Opere pubbliche, un altro annus horribilis. Non sono iniziati i lavori più importanti

Opere pubbliche, un altro annus horribilis. Non sono iniziati i lavori più importanti

Marco Ipsale

Opere pubbliche, un altro annus horribilis. Non sono iniziati i lavori più importanti

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giovedì 31 Dicembre 2015 - 17:00

Svincolo di Giostra, porto di Tremestieri e nuova via don Blasco. Tre opere che potrebbero cambiare il volto della città ma per le quali non si è ancora visto nessun operaio in cantiere. C’è poi il “delitto” Zona Falcata. Si muove qualcosa su altri fronti ma quasi nulla è stato portato a conclusione

Il dato è sconfortante. A consuntivo 2015, sul fronte delle opere pubbliche più importanti, potremmo scrivere lo stesso che abbiamo scritto il 31 dicembre 2014. I lavori per il completamento dello svincolo di Giostra, del porto di Tremestieri e della nuova via don Blasco restano in rampa di lancio ma non sono ancora iniziati. Un risultato negativo impensabile un anno fa, quando si credeva che il più dei diversi iter burocratici fosse fatto.

Si tratta di tre opere che potrebbero cambiare in meglio il volto della città ma che comunque resterebbero insufficienti a colmare l’enorme gap infrastrutturale rispetto a ciò che servirebbe. Anzitutto su base sovracomunale, per l’attraversamento dello Stretto, le linee ferroviarie e il raggiungimento dei due aeroporti più vicini. All’interno del territorio cittadino, invece, l’elenco è ancora più lungo. Due esempi su tutti: la strada Annunziata – Pace, per la quale il Comune ha chiesto i fondi per realizzare il progetto, necessaria per collegare la zona nord alla tangenziale; e la via del Mare, che collegherebbe il centro città con la zona sud, per la quale è pronto il progetto definitivo ma mancano i fondi, tra i 50 e gli 80 milioni. Ed è incredibile che, ancora nel 2016, una strada fondamentale per la viabilità cittadina, la Panoramica dello Stretto, sia priva di illuminazione.

SVINCOLO DI GIOSTRA

Sono ormai trascorsi più di due anni e mezzo da quando, almeno quello, lo svincolo è stato aperto in entrata. Perché sia aperto in uscita, invece, è servita una variante, inserita nell’ambito dell’appalto di riqualificazione del viadotto Ritiro, percorribile da un paio d’anni ad una sola corsia perché a rischio. Due anni e mezzo in cui tutto è rimasto fermo. E dire che l’appalto per il Ritiro è stato aggiudicato il 18 dicembre 2014, poco più di un anno fa. Ipotizzavamo l’inizio dei lavori in qualche mese, prima che arrivasse il ricorso della seconda classificata. Il Tar lo ha respinto il 27 marzo ma è arrivato l’appello al Cga che, il 10 luglio, ha fissato l’udienza di merito al 23 settembre, prima di rinviare tutto al 18 novembre. In quella data, la decisione è andata in riserva. Tradotto, servirà ancora del tempo, e non è chiaro quanto, per chiudere la contesa giudiziaria. Ecco come un anno è trascorso a vuoto. E, a dire il vero, non si è concluso del tutto neanche l’iter burocratico, perché mancano le ultime autorizzazioni che dovrebbero arrivare nei primi giorni di gennaio. “Subito dopo, il progetto esecutivo sarà inviato al Ministero e speriamo di iniziare i lavori entro marzo – ci ha detto il direttore generale del Cas, Salvatore Pirrone”. Nel frattempo, restano i pericoli sulle autostrade messinesi. Sono in corso i lavori nelle gallerie Tindari e Capo d’Orlando (tempi previsti ancora un anno), mentre bisognerà affrontare anche il nuovo problema della frana di Letojanni. Si continua a pagare un pedaggio iniquo alla barriera di Messina Nord, mentre neppure si parla della realizzazione di uno svincolo all’estrema periferia sud dove, tra Tremestieri e Roccalumera, non c’è alcun collegamento autostradale per ben 20 chilometri.

PORTO DI TREMESTIERI

A fine 2014, scrivevamo che “ottenuto il parere ambientale, è in corso la fase propedeutica alla stipula del contratto d’appalto con l’impresa Coedmar, vale a dire l’approvazione del progetto definitivo e la conferma dei finanziamenti”. Incredibile ma vero, un anno dopo siamo ancora nella stessa fase. C’era da risolvere la questione del mutuo in scadenza con la banca Dexia (da 33,5 milioni) ed era necessario un intervento governativo, che è arrivato dopo una serie di incontri a Roma, nella sede del Ministero alle Infrastrutture. Da mesi l’amministrazione comunale, sindaco Accorinti in testa, va ripetendo che i problemi sono stati risolti e che sono arrivate le giuste rassicurazioni sulla firma del decreto da parte del ministro Delrio. Nessuno lo mette in dubbio, sta di fatto che il trasferimento ufficiale dei fondi non è ancora arrivato. L’ampliamento avrà un costo di 72 milioni: circa 28 dovrebbero arrivare dal Ministero (5,5 del mutuo iniziale sono finiti in perenzione), 20 quelli previsti dalla Regione e 15 dall’Autorità Portuale. Mancano 9 milioni perché non è stato confermato il finanziamento iniziale del Cipe. Ma anche con 63 milioni a disposizione si potrebbe ragionare con l’impresa per iniziare ugualmente. Il problema è che pure quelli non sono ufficiali e c’è il rischio che qualche altro milione vada in perenzione. Se le nubi all’orizzonte sono grigie, si sono almeno diradate quelle sul presente. Dal 18 aprile ad oggi il porto attuale è rimasto sempre aperto a pieno regime, grazie anche ad un dragaggio preventivo finalmente autorizzato dalla Regione e realizzato a novembre. Negli ultimi 8 mesi, la città ha sofferto pochissimo l’emergenza tir ma il problema potrà essere definitivamente risolto solo coi lavori di ampliamento del porto.

NUOVA VIA DON BLASCO

Nel 2014, dopo aver garantito i finanziamenti, la Regione aveva chiesto un aggiornamento del progetto per poi erogarli e dare il via libera alla gara d’appalto. Aggiornamento fatto e validato il 30 giugno di quest’anno. La buona notizia è appena arrivata, esattamente sei mesi dopo, il 30 dicembre, con la firma sul decreto di finanziamento. Ora l’Urega avrà tra 45 e 52 giorni di tempo per preparare la gara d’appalto, poi ci sarà un mese per presentare le offerte e infine l’apertura delle buste. Nella migliore delle ipotesi, dunque, serviranno almeno tre mesi prima di poter avviare i lavori. Ma, in realtà, sarebbe un buon risultato anche iniziare a giugno, pure perché c'è da affrontare il nodo espropri: andranno abbattute le vecchie "Case D'Arrigo" e i box del mercatino delle pulci.

ZONA FALCATA

Il 23 aprile 2014 lo storico accordo tra Autorità Portuale e Regione, che ha posto fine ad una contesa decennale. L’Ente Porto regionale s’impegnava a lasciare campo libero, rinunciando ai due contenziosi giudiziari in corso, e così ha fatto, prima di essere messo in liquidazione il 19 giugno di quest’anno. Immancabile il colpo di scena che, come sempre, blocca tutto. Il Comune, che aveva esultato per quell’accordo, a maggio si oppone ed entra in gioco in uno dei due contenziosi, lasciandolo aperto. L’Autorità Portuale annuncia una serie di iniziative di bonifica dell’area ma le blocca in attesa della definizione delle competenze con il Comune. Sentenza prevista il 2 ottobre e rinviata al 16 gennaio. Tempo perso…

RISANAMENTO

Nel 2015 qualcosa si è mosso ma, come sempre, si va a rilento. La situazione più vicina ad essere sbrogliata è quella di via Taormina, dove il mese scorso sono state consegnate agli assegnatari le 20 “case verdi”. In corso i traslochi e gli allacci alle utenze, al termine si potrà finalmente procedere alla demolizione delle baracche lato mare. Altro evento “storico” è l’avvio dei lavori di riqualificazione al complesso Casa Nostra di Tremonti: sono state finalmente abbattute le sette palazzine pericolanti ma la realizzazione del parco urbano è al palo per ritardi nei pagamenti alla ditta. Ed a proposito di parchi, sono ancora clamorosamente fermi i lavori per la costruzione del Parco della Magnolia, nell’area ex Volàno, tra via Palermo e viale Giostra. La Soprintendenza ha chiesto una variante al progetto, che sta richiedendo tempi lunghissimi. Stop pure al parco di Camaro Sant’Antonio, dov’è stato rescisso il contratto con l’impresa che si era aggiudicata l’appalto ma non era riuscita a portarlo a termine: ora servirà una nuova gara. Sono, invece, ripresi i lavori per la realizzazione di 46 alloggi a Camaro Sottomontagna, mentre si avviano verso la conclusione quelli per i 50 di Annunziata Matteotti. La svolta sta nella scelta, da parte dell’amministrazione comunale, di non costruire più nuove case ma di reperirle sul mercato. Una bella idea che si è scontrata con la realtà di una graduatoria in cui sono stati inseriti alloggi privi del certificato di abitabilità. La Regione ha revocato i fondi per 8 offerte di acquisto su 10 riguardanti 39 case da destinare ai baraccati di Fondo Fucile ed ha chiesto di far scorrere la graduatoria, che comprende in tutto 90 case. L’assessore Pino assicura che i soldi saranno riaccreditati ma, nella migliore delle ipotesi, si è perso del tempo prezioso. Sempre all’acquisto di case sul mercato dovranno servire i 42 milioni promessi dalla Regione nel 2013. Appunto, finora solo promessi…

PISTE CICLABILI

E’ ancora frequentata pochissimo, ad un anno e mezzo dalla sua istituzione, la pista ciclabile urbana compresa nel quadrilatero Boccetta-Garibaldi-Cannizzaro-Cavour. Anzi, sempre più spesso, è utilizzata come parcheggio selvaggio. Sono, invece, iniziati i lavori di prolungamento di quella sulla riviera nord. Agli attuali 3 km e 700 metri, se ne aggiungerà ancora 1 km e 300 metri, fino all’altezza del mini autodromo di Sant’Agata.

MUSEO REGIONALE

Nel 2015 sono stati finalmente conclusi i lavori nella nuova sede. Tutto risolto? Ovviamente no. I collaudi sono alle battute finali ma il problema più grande riguarda la ridefinizione della dotazione organica. Una struttura grande sei o sette volte quella attuale ha bisogno di più personale. La Regione, in testa il neo assessore messinese Carlo Vermiglio, assicura che si muoverà in tal senso, reperendo personale interno anche servendosi della nuova delibera che consente il trasferimento interdipartimentale. L’obiettivo è quello di aprire al massimo entro la metà dell’anno entrante. Ma parliamo pur sempre della più grossa incompiuta storica cittadina e c’è da aspettarsi di tutto.

SECONDO PALAGIUSTIZIA

L'iter burocratico è proseguito ma non è ancora giunto a conclusione. Il secondo palagiustizia sarà situato in viale Europa, dove attualmente esiste l'ospedale militare, mentre quest'ultimo sarà trasferito nell'ex Polo Logistico della Marina Militare, in via Bonino. Lo storico finanziamento da 17 milioni servirà per adeguare entrambe le sedi. Nella legge di stabilità è prevista una norma che consente il passaggio delle strutture ma quanto a lungo durerà ancora la procedura?

BADIAZZA

Come nella storia di questi lavori, che riguardano la riqualificazione ambientale del torrente e di tutta l’area intorno al complesso medievale, il ritmo è proseguito lentissimo. Quantomeno non ci sono state interruzioni e adesso siamo veramente agli sgoccioli. C’è finalmente una strada degna di questa nome per raggiungere la chiesa fortezza, anche se mancano ancora l’asfalto e i marciapiedi in una piccola parte del tracciato. Poi si dovrà provvedere all’allaccio alla pubblica illuminazione e potrà dirsi la parola fine.

FORESTA DI CAMARO

La inseriamo nell’elenco perché è un polmone verde di importanza fondamentale per la città, che rimane inaccessibile. Eppure a nessuno sembra importare, nonostante ci sia un finanziamento di oltre un milione di euro nell’ambito del programma Pisu – Pist (Piani di Sviluppo Urbano e Territoriale) attuativo del piano strategico 2020, risalente al giugno 2012. Nel 2015 non è successo niente, se non che il Comune ha approvato la presa d’atto del progetto esecutivo e chiesto alla Regione i fondi. Tutto tace.

ISOLE PEDONALI

Il 6 luglio è stata ampliata l’isola pedonale Duomo e, come sempre, non sono mancate le polemiche sul fatto che sia poco frequentata, soprattutto durante la settimana e con l’arrivo della stagione fredda. L’interlocuzione prosegue sino ad oggi e presto verrà varato un Comitato di gestione delle isole pedonali, per trovare soluzioni condivise e migliorative. Diversa la situazione sul fronte Cairoli. Il 7 novembre 2014 il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva, avanzata da un gruppo di commercianti, che ha posto fine ad un’esperienza durata 10 mesi. Il Tribunale è entrato nel merito un anno dopo, il 27 ottobre, e ha confermato l’illegittimità di un’isola pedonale non inclusa nel Piano Urbano del Traffico. Il Consiglio comunale dovrà rimodificarlo per prevederne una nuova.

PARCHEGGI

Si è perso un anno per il trasferimento nel “fosso” di via La Farina dei modulari rimasti inutilizzati al Cep. L’amministrazione comunale assicura che s’inizierà a gennaio. Poi dovrà essere previsto il pagamento automatico, qui ed anche al Cavallotti, al posto degli scomodi gratta e sosta, così com’è stato fatto a villa Dante. I parcheggi, però, restano ancora sottoutilizzati, mentre in città non si riesce ad arginare la sosta selvaggia. In fase di ripresa i lavori per la costruzione del parcheggio alla Stazione Centrale ma, anche in questo caso, è passato invano un altro anno.

METROFERROVIA

Dal 13 dicembre il servizio è finalmente ripartito con 28 corse quotidiane (14 in ogni direzione). Perché il servizio funzioni, però, e non si ripeta il flop degli anni passati, è necessario il servizio integrato con Atm, sia per quanto riguarda le corse dei bus sia per il biglietto integrato. Sul primo fronte sono appena arrivati 14 nuovi bus che consentiranno di incrementare le linee nei villaggi; sul secondo la scommessa più importante. Al momento l’andata e ritorno sul treno ha un costo di 4 euro e 50 centesimi, sul bus di 1 euro e 70 centesimi. Un totale di 6 euro e 20 centesimi improponibile, serve dimezzarlo e prevedere agevolazioni anche su biglietti per mezza giornata e abbonamenti.

TORRENTE e STADIO SAN FILIPPO

Lo stadio è stato finalmente interessato da importanti interventi di manutenzione, utili ad ottenere l’ok al collaudo decennale. La pecca più grande resta la mancanza di copertura, che impedisce di ospitare eventi importanti come una partita della nazionale o di essere inserito tra le strutture candidate alle olimpiadi di Roma 2024. Pochi giorni fa è stata pubblicata la gara d’appalto da 415mila euro per il ripristino della strada franata a valle del torrente. Le offerte dovranno arrivare entro il 19 gennaio.

PARCO ALDO MORO

Forse c’è da perderci le speranze. Nel 2014 l’apertura alla città sembrava cosa fatta, poi sono subentrati altri disaccordi tra il Comune e l’Ingv. In fase di valutazione un progetto per la realizzazione di un museo sismico ma sembra che il tempo passi senza che nulla si muova. Se lo stallo proseguirà, si passerà alle vie legali… e alle calende greche.

VILLA DE PASQUALE

I messinesi l’hanno conosciuta in occasione di una delle giornate Fai, quand’era ancora in condizioni fatiscenti. Nel maggio 2011 è arrivato un finanziamento Fesr da 837mila euro, poi sono stati realizzati i lavori di riqualificazione e adesso sono praticamente conclusi. Cosa vorrà farne la Regione, che è proprietaria del bene? Un’ipotesi è l’affidamento alla Soprintendenza, che potrebbe aprire al pubblico la sezione archeologica. Anche in questo caso è bene non perdere altro tempo.

… E ALTRO

L’elenco, come ogni anno, potrebbe essere ancora lungo, ma su molti fronti tutto tace. Messina, con i suoi 55 chilometri di costa, continua a non avere un lungomare degno di tal nome ma solo piccoli tratti sparuti e all’orizzonte non sembra vedersi nulla di nuovo. Ancora, l’ex discarica di Portella Arena non è mai stata bonificata, il parco dei Peloritani mai istituito, la copertura anche parziale del torrente Annunziata resta solo un’idea progettuale, non si può salire sul pilone di Capo Peloro ad ammirare il fantastico panorama. Molto rimane da fare sul fronte della cultura ma anche in questo caso poco si muove: l’ex ospedale Margherita potrebbe diventare un polo culturale ma resta abbandonato, così come il Castellaccio e Forte Gonzaga, altri Forti cittadini (Menaia Crispi, Masotto, Spuria, Schiaffino e i resti del Mangialupi), l’abbazia di Mili e la galleria Inps. La città, infine, non riesce a valorizzare ed aprire al pubblico tre suoi tesori preziosi: i resti del Monastero di Santa Maria del Gesù superiore (dove si presume sia situata la tomba di Antonello), palazzo Sturiale (dove ha vissuto Giovanni Pascoli) e, soprattutto, la cripta del Duomo, rimasta aperta solo in alcune occasioni particolari.

(Marco Ipsale)

4 commenti

  1. Resto dell’idea che bisognerebbe sanzionare adeguatamente il chi ha progettato lo svincolo in uscita per Giostra, SENZA appoggiare il suo ingresso alla collinetta nella zona dell’area TORRENTE TRAPANI. D’altra parte, stesso atteggiamento dovrebbe essere tenuto nei confronti del direttore dei lavori.

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  2. Resto dell’idea che bisognerebbe sanzionare adeguatamente il chi ha progettato lo svincolo in uscita per Giostra, SENZA appoggiare il suo ingresso alla collinetta nella zona dell’area TORRENTE TRAPANI. D’altra parte, stesso atteggiamento dovrebbe essere tenuto nei confronti del direttore dei lavori.

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  3. Vergogna ai nostri cari amministratori! Capisco che è facile criticare da fuori ma a tutto c’è un limite… Non può essere sempre colpa della burocrazia o sono gli interessi privati che incidono su questi enormi ritardi? Perché al nord costruiscono in poco tempo, e quando iniziano i lavori li finiscono nei tempi previsti?

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  4. Vergogna ai nostri cari amministratori! Capisco che è facile criticare da fuori ma a tutto c’è un limite… Non può essere sempre colpa della burocrazia o sono gli interessi privati che incidono su questi enormi ritardi? Perché al nord costruiscono in poco tempo, e quando iniziano i lavori li finiscono nei tempi previsti?

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