I residenti: "Incolpano Giuseppe per nascondere esperimenti militari". Il papà: "Mio figlio non c'entra" LE FOTO

I residenti: “Incolpano Giuseppe per nascondere esperimenti militari”. Il papà: “Mio figlio non c’entra” LE FOTO

Veronica Crocitti

I residenti: “Incolpano Giuseppe per nascondere esperimenti militari”. Il papà: “Mio figlio non c’entra” LE FOTO

Tag:

mercoledì 22 Ottobre 2014 - 22:31

Viaggio attraverso i misteri di Canneto di Caronia, in quella Via del Mare dove gli oggetti, da più di dieci anni, prendono fuoco senza un’apparente spiegazione scientifica. La Procura di Patti ha aperto un’inchiesta iscrivendo nel registro degli indagati un 25enne del posto. FOTO DI SERENA CAPPARELLI

C'è solo tanta amarezza nelle parole dei residenti della frazione di Canneto di Caronia all'indomani dalla clamorosa svolta nelle indagini sui misteriosi fuochi, alcuni dei quali, secondo la Procura di Patti, sarebbero da ricollegare alla mano di Giuseppe Pezzino, ragazzo di 25 anni del posto.

Ieri mattina siamo stati lì, abbiamo ascoltato la signora Lorenzina, nonna di Giuseppe Pezzino, ed il padre Nino, storico portavoce di tutta la contrada.

Siamo entrati nelle loro case, in quel che rimane, tra muri bruciati e letti in fumo.

La signora Lucia, residente del posto, ci ha accompagnato lungo la Via del Mare, raccontandoci gli ultimi 10 anni di storia di un paesino balzato agli onori della cronaca per fatti che ancora oggi rimangono inspiegabili.

Lucia ci ha raccontato come è iniziato tutto, nel lontano 2004, e come, per tanti anni, sembrava esser tornati ad una sorta di normalità. Fino allo scorso 14 luglio 2014 quando le fiamme hanno fatto ripiombare Caronia nell’incubo.

E' stato un lungo viaggio storico quello che abbiamo percorso stamattina, tra testimonianze, accuse e richieste incessanti di verità.

Loro, i residenti di Caronia, non hanno dubbi su quel che accadde e che continua ad accadere là: esperimenti militari, una correlazione stretta tra le guerre ed il manifestarsi degli incendi.

"La storia si ripete", ha affermato Nino Pezzuto. Così come era stato nel 2004 quando la Procura di Mistretta aprì un'inchiesta contro ignoti, poi archiviata, così è adesso.

L'unica cosa certa è quel che rimane, adesso, di Via del Mare: 30 metri di odore di bruciato, frigoriferi andati in fumo, coperte nere, mobili affumicati. Non c'è più nulla, oltre la distruzione e le lacrime.

LA CRONISTORIA

I primi episodi si manifestarono il 15 gennaio 2004. Da allora, e per dieci lunghi anni, la piccola frazione di Canneto di Caronia venne letteralmente presa d’assalto da esperti, scienziati, militari, rappresentanti delle istituzioni, giornalisti.

Inizialmente questi fenomeni di autocombustione vennero additati come “casi isolati” e attribuiti a difetti di fabbricazione, piccoli cortocircuiti, surriscaldamenti. Man mano, però, che gli episodi continuavano a manifestarsi, la teoria dei “casi isolati” cadde e si diede ampio spazio alle “forze misteriose”, dai poltergeist agli alieni.

A livello scientifico, iniziò a prender piede la teoria della dispersione elettrica nell’impianto di alimentazione dei convogli ferroviari. Ma il pool di esperti di Enel e Ferrovie dello Stato, chiamato ad intervenire, dovette ben presto arrendersi nel non riuscire a trovare conferma di quanto ipotizzato.

Iniziò così il via vai di geologi, ricercatori, chimici, fisici, universitari, dirigenti della Protezione Civile, Arpa, politici. La Procura di Mistretta aprì un’inchiesta contro ignoti e poi, nel 2008, archiviò il caso. La conclusione dei consulenti, però, fu che si trattava di “mano umana”. Alle stesse conclusioni arrivò anche il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) che bollò subito gli episodi come roghi dolosi.

E questi stessi “fuochi misteriosi” smisero di manifestarsi per diverso periodo fin quando, il 14 luglio 2014, a Canneto di Caronia la storia ha iniziato a ripetersi. Tappeti, televisori, frigoriferi, magliette, scarpe, un’intera mansarda, mura di casa. Tutto ha ricominciato a prender fuoco, talvolta anche contemporaneamente, nella stessa notte, in diverse abitazioni. Tantissimi gli episodi manifestatisi per tutto luglio, agosto, settembre ed ottobre, a cui gli abitanti hanno cercato di far fronte utilizzando personalmente estintori e bacinelle d’acqua. Regolarmente, i dispositivi di rilevazione di fumo istallati dall’Arpa nelle case, suonavano e lanciavano allarmi.

La svolta si è avuta lo scorso 20 ottobre quando i militari dell’Arma del posto hanno fatto irruzione e perquisito 11 tra abitazioni ed automobili. A Giuseppe Pezzino, giovane 25enne, venne notificata un’informativa di garanzia per i reati di incendio e danneggiamento seguito da incendio continuato. Secondo le ipotesi, sarebbe stato lui ad appiccare alcuni dei fuochi al fine di poter approfittare dei risarcimenti. Quella stessa notte del 20 ottobre, prese fuoco il sedile di un’automobile posteggiata sul cavalcavia.

I residenti di Canneto non hanno nessuna intenzione di credere alla colpevolezza del ragazzo ed il papà di Giuseppe, Nino Pezzuto, si dichiara fiducioso nella magistratura, nella certezza che si farà al più presto chiarezza.

Veronica Crocitti

16 commenti

  1. ma come mai i misteri avvengono solo nelle abitazioni degli imparentati e nelle case accanto non parenti non avviene nulla ?

    0
    0
  2. ma come mai i misteri avvengono solo nelle abitazioni degli imparentati e nelle case accanto non parenti non avviene nulla ?

    0
    0
  3. la plastica non può prendere fuoco da sola, lo dice la fisica.
    Io ho sempre pensato che c’è la mano di qualche piromane.Poi chi è questo piromane lo devono scoprire gli investigatori. sicuramente non troveranno ne ufo ne sottomarini ne diavoletti.

    0
    0
  4. la plastica non può prendere fuoco da sola, lo dice la fisica.
    Io ho sempre pensato che c’è la mano di qualche piromane.Poi chi è questo piromane lo devono scoprire gli investigatori. sicuramente non troveranno ne ufo ne sottomarini ne diavoletti.

    0
    0
  5. Angelo Silipigni 23 Ottobre 2014 09:23

    Ma con tutti i soldi che hanno buttato per supermegamaxiesperti di non si sa cosa, per esami fantascientifici alla siesai, opinionisti del tubo e inutilissima protezione civile fatta di xxxxxxxxxxx, perchè non recintavano tutto, senza far accedere nessuno per qualche giorno, ed installavano delle microcamere ben nascoste che riprendevano in continuo(senza che nessuno fosse informato)? Facevano rientrare i residenti e monitoravano la situazione notte e giorno in ogni stanza. E così beccavano il piromane (se c’è), o il fenomeno spontaneo. Poi smontavano le telecamere e le utilizzavano da un’altra parte utilizzando solo qualche tecnico e non i superespertoni del piffero.

    0
    0
  6. Angelo Silipigni 23 Ottobre 2014 09:23

    Ma con tutti i soldi che hanno buttato per supermegamaxiesperti di non si sa cosa, per esami fantascientifici alla siesai, opinionisti del tubo e inutilissima protezione civile fatta di xxxxxxxxxxx, perchè non recintavano tutto, senza far accedere nessuno per qualche giorno, ed installavano delle microcamere ben nascoste che riprendevano in continuo(senza che nessuno fosse informato)? Facevano rientrare i residenti e monitoravano la situazione notte e giorno in ogni stanza. E così beccavano il piromane (se c’è), o il fenomeno spontaneo. Poi smontavano le telecamere e le utilizzavano da un’altra parte utilizzando solo qualche tecnico e non i superespertoni del piffero.

    0
    0
  7. Giuseppe Secondo 23 Ottobre 2014 11:25

    tutto iniziò, nel lontano 2004, proprio a casa dei Pezzino. Coincidenze? Io non credo.
    Al tempo “prendevano fuoco” cavi elettrici (anche se poi si scoprì che le fiamme erano tutte applicate dall’esterno). Ora addirittura prendono fuoco tessili, rivestimenti e tappezzerie. Materiale facilmente infiammabile con il semplice uso di un accendino.
    Armi militari segrete? Anni di monitoraggio non hanno mostrato alcuna attività elettromagnetica. Sarebbe anche ora di spendere soldi pubblici ogni volta che si grida “al lupo al lupo”.

    0
    0
  8. Giuseppe Secondo 23 Ottobre 2014 11:25

    tutto iniziò, nel lontano 2004, proprio a casa dei Pezzino. Coincidenze? Io non credo.
    Al tempo “prendevano fuoco” cavi elettrici (anche se poi si scoprì che le fiamme erano tutte applicate dall’esterno). Ora addirittura prendono fuoco tessili, rivestimenti e tappezzerie. Materiale facilmente infiammabile con il semplice uso di un accendino.
    Armi militari segrete? Anni di monitoraggio non hanno mostrato alcuna attività elettromagnetica. Sarebbe anche ora di spendere soldi pubblici ogni volta che si grida “al lupo al lupo”.

    0
    0
  9. A me sembra un po’ tutto strano:
    1)Nel 2004, data d’inizio degli eventi, l’indagato aveva 15 anni e non penso che a quell’età si possa avere la conoscenza adatta a costruire ordigni temporizzati che provochino combustioni, oltre che sarebbero rimasti i resti di questi fantomatici ordigni.

    2) Quale sarebbe il motivo per cui l’attività del fantomatico piromane indagato dovrebbe essersi fermata per 10 anni per poi, inspiegabilmente, riprendere? Il piromane, essendo malato mentale, è piromane sempre, non prende nè pause, nè ferie, nè permessi.

    3) I Vigili del Fuoco, il CICAP, la Protezione Civile, i RIS e chi più ne ha più ne metta, hanno mai fatto un esame chimico/fisico dei corpi oggetto d’incendio? A questo punto penso di no, visto che delle tracce di combustibile e/o sostanze infiammabili si sarebbero dovute trovare e di residui di oggetti sospettati di provocare combustioni dolose non se ne hanno traccia.

    4) Nessuna assicurazione/società pagherà mai nemmeno un danno per il quale non si riconosce l’origine, quindi, l’ipotesi dell’incendio doloso ai fini di lucrare sui rimborsi mi sembra fantomatica.

    5) Capisco che, potenzialmente, l’indagato potrebbe aver appiccato incendi in casa propria, ma mi sembra improbabile che l’indagato possa andare in casa di terzi ed appiccare incendi senza essere nè visto nè sentito.

    Non voglio difendere nessuno, me ne guarderei bene, ma alla luce delle mie personalissime considerazioni, ritengo, si voglia a tutti i costi trovare un capro espiatorio per chiudere la vicenda il prima possibile.

    Secondo me, tutta la vicenda è gestita in maniera totalmente scoordinata e priva di direttive comuni (ognuno lavora per conto suo con i soldi pubblici).

    E’ IMPOSSIBILE con le attrezzature ed i mezzi che la tecnologia ci offre non scoprire le cause di eventi del genere, subito si sa se sono dolosi o se imputabili ad altre cause, mi sembra strano che sia un mistero irrisolto… sento “puzza di bruciato”, scusate il gioco di parole.

    0
    0
  10. A me sembra un po’ tutto strano:
    1)Nel 2004, data d’inizio degli eventi, l’indagato aveva 15 anni e non penso che a quell’età si possa avere la conoscenza adatta a costruire ordigni temporizzati che provochino combustioni, oltre che sarebbero rimasti i resti di questi fantomatici ordigni.

    2) Quale sarebbe il motivo per cui l’attività del fantomatico piromane indagato dovrebbe essersi fermata per 10 anni per poi, inspiegabilmente, riprendere? Il piromane, essendo malato mentale, è piromane sempre, non prende nè pause, nè ferie, nè permessi.

    3) I Vigili del Fuoco, il CICAP, la Protezione Civile, i RIS e chi più ne ha più ne metta, hanno mai fatto un esame chimico/fisico dei corpi oggetto d’incendio? A questo punto penso di no, visto che delle tracce di combustibile e/o sostanze infiammabili si sarebbero dovute trovare e di residui di oggetti sospettati di provocare combustioni dolose non se ne hanno traccia.

    4) Nessuna assicurazione/società pagherà mai nemmeno un danno per il quale non si riconosce l’origine, quindi, l’ipotesi dell’incendio doloso ai fini di lucrare sui rimborsi mi sembra fantomatica.

    5) Capisco che, potenzialmente, l’indagato potrebbe aver appiccato incendi in casa propria, ma mi sembra improbabile che l’indagato possa andare in casa di terzi ed appiccare incendi senza essere nè visto nè sentito.

    Non voglio difendere nessuno, me ne guarderei bene, ma alla luce delle mie personalissime considerazioni, ritengo, si voglia a tutti i costi trovare un capro espiatorio per chiudere la vicenda il prima possibile.

    Secondo me, tutta la vicenda è gestita in maniera totalmente scoordinata e priva di direttive comuni (ognuno lavora per conto suo con i soldi pubblici).

    E’ IMPOSSIBILE con le attrezzature ed i mezzi che la tecnologia ci offre non scoprire le cause di eventi del genere, subito si sa se sono dolosi o se imputabili ad altre cause, mi sembra strano che sia un mistero irrisolto… sento “puzza di bruciato”, scusate il gioco di parole.

    0
    0
  11. nelle case di terzi, non è successo niente, gli incendi sono avvenuti solo nelle case degli indagati che sono tutti parenti.

    0
    0
  12. nelle case di terzi, non è successo niente, gli incendi sono avvenuti solo nelle case degli indagati che sono tutti parenti.

    0
    0
  13. Giuseppe Secondo 23 Ottobre 2014 23:16

    il CICAP si è occupato del caso già nel 2004, le bruciature risultano dovute a fiamme applicate dall’esterno http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274236

    0
    0
  14. Giuseppe Secondo 23 Ottobre 2014 23:16

    il CICAP si è occupato del caso già nel 2004, le bruciature risultano dovute a fiamme applicate dall’esterno http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274236

    0
    0
  15. e allora che facciano un indagine chimico/fisica degli oggetti combusti, che trovino le prove della dolosità degli incendi e che la smettano con questa farsa che dura da 10 anni a spese nostre.

    0
    0
  16. e allora che facciano un indagine chimico/fisica degli oggetti combusti, che trovino le prove della dolosità degli incendi e che la smettano con questa farsa che dura da 10 anni a spese nostre.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007