Accampati con gazebo e tende i lavoratori di Casa Serena in sciopero della fame

Accampati con gazebo e tende i lavoratori di Casa Serena in sciopero della fame

Francesca Stornante

Accampati con gazebo e tende i lavoratori di Casa Serena in sciopero della fame

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martedì 19 Febbraio 2013 - 13:39

I lavoratori della cooperativa Azione Sociale che gestisce Casa Serena hanno iniziato questa mattina lo sciopero della fame. Riuniti in un movimento spontaneo hanno dato il via a questa forma estrema di protesta perchè pretendono gli stipendi arretrati.

Hanno montato un gazebo in cui da oggi in poi trascorreranno le giornate e quattro tende da campeggio che serviranno per ripararsi dal freddo della notte. Sperano di non dover restarci a lungo, sperano che il loro gesto estremo serva a trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Vogliono lo stipendio. I lavoratori di Casa Serena non ce la fanno più, dopo più di dieci giorni di presidio permanente non hanno ottenuto alcuna risposta su quando la cooperativa Azione Sociale pagherà loro un altro stipendio. L’ultimo che hanno ricevuto risale al mese di ottobre, aspettano novembre, dicembre, gennaio e la tredicesima, il presidente della cooperativa Giovanni Ammendolia non è riuscito a dare risposte esaustive ai dipendenti della struttura di Montepiselli che adesso hanno deciso di passare alle maniere forti. Riuniti in un movimento spontaneo senza sigle sindacali e bandiere sono decisi a non fermarsi fino a quando i soldi non arriveranno. Non hanno alternative, quello che ha vissuto fino ad oggi Casa Serena non ha precedenti, raccontano i lavoratori, abbiamo chiuso il 2012 con il terrore della chiusura, abbiamo iniziato quello nuovo con ammortizzatori sociali e continuiamo a dover subire la mancata retribuzione degli stipendi. Il Comune aveva liquidato alla cooperativa due fatture ma nelle loro tasche è arrivato un solo stipendio e vogliono capire perché. Durante un’assemblea che si è tenuta prima dell’inizio del presidio il Presidente Ammendolia aveva spiegato che le somme ricevute erano state impiegate per regolarizzare la situazione contributiva, il Durc, e saldare alcuni debiti con le banche. Il risultato è che alla fine a pagare sono stati i dipendenti che nonostante tutto hanno continuato a lavorare e che adesso però non sanno più come andare avanti. “E’ inutile tornare a casa dalle nostre famiglie e non sapere più cosa dire, non abbiamo più i soldi neanche per fare la spesa, alle bollette non ci pensiamo neanche più”. Come i colleghi di tutte le cooperative sociali restano in attesa delle ormai famose fatture che il Comune deve liquidare, il Dipartimento servizi sociali assicura che gli uffici continuano a lavorare ma non si comprende dove accade il corto circuito. La certezza è che moltissime di queste fatture restano per giorni ferme in Ragioneria Comunale. A loro però tutto questo non interessa. Scioperano, assicurando comunque tutti i servizi, perché quello che vogliono sono solo i soldi. (Francesca Stornante)

Un commento

  1. Senza concorso e senza investimenti le cooperative hanno sempre dato lavoro agli amici degli amici. Certo lo stipendio è stretto stretto e bisogna imbarcare più amici possibile per alimentare il serbatoio dei voti. Andate a protestare da chi vi aveva agevolati prima che ora che c’è il voto si possono fare miracoli e per sapere come fare a tirare avanti nel frattempo chiedetelo a chi è disoccupato da 30 anni o a chi è già andato in pensione da disoccupato siete ridicoli voi e i media che vi appoggiano.

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