Un anno di Acr Messina: dallo sciagurato play out al sesto posto di oggi

Un anno di Acr Messina: dallo sciagurato play out al sesto posto di oggi

Marco Ipsale

Un anno di Acr Messina: dallo sciagurato play out al sesto posto di oggi

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giovedì 31 Dicembre 2015 - 17:00

Una squadra costruita malissimo non riesce ad evitare l’ultimo posto dei play out. Una decisione assurda, quantomeno nella tempistica, a soli due giorni dallo spareggio, cambia le carte in tavola ed il Messina si ritrova ad affrontare scarico la Reggina. Poi i soliti trambusti estivi, la nuova società, la riammissione e un sesto posto che sa di rinascita

Un anno dai due volti, opposti tra loro. Dalla paura del baratro alla rinascita, dalla vecchia società ad una nuova. Scenari impensabili un anno fa ma, dopo mesi di sconforto, i tifosi del Messina possono chiudere l’anno col sorriso.

E dire che la prima metà dell’anno, poi chiusa in modo sciagurato, si era aperta bene. 3-0 al Savoia, 13esimo posto in classifica, + 2 sulla zona play out, addirittura +11 sul trio di coda composto da Aversa, Reggina e Savoia. Poi subito con i piedi per terra, 0-2 in casa col Barletta. L’occasione del riscatto arriva alla seconda giornata di ritorno: il Messina è in vantaggio per 2-1 sul campo della Lupa Roma e si appresta al sorpasso in graduatoria. Ed è qui che arriva il primo segnale di una stagione storta, in pieno recupero i laziali pareggiano con gol del portiere sugli sviluppi di un corner. Giallorossi in zona play out.

Il 25 gennaio una delle poche note liete della stagione: dopo aver vinto all’andata al Granillo, il Messina si ripete al San Filippo, mettendo sotto la Reggina addirittura per 4-0, prima di subire nel finale la rete della bandiera. Una doppia grande soddisfazione a quasi 8 anni di distanza dall’ultima sfida, in serie A, vinta dai calabresi per 3-1. In classifica ci sono sei squadre nell’arco di due punti, per evitare l’ultimo posto nei play out, che alla fine sarà occupato proprio dal Messina, in quel momento a 24 punti insieme a Lupa Roma e Cosenza. 25 ne contava il Melfi, 26 Lamezia e Martina.

Il risultato negativo, alla fine, sarà frutto delle successive 8 partite, nelle quali il Messina riuscirà nell’”impresa” di cogliere un solo punto, tra l’altro in uno scontro diretto interno con la Paganese. Dopo essere passati in vantaggio con Corona, al 43’, i peloritani si fanno raggiungere da Girardi, al 67’, e non riescono a portare a casa i tre punti che avrebbero potuto cambiare il corso delle cose. Le 7 sconfitte arriveranno ad opera di Matera, Casertana, Lecce, Juve Stabia, Lamezia, Melfi e Foggia. Le prime quattro sono corazzate del campionato, così come il Foggia, mentre il Lamezia, con la vittoria sul Messina, vola a +11 e si mette in salvo. Alla fine, dopo il pareggio con la Paganese, l’altra disgraziata partita che segnerà il destino dei peloritani è quella interna col Melfi. Sembra di rivedere lo stesso film ma va a finire anche peggio. Anche stavolta il Messina passa in vantaggio, addirittura al 6’, con Ciciretti, ma nella ripresa crolla. Il pareggio di Fella, al 51’, evidenzia tutte le pecche di una squadra che non sa reagire e sembra rassegnata, perché non riesce a raggiungere una vittoria che gli avrebbe consentito di agguantare proprio il Melfi. Ad un certo punto sarebbe bastato persino il pareggio, per continuare a sperare di recuperare i tre punti di differenza nelle successive nove partite. Il Melfi, invece, scappa a +6.

Inevitabile l’esonero di Grassadonia, artefice della splendida promozione dell’anno precedente ma anche delle ultime 7 partite con un solo punto. A Foggia c’è già il nuovo allenatore, Nello Di Costanzo, tornato in riva allo Stretto dopo l’esperienza in serie B di sette anni prima. Anche in Puglia arriva una sconfitta, come detto, e i punti di distacco dalla salvezza diretta diventano 7 a otto giornate dalla fine.

Di Costanzo riesce a registrare la squadra, che sembrava incapace di qualunque cosa, ma non a vincere. Arrivano sei pareggi consecutivi prima del ritorno alla vittoria (mancava dal derby con la Reggina, di tre mesi prima) alla penultima di campionato contro la già promossa Salernitana: un curioso parziale di 4-0, che poi diventerà 4-2. A questo punto i play out sono matematici perché la Paganese è avanti di tre punti ma ha lo scontro diretto migliore, a causa di quel disgraziato 1-1 della 24esima giornata. Il Messina perde l’ultima col Savoia, in attesa di giocare lo spareggio proprio contro i campani, prima che un’incredibile decisione del Collegio di Garanzia del Coni, a soli due giorni dallo spareggio (con il Messina già partito alla volta di Torre Annunziata), restituisca alla Reggina i punti necessari per prendere il posto del Savoia, retrocesso in serie D. Nel play out, il 23 e il 30 maggio, sarà doppio 1-0 per i calabresi, carichi all’esatto opposto dei peloritani, arrivati in pessime condizioni fisiche e mentali alla fine di una stagione sventurata. Il paradosso, l’ennesimo, sarà che la Reggina non riuscirà ad iscriversi al prossimo campionato.

Per il Messina sembra riaprirsi l’incubo della serie D, dopo il faticoso cammino per esserne venuto fuori. Il 9 giugno, il patron Pietro Lo Monaco annuncia di voler cedere la società, lanciando accuse contro tutto e tutti, senza fare riferimento alle proprie responsabilità per la costruzione di una rosa inadeguata alla categoria. Il timore è che non si faccia avanti nessuno e che si torni a vivacchiare in attesa dell’eventuale arrivo di una nuova società, con lo spettro di un ennesimo fallimento.

La speranza di rinascita si concretizza il 7 agosto, quando viene ufficializzato il passaggio delle quote ad un gruppo tutto messinese con a capo Natale Stracuzzi, imprenditore nel settore dei cantieri navali, che affida la conduzione della nuova squadra ad un grande ex giallorosso, Arturo Di Napoli. La festa arriva il 29 agosto, con la riammissione in Lega Pro al posto del Lamezia, coinvolto nell’ennesima inchiesta sul calcioscommesse. E’ corsa contro il tempo, perché il campionato comincia il 6 settembre e la squadra non è ancora composta. Alla fine il Messina, così come il Monopoli ripescato dalla serie D, otterrà il rinvio delle prime due giornate ed esordirà il 20 settembre proprio a Monopoli, pareggiando in extremis con un gol di Tavares, il portoghese ingaggiato appena il giorno prima. Inizia così una nuova stagione, con l’obiettivo di cancellare gli orrori di quella precedente ed ottenere una tranquilla salvezza.

Incredibilmente, invece, all’ottava giornata il Messina si ritroverà al primo posto in solitaria, con 16 punti frutto di 4 vittorie, 4 pareggi e nessuna sconfitta, 8 gol fatti e solo 3 subiti, miglior difesa del girone. Un sogno targato Stracuzzi-Di Napoli-Argurio, il direttore sportivo messinese tornato alla base dopo tante esperienze fuori città. La squadra è tutta nuova, l’unico confermato è il portiere Berardi, e può annoverare tra le proprie fila anche Alessandro Parisi, il 38enne difensore che ha disputato sei stagioni in giallorosso (tre in B e tre in A) con 142 presenze e 25 gol all’attivo. Altri colpi di mercato sono il difensore Luca Martinelli, che aveva appena esordito in serie A con la maglia dell’Empoli e conta 66 presenze in serie B, gli altri difensori Burzigotti, Palumbo e De Vito, i centrocampisti Baccolo, Giorgione e Fornito. Il reparto che soffre di più, invece, è l’attacco, dove Tavares e Gustavo sono spesso infortunati e Barraco delude le attese.

Dopo il pareggio di Monopoli, il Messina pareggia a reti bianche in casa del temibile Benevento e regola il Cosenza in casa con un secco 2-0. Tavares salva la squadra anche a Pagani, prima del pareggio interno contro l’Ischia. Poi tre vittorie consecutive: 2-1 al Matera, 0-1 ad Andria e 1-0 contro la Lupa Castelli Romani. Il primo stop arriva a Foggia, 2-0 senza demeritare. La reazione è pronta: 0-2 a Melfi e partita sempre in pugno. Al San Filippo torna il Catania dopo 8 anni e mezzo: l’ultima volta fu 1-1 in serie A, l’11 febbraio 2007. 18mila 426 spettatori fanno festa per una gara che si chiude a reti inviolate. Le ultime cinque partite dell’anno, purtroppo, non sono in linea con le precedenti. Arrivano solo due punti (due pareggi interni contro Juve Stabia e Akragas) e la squadra scivola al sesto posto, mostrando tutti i segnali di stanchezza rimasti nascosti nella prima parte di stagione. Tre brutte sconfitte esterne, a Catanzaro, Lecce e Caserta, riportano tutti con i piedi per terra. Adesso è tempo di rimettere tutto in ordine e ripartire, con gli innesti giusti per ottenere una salvezza tranquilla e togliersi qualche altra soddisfazione.

(Marco Ipsale)

4 commenti

  1. L’ARTICOLO BEN FATTO E INCONTESTABILMENTE SCRITTO BENE NON DIMOSTRA ALTRO CHE MESSINA OLTRE CHE PERDE POSTI NELLA CLASSIFICA DELLE CITTA’ D’ITALIA NELLO SPORT, IN CAMPIONATO DI CALCIO, ANCHE E’ L’ULTIMA TRA LE 4 CITTA’ DI ITALIA. NON POTEVA ESSERE ALTRIMENTI. NON SI PUO’ CONTESTARE NULLA L’ARTICOLO E’ LO SPECCHIO DELLA SPORTIVITA’ IN CITTA’. IL PANETTONE IL MESSINA NON HA AVUTO LA POSSIBILITA’ DI MANGIARLO LA PRIMO POSTO, COME GIA’ SCRITTO, FORSE NEANCHE AL CENTRO CLASSIFICA MANGERA’ LA COLOMBA E L’OVETTO DI PASQUA.

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  2. L’ARTICOLO BEN FATTO E INCONTESTABILMENTE SCRITTO BENE NON DIMOSTRA ALTRO CHE MESSINA OLTRE CHE PERDE POSTI NELLA CLASSIFICA DELLE CITTA’ D’ITALIA NELLO SPORT, IN CAMPIONATO DI CALCIO, ANCHE E’ L’ULTIMA TRA LE 4 CITTA’ DI ITALIA. NON POTEVA ESSERE ALTRIMENTI. NON SI PUO’ CONTESTARE NULLA L’ARTICOLO E’ LO SPECCHIO DELLA SPORTIVITA’ IN CITTA’. IL PANETTONE IL MESSINA NON HA AVUTO LA POSSIBILITA’ DI MANGIARLO LA PRIMO POSTO, COME GIA’ SCRITTO, FORSE NEANCHE AL CENTRO CLASSIFICA MANGERA’ LA COLOMBA E L’OVETTO DI PASQUA.

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  3. Ma i buccaranni riggitani chi fini fuciru? FALLERU NAUTRA VOTA? E’ U PULMAN?

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  4. Ma i buccaranni riggitani chi fini fuciru? FALLERU NAUTRA VOTA? E’ U PULMAN?

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