Messina flop, la squadra interpreti lo spirito di imprenditori e tifosi che hanno salvato l’Acr

Messina flop, la squadra interpreti lo spirito di imprenditori e tifosi che hanno salvato l’Acr

Emanuele Rigano

Messina flop, la squadra interpreti lo spirito di imprenditori e tifosi che hanno salvato l’Acr

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lunedì 26 Settembre 2011 - 10:35

Pensabene potrebbe essere esonerato nelle prossime ore, pronto un uomo della “scuderia” Salerno. La società ha raccolto la contestazione e proverà a scuotere i giocatori. Serve umiltà, mentalità e unità di intenti

Cosa succede in casa Messina? Il pareggio poco convincente maturato a Noto ha evidenziato, ancora una volta, le lacune di una squadra che non riesce ad esprimere in campo il suo reale potenziale. Sul banco degli imputati, come spesso accade in queste circostanze, sale il tecnico Andrea Pensabene, ancora incapace (ma è il vero colpevole?) di dare la carica ai suoi. Nel dopo partita del “Palatucci” l’allenatore ha sottolineato nuovamente il rendimento da Fiat 500 della Ferrari giallorossa. Il tutto influenzato dall’assenza, difficile da giustificare, di benzina nelle gambe. La condizione fisica non sembra poter rappresentare più un’attenuante, così come le ragioni tattiche. Anche se la formula con la doppia prima punta, seppur a turno indietreggiata sulla linea dei trequartisti, continua a non convincere perché lascia spazio alla corsa e all’atletismo degli avversari.
Detto questo, la società nelle prossime ore deciderà se mantenere o meno Pensabene al posto di comando. L’impressione è che sia più probabile un addio che una permanenza. Ma non vi è al momento alcuna ufficialità. Qualora dovesse cambiare guida tecnica, per la sostituzione dell’ex Ebolitana è pronto un uomo della “scuderia” di Nicola Salerno. Il tentativo è quello di scuotere un organico che non riesce più a vincere. La strada è ancora lunga e il tempo per rimediare c’è. La contestazione dei tifosi deve essere contestualizzata nella voglia di manifestare insofferenza rispetto ad una squadra che non decolla, ma che soprattutto non interpreta quello spirito che ha mosso imprenditori e tifosi nell’opera di salvataggio dell’Acr. Manca la cattiveria agonistica, quella necessaria per vincere le partite in serie D. Il nervosismo gravita mentre non si corre dietro ogni pallone, con il coltello tra i denti.

Lo spirito, la mentalità, la forza di calarsi in una realtà difficile come la quinta serie, per portare il Messina lì dove merita. Quello stimolo che hanno ancora oggi i tifosi, capaci di lottare pur tenendo in corpo, ogni giorno, l’irrefrenabile necessità di lasciare questa categoria infernale. Il messaggio è stato lanciato e forse raccolto dalla società. Ma serve restare uniti per continuare a lavorare tutti per un unico obiettivo: vincere il campionato e tornare tra i professionisti. Chi non se la sente…

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