo messinese di 58 anni, esalava il suo ultimo respiro dopo 20 giorni di agonia. Quando il furgoncino su cui viaggiava ha impattato violentemente un’altra macchina posteggiata vicino al Viale Giostra, lui stava andando a lavorare. Giovanni Marangolo aveva solo 24 anni ed era un militare dell’Arma. E’ volato giù con la sua auto, a Gravitelli, la notte del 28 marzo. Il giorno dopo, lungo la A20, un maxi incidente stroncava un’intera famiglia di Patti, padre madre e bimba, oltre al conducente di un camion. I funerali della famiglia Di Maggio vennero celebrati qualche giorno dopo, nel lutto più assoluto. Ventiquattro ore dopo la tragedia, a Messina, sulla SS114, Giovanni Cambria Scimone perdeva la vita per un violentissimo scontro col suo motorino. Galati Mamertino, 7 aprile. Una coppia di anziani precipita in un burrone, Giacomo Carcione, 77 anni, muore sul colpo. Il 27 dello stesso mese, l’ennesimo incidente stradale miete una giovanissima vittima, Marco Salmeri, promessa del calcio. Aveva solo 23 anni. A maggio, a lasciarci sono stati un giovane scooterista di Villafranca e Marco Costa, 24 anni, rimasto vittima di un incidente notturno, al rientro da una serata con amici. Antonino Tomasello, 60 anni, operatore di Messinambiente, è volato giù con la sua spazzatrice nel Torrente Trapani, lo scorso 3 luglio. E’ morto sul colpo. Lo stesso mese, lungo la via Consolare Pompea, perdeva la vita il giovane 26enne Andrea Scaglione. Agosto è stato il mese dell’estremo saluto ad un’altra vittima della strada, Rosa Gambino, 84 anni, morta dopo giorni di agonia in un lettino dell’ospedale di Milazzo. Ottobre verrà di certo ricordato come il mese più “nero”. A perdere la vita, in diversi scontri fatali, sono stati in 7. Davide Giuffrida, messinese di 27 anni, muore dopo settimane di agonia in un ospedale di Catania. Matteo Bottari, eroe e “angelo” di Giampilieri, rimane vittima di un incidente in tangenziale. Giuseppe Laenza, Salvatore Crisaudo e Silvestro Cerro vengono travolti da un tir mentre eseguono dei lavori per l’Anas lungo l’autostrada Catania-Siracusa. Concetta Giardina, 75enne, muore a Capo D’Orlando dopo esser stata centrata da un Suv. Il mese dopo, a Padova, i messinesi Federico Andò ed Enzo Casablanca vengono travolti da un’auto mentre sostavano in un’area di servizio.

Un anno drammatico, quello del 2014, per le strade messinesi che non smentisce il suo andamento “nero” neanche nel mese di dicembre dove, a perdere la vita, sono stati Nicola Tavilla, tamponato in tangenziale da un tir mentre si recava a lavoro, Natale Fulci, travolto da una jeep in via Adolfo Celi, e Angelo Vesto, schiantatosi lungo la A18, non lontano dallo svincolo di Rometta.

RITROVAMENTO DI PROVVIDENZA GRASSI. 23 gennaio, ore 19, una chiamata, la notizia. Sotto il viadotto autostradale di Bordonaro, all’interno del recinto di una rossa cabina dell’Enel, c’è una Fiat 600 bianca. A pochi metri di distanza, dal lato del conducente, ci sono i resti di quello che sembra un corpicino di donna, ossa più che altro. Ore di angoscia, tra famigliari e amici che affollano la zona chiedendosi se davvero quel cadavere appartenga alla giovane Provvidenza Grassi, scomparsa la sera del 10 luglio 2013, quando, dopo aver cenato col ragazzo ed amici, si è allontanata in macchina, sulla sua Fiat 600 bianca, per far rientro a casa. Da quella sera, della commessa di 27 anni che lavorava in un negozio di casalinghi sulla Via La Farina, nessuno aveva più saputo nulla. Il 27 gennaio la conferma, quel corpo è suo. Da lì è stata solo un’incessante ricerca di verità: come è finita laggiù? Incidente stradale? Tamponamento? Assassinio? Come mai, per mesi, nessuno si è mai accorto di quella macchina bianca? Una verità che fa ancora fatica ad affermarsi, nonostante la linea della magistratura sembra esser stata chiara fin dall’inizio: incidente stradale. Sei gli indagati per omicidio colposo, tra vertici e funzionari del Cas, e nel mirino proprio quel tratto di autostrada, con quel guard-rail in pessime condizioni che invece di attutire lo sbandamento dell’auto di Provvy ne avrebbe fatto da trampolino.

TRAFFICO E SPACCIO DI DROGA. Operazione Biancaneve, Operazione Vicolo Cieco e Operazione Onion, in questo 2014, hanno fatto da padrone nel settore di contrasto al traffico ed allo spaccio di droga a Messina e Provincia. La prima rappresenta una stangata al controllo di Messina Sud, la seconda ha definitivamente resettato la zona ed il clan di Mangialupi, la terza ha stroncato invece il via vai di cocaina tra Taormina e Catania. Il 23 giugno, i carabinieri di Messina Sud arrestavano 20 persone, per lo più giovanissimi, che ruotavano attorno alla figura di Antonino Tavilla, leader indiscusso della vasta associazione dedita al traffico di cocaina e marijuana, operante in tutta la zona di Messina sud, in particolare tra Santa Margherita, Runci, Santo Stefano e Briga. L’Operazione Biancaneve, così chiamata sia per il “candore” della sostanza sia perché gli affiliati usavano utilizzare i nomignoli dei Sette Nani nelle loro conversazioni, ha portato alla luce un sistema di spaccio ben organizzato che faceva leva soprattutto sui giovanissimi, per la maggior parte incensurati, di buona famiglia, talvolta ingenui al punto di esporsi in prima linea senza pensare alle conseguenze. E’ targata Polizia di Stato e risale solo allo scorso 22 dicembre, invece, l’Operazione Vicolo Cieco. Con ventotto arresti per traffico di droga, i poliziotti hanno di fatto azzerato il clan di Mangialupi, sgominando una vera e propria impresa della droga, con guadagni di migliaia e migliaia di euro, organizzata e gestita in maniera tale da garantire il passaggio di fiumi di cocaina, eroina, hashish e marijuana dalla Locride calabrese a Mangialupi, Messina e Provincia. Il tutto coordinato dall’abile figura di Alfredo Trovato, ultimo dei Trovato ancora a piede libero. L’Operazione Onion è targata Fiamme Gialle e risale allo scorso 9 luglio. Con 7 arresti, i finanziari hanno resettato l’organizzazione che ruotava attorno al taorminese Maurizio Cipolla e che deteneva le redini del mercato della cocaina tra Taormina, Mascali, Giardini Naxos e Calatabiano.

Che Messina sia città di traffico e spaccio di droga, ma anche città di transito di quantitativi ingenti, lo dimostrano i maxi sequestri effettuati negli ultimi 12 mesi agli imbarcaderi. Giusto per citarne qualcuno: il 27 marzo furono 150 i kg di hashish sequestrati su un traghetto diretto in città, mentre il 17 giugno furono intercettati due corrieri albanesi che avevano stipato la loro macchina con 16 kg di marijuana, e lo scorso 23 settembre a finire nei guai fu un corriere palermitano ritrovato con in auto 6 kg di cocaina.

FURTI E RAPINE. Si faceva chiamare il “Re delle Casseforti”, con la sua banda prendeva di mira le casseforti della città, si calava dalle grondaie, entrava nelle case ed arraffava tutto quello che c’era. Filippo Bonanno è finito in manette il 27 febbraio, nella maxi Operazione Alì Babà della Polizia di Stato, che ha letteralmente sgominato una banda di nove topi d’appartamento che, in soli due mesi, era riuscita a mettere a segno ben 8 furti in diverse zone della città.

Stesso ambito e stesso mestiere di “ladri in abitazione” anche per i 5 arresti che i carabinieri della Messina Sud hanno messo a segno nell’Operazione 24 Carati, lo scorso 10 luglio. Una piccola organizzazione, quella composta dal 40enne Santi Irrera e compagni, che per ogni furto compiuto era riuscita a racimolare dai 500 ai 30mila euro, per un totale di oltre 300mila euro. E cifre altissime anche per il bottino che erano riusciti a racimolare le due bande di ladri che, lo scorso 18 luglio, sono state arrestate nella maxi Operazione Filera, così chiamata proprio perché i topi d’appartamento utilizzavano questo arnese per operare negli appartamenti. 14 arresti, 3 denunce e 14 i colpi messi a segno dalle 2 bande in poco più di 6 mesi, tra cui anche uno nella Casa di Cura di Cristo Re. Il 25 ottobre mattina, invece, Messina si svegliò con la scoperta (?) di un’altra particolare tipologia di furto: quella del gasolio all’Atm. 11 arresti e 16 indagati per quella che passa alla storia come la “banda del gasolio”, il cui modus operandi era semplicissimo: rubare gasolio dai mezzi dell’Azienda Trasporti di Messina, trasportarlo in un alternativo e abusivo distributore di benzina di Santa Lucia Sopra Contesse e rivenderlo a prezzi più che competitivi. Un’operazione, quella targata Digos, che creò non poco scalpore sia perché, come sottolineò anche il Questore Cucchiara, rubare all’Atm “è come sparare sulla Croce Rossa” sia perché ne furono coinvolti anche alcuni dipendenti della stessa municipalizzata.

ESTORSIONI, USURA E PIZZO. Che Messina sia città dove si paghi il pizzo, per lo più in silenzio, e si denunci poco è quanto emerge sia dagli ultimi dati diffusi dalla Questura sia dalla relazione della Commissione Antimafia che, lo scorso 27 e 28 ottobre, ha svolto una missione di due giorni in città. Le Operazioni Locusta e Katana nonché quella che il 10 aprile scorso mise in manette 4 strozzini della zona Sud hanno però rappresentato la forte risposta delle Forze dell’Ordine in questi ultimi 12 mesi. A far scattare la Locusta, in particolare, fu il tentato suicidio di una vittima che, all’estremo della disperazione e dei debiti con i suoi aguzzini, tentò di togliersi la vita ingerendo diversi farmaci. Fu lui ad indicare ai poliziotti in Francesco Minniti, Giuseppe Triolo, Salvatore Anastasi e Giacomo Irrera i suoi strozzini, ed a farli arrestare. L’operazione Katana del 19 febbraio, targata Carabinieri e Polizia insieme, riuscì invece a sgominare una banda di 11 srilankesi che, con rapine, estorsioni, violazioni di domicilio e armi, teneva sotto scatto l’intera comunità cingalese in città.

Tra gli episodi singoli ricollegabili al giro di racket e intimidazioni vanno ricordati vari incendi dolosi, tra cui quello al noto negozio di scarpe di Angelo Salice, così come la sparatoria contro l’enoteca La Spagnola di via Vecchia Comunale, lo scorso 21 novembre.

TRUFFE. Da quelle online a quelle assicurative, fino a quelle hard su Facebook e Skype, il 2014 è stato anche l’anno delle truffe. Lo scorso 17 luglio, la Polizia firmò l’Operazione Clone riuscendo a mettere KO la cosiddetta “società del malaffare”, organizzazione formata da 14 persone che commettevano furti, rivendevano su internet auto rubate, riciclavano, utilizzavano assegni non coperti per comprare in gioielleria e poi piazzare ai Compro Oro e non disdegnavano neanche gli incendi su commissione. La band composta in primis da Salvatore Ferrara, milazzese di 39 anni, e Luca Lo Turco, polacco di 21 anni, operava principalmente nella fascia ionica della provincia di Messina, con base operativa a Santa Teresa. L’operazione Traps targata Carabinieri, invece, riuscì a sgominare un quartetto di giovanissimi messinesi che truffavano online mettendo in vendita prodotti tecnologici fittizi, a prezzi esageratamente bassi, attraverso profili credibili su ebay e subito.it. Nel campo dell’hard, infine, va ricordata la truffa online del momento, la stessa che negli ultimi mesi del 2014 ha mietuto tante vittime messinesi, per lo più uomini, tutti rei di aver ceduto alla richiesta di amicizia su Facebook da parte di profili di donne molto accattivanti e convincenti, che in realtà erano soltanto la maschera di organizzazioni ben strutturate di truffe ed estorsioni.

Nel campo delle truffe ad Enti agricoli regionali e Comunità Europea rientrano le Operazioni Agea e Terreni in Comune, condotte dai militari dell’Arma e dalle Fiamme Gialle di Messina. La prima, datata 3 ottobre, ha coinvolto due messinesi e due dipendenti dell’Agea in servizio a Catania e Lentini accusati di aver contribuito all’erogazione di finanziamenti non dovuti. La seconda, datata 1 dicembre, ha messo in luce un’associazione a delinquere che utilizzava terreni agricoli esistenti, talvolta anche comunali, li dichiarava falsamente in possesso dei propri associati, produceva false autocertificazioni e riusciva, così, ad intascarsi i contributi dell’Unione Europea, danneggiando l’Agea – Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura.

Il 2014 verrà, di certo, ricordato anche per la mole di truffe assicurative che, da nord a sud della Provincia di Messina, ha dato parecchio lavoro alle Forze dell’Ordine. L’Operazione First Aid dello scorso 10 luglio, in particolare, ha sgominato un giro di truffe alle assicurazioni che fruttava in media 10mila euro ad incidente falso, grazie alla complicità di un medico di Pronto Soccorso, attori e testimoni, un dipendente delle Poste e qualche avvocato. Un giro di affari consistente, per lo più operante nella zona ionica tra Taormina, Calatabiano, Fiumefreddo e Giarre che i finanzieri guidati dal Colonnello Vellucci sono riusciti a smascherare dopo mesi di indagini. Enorme, per la quantità di persone coinvolte (ben 52) e per l’impegno congiunto di Vigili Urbani e Carabinieri, anche l’esito dell’Operazione Tris che, l’11 dicembre, ha smascherato un’associazione a delinquere ben organizzata e attiva su tutto il territorio messinese che riusciva, da un solo incidente vero, a riprodurne almeno altri 3, con tutti gli intaschi di indennizzi e false assicurazioni. In questo caso la complicità dei veri protagonisti era totale considerando che, a far scattare il sospetto negli inquirenti, era stato proprio il referto di un giovane finito in prognosi riservata per un incidente gravissimo, le cui modalità erano poi state ritrovate in altri 2 incidenti successivi. Un giochino che al 41enne Gaetano Molino e Company aveva fruttato guadagni per oltre 100mila euro.

EPILOGO. Il 2014 si conclude così, con un bilancio assai pesante per quel che riguarda, in particolare, i numeri delle vittime su strada. Quest’anno Messina ha visto morire, per incidenti autonomi e non, tanti suoi concittadini e ne ha pianto talvolta la fatalità ingiusta talvolta la distrazione di qualche conducente, talvolta le condizioni pessime di strade e autostrade. Per avere il quadro completo bisognerebbe inserire anche quelle tragedie di cui non si vorrebbe mai scrivere, come quella dello scorso 25 aprile quando Ramona Prinzi, bimba di 6 anni, volò giù dal terzo piano della sua casa morendo sul colpo, o come quando, lo scorso 10 marzo, un operaio edile si tolse la vita impiccandosi a Scaletta, lasciando solo un biglietto in cui chiedeva scusa alla sua famiglia. O ancora, quando lo scorso 10 agosto morì in mare una bimba napoletana, mentre pochi giorni prima la stessa sorte era capitata a Vincenzo Oddo, annegato dopo un tuffo a mare, a Brolo.

E’ stato di certo un anno intenso, che ha visto il dispiegarsi di Forze dell’Ordine in tutti i campi e settori, nonostante anche qui i tagli si siano fatti sentire. Quel che manca, tra le operazioni annoverate fin qui, è quel dilagare di microcriminalità e atti violenti che, nelle più disparate giornate del 2014, hanno fatto irruzione tra le pagine di cronaca sconvolgendo per modalità, spregiudicatezza e, perché no, per la giovinezza dei loro stessi autori. Come non ricordare l’aggressione all’edicolante di Piazza Cairoli da parte di un 24enne messinese, o i pugni e i calci di due ragazzini che hanno preso di mira un giovane straniero strappandogli via la bici, così, per pura cattiveria. E come dimenticare gli incendi di auto della Preside e di una professoressa dell’Albino Luciani, della sfilza di rapine messe a segno da “bambini” in farmacie, negozi e supermercati. “Usavamo i soldi per comprare vestiti” è stata poi la spiegazione che sono riusciti a dare ai carabinieri che li hanno ascoltati. Rapine messe a segno ovunque, anche per poche centinaia di euro, che non hanno fatto che confermare come la crisi economica si faccia sentire, sempre più. Come si potrebbe spiegare, se no, l’aumento di richieste a usurai, soprattutto da parte di famiglie o giovani donne che non riescono ad arrivare alla fine del mese e che si lasciano “ammaliare” dalla disponibilità facile di denaro concesso dagli strozzini, dimenticando che questi tornano sempre a riprendere quanto concesso, con tassi e interessi da capogiro.

Il 2014 si fa salutare con grande tristezza. Ha esordito con una sparatoria a Giostra e si è concluso con un incidente mortale in autostrada. La speranza è sempre la stessa, ogni notte di San Silvestro, ossia che “l’anno che verrà” sia sempre migliore di quello passato. La speranza è una dolce illusione, forse, ma la certezza è che, in qualsiasi modo sarà il 2015, noi saremo sempre qui a raccontarvelo, con onestà ed impegno, giorno dopo giorno. (Veronica Crocitti)

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