Dal Teatro Pinelli al diritto alla casa, dai migranti ai beni comuni. E' stato l'anno dei temi sociali

Dal Teatro Pinelli al diritto alla casa, dai migranti ai beni comuni. E’ stato l’anno dei temi sociali

Eleonora Corace

Dal Teatro Pinelli al diritto alla casa, dai migranti ai beni comuni. E’ stato l’anno dei temi sociali

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martedì 31 Dicembre 2013 - 13:30

Il 2013 ha visto la nascita e il consolidarsi come soggetto socio-politico del teatro occupato di Messina, definito “Pinelli”, nato nei locali del Teatro in Fiera e attualmente situato nell’ex Casa del Portuale. In primo piano, in quest’anno, anche temi sociali importanti come il diritto alla casa, i beni comuni e l’accoglienza dei migranti.

Il 2013 cominciò così: con decine e decine di persone che guardavano l’alba sullo Stretto dalla Passeggiata a mare. All’evento per fine anno indetto dal Teatro in Fiera Occupato – ribattezzato Pinelli – ha partecipato, infatti, anche solo per pochi minuti, gran parte della città, perché l’occupazione del Teatro in Fiera realizzata dalla rete antifascista il 15 dicembre del 2012 e ricordata con l’ evento della notte di San Silvestro è stata molto più di una rivendicazione socio-culturale – come bene o male sono tutte le occupazioni : è stato il simbolo di una città in ginocchio che si riappropria di quello che le è stato sottratto. Partendo dalla prima cosa che ognuno di noi possiede per essere se stesso: la memoria. Gli occupanti erano soprattutto attivisti No Ponte e artisti del collettivo Quasivive, che si inserirono nel circuito dei Teatri Occupati a livello nazionale: dal Valle di Roma al Coppola di Catania.

Partì così la campagna “Occupy Waterfront”, che ebbe una brusca battuta d’arresto con lo sgombero del 14 febbraio, effettuato con sei camionette antisommossa ed un elicottero. Da quel giorno il Teatro Pinelli divenne “Itinerante”, realizzando una serie di azioni in diversi luoghi cittadini significativi quanto abbandonati, denominate “ZTL– zone temporaneamente liberate”. Fu così che l’ex galleria Inps conobbe per una sera il teatro di Jean Paul Sartre, poi toccò alla Galleria Vittorio Emanuele, alla chiesetta sconsacrata limitrofa alle scale mobili-immobili di via Peculio Frumentario, fino ad arrivare all’occupazione del Parco Aldo Moro, che durò l’intero mese di Marzo. Il 25 Aprile, infine, gli attivisti occuparono l’ex Casa del Portuale, edificio situato in una zona in cui tutto sa di oblio, a partire dalla semplice denominazione dei luoghi: ex Casa del Portuale, ex Magazzini Generali, Ex Silos, ex Mercato Ittico… La Casa del Portuale in via Alessio Valori è diventata il nuovo Teatro Pinelli. Là il 15 dicembre scorso gli attivisti hanno festeggiato l’anniversario dell’occupazione. Nel frattempo, nel corso dell’estate, lo stabile è stato arricchito dal graffito di “Blu”, street art italiano di fama mondiale. Questo aveva portato l’ex assessore alla cultura Sergio Todesco a proporre al dipartimento dei beni culturali di riconoscere l’opera.

Marzo 2013 è stato il mese in cui le lotte territoriali si sono unite in tutta Italia: dalla Val di Susa a Niscemi, passando per la grande manifestazione No Ponte del 19 Marzo a Messina, dove è stata chiesta a gran voce la chiusura della società Stretto di Messina. Il mese di mobilitazione si è concluso con il corteo No Muos del 30 marzo, che ha attraversato la riserva naturale della Sughereta a Niscemi (provincia di Caltanissetta). Attivisti messinesi No Muos sono stati protagonisti della “scalata” alle antenne all’interno della base USA avvenuta l’8 agosto insieme ad una decina di attivisti e terminata il 9 quando oltre mille persone che sfilavano nel corteo già organizzato sono penetrate nella base militare andando incontro agli attivisti sulle antenne e conducendoli fuori. Sempre dei messinesi, inoltre, tra i No Muos che hanno occupato l’Ars per una notte, questa volta prima della manifestazione regionale a Palermo del 28 settembre.

In tutto questo, le elezioni di primavera hanno portato alla vittoria Renato Accorinti, attivista No Ponte e storico pacifista, insieme alla sua Giunta, sostenuta da quello che prima ancora di strutturarsi in partito nacque come movimento: Cambiamo Messina dal Basso. L’ingresso della nuova amministrazione a Palazzo Zanca portò alla ribalta temi cari alla società civile e alla politica di movimento: dalla sinergia con associazioni e volontari, applicata soprattutto nella campagna collettiva per la pulizia delle spiagge, al discorso dei beni comuni, per i quali è stata costituita una delega di assessorato, una nuova commissione consiliare – la decima – e redatta una delibera per l’istituzione di un laboratorio dei Beni Comuni. Entrambi i fronti, però, sono attualmente fermi a questi primi passi,soprattutto per quanto riguarda il tema dei Beni Comuni.

Sull’altro fronte, la collaborazione tra istituzioni, associazioni e volontari sembra sancita dal progetto di trasformare il primo piano degli ex Magazzini Generali in un ricovero per clochard. L’assessore al Patrimonio, Guido Signorino, ha, infatti, dato l’autorizzazione fino al 31 Marzo, questo ha messo in moto un vero e proprio lavoro corale: dalla pulizia dei locali effettuata da Messinambiente, al previsto intervento della protezione civile per collocare i letti, passando per il monitoraggio e l’assistenza offerta da diverse associazioni cittadine e semplici volontari. Il ricovero non è stato ancora aperto, necessitando di alcuni lavori di manutenzione che riguardano la corrente elettrica e l’integrazione di sanitari, ma le intenzioni, una volta superati gli ultimi intoppi, sono di poter offrire accoglienza a una cinquantina di persone. Nel frattempo, festeggia la comunità Lgbt cittadina, con l’approvazione da parte della Giunta del registro delle Unioni Civili.

A dicembre sono iniziate le occupazioni nelle scuole cittadine, sulla spinta del Movimento Aut, artefice, tra l’altro, dell’occupazione simbolica della Provincia e di Palazzo Zanca. I membri di quello che sembra essere un rinato movimento studentesco chiedono soprattutto, al Presidente Rosario Crocetta di rivedere la legge regionale per il diritto allo studio. Per questo, è già prevista una manifestazione regionale a Palermo per i primi di maggio.

Gli ultimi mesi dell’anno hanno visto esplodere l’emergenza abitativa e la questione dell’accoglienza ai migranti. Due fronti caldissimi a livello sia locale che nazionale, destinati ad essere di primo piano anche per l’anno che viene. Il 22 Dicembre tre famiglie sgomberate occupano l’ex Scuola di Paradiso. Sull’onda della manifestazione del 19 ottobre a Roma, anche a Messina, partiti, movimenti, associazioni e singoli cittadini si sono riuniti con l’intento di ribadire con forza il diritto alla casa. Oltre al disagio delle famiglie, che parla da solo, il gesto è fortemente rivendicato sul piano politico dal Movimento per il diritto alla casa. Un gesto che arriva dopo una serie di sit-in di fronte la Prefettura per chiedere il blocco degli sfratti, anche per morosità, e diversi incontri con l’amministrazione Comunale, che sono proseguiti anche dopo l’occupazione, non registrando sempre, però, i toni più distesi.

L’arrivo – l’8 Ottobre -a Messina di 52 migranti provenienti dal Corno d’Africa, sistemati in un palazzetto sportivo messo a disposizione dall’Università, costringe l’intera città a fare i conti con l’accoglienza ai migranti e tutte le contraddizioni che la contraddistinguono. Si riattiva, così, la rete antirazzista cittadina, che cerca di dare nuova linfa anche a quella regionale, con l’assemblea del 14 Dicembre. Da associazioni, enti di tutela – Circolo Arci in testa – e attivisti sono stati organizzati diversi sit-in di protesta di fronte la Prefettura per chiedere modalità di accoglienza più dignitose. Dai presidi reggae – dove i protagonisti erano gli stessi migranti- di Novembre al flash mob del 18 Dicembre – giornata mondiale per i diritti dei migranti – contro l’istituzione di una tendopoli. Incandescenti gli ultimi gironi dell’anno: il 26 dicembre, dopo una notte di pioggia, il campo profughi diventa letteralmente un lago, il giorno dopo i migranti si rifiutano di tornare nella tendopoli, iniziando lo sciopero della fame, in segno di protesta estrema. Dopo tre notti trascorse altrove– mentre sono cominciati i trasferimenti in altre città – i migranti rimasti a Messina sono stati costretti a tornare a dormire nelle tende, pena la perdita dello status di richiedenti asilo. Dalla Prefettura, però, arriva la promessa che il 2 Gennaio verranno trasferiti in centri Sprar. Il Ministero della Difesa, intanto, dichiara di voler utilizzare la Caserma di Bisconte per l’accoglienza dei migranti. Un’ipotesi che getta lunghe ombre sul 2014 nella nostra città.

Eleonora Corace

Un commento

  1. Quante vergogne nel totale disinteresse di chi ha il dovere di controllare.

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