Sette anni di crisi a Messina. Peggio solo altre 7 province italiane

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Sette anni di crisi a Messina. Peggio solo altre 7 province italiane

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martedì 15 Luglio 2014 - 07:33

Il segretario generale Cgil Messina, Oceano: i dati pubblicati oggi dal Sole 24 Ore danno contezza degli effetti della crisi economica nel territorio messinese. Effetti temuti e denunciati dal sindacato che ha chiesto misure di contrasto

Sette anni di crisi e Messina, secondo la classifica pubblicata ieri dal Sole 24 Ore, è l’8a provincia italiana ad averne maggiormente subito gli effetti negativi. 7a per maggiore calo nell'acquisto di beni durevoli – elettrodomestici, informatica, mobilio-, e lontana dai valori di spesa nazionali, 637 euro contro gli 864 della media nazionale. Meno 64% nell'acquisto di auto nuove. Perdita netta dal 2007 a oggi del 9,7% del PIL che è valutato in 14.648 euro contro una media nazionale di 23.379. Risultati pessimi anche negli altri indicatori tra i quali la disoccupazione che in 7 anni è più che raddoppiata e, elemento grave che getta un'ombra sulle prospettive di ripresa e di fiducia delle nuove generazioni, anche un calo del 4,7% nel numero dei laureati, un valore che nel resto del Paese tende a crescere con una media del 7,7%.

“I dati pubblicati oggi dal Sole 24 Ore danno contezza – osserva il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano – di come la crisi economica abbia colpito maggiormente il nostro territorio rispetto ad altri. Ciò nonostante una opinione particolarmente diffusa, ancorché errata, che la rarefazione del nostro tessuto produttivo, e la dipendenza di quello esistente dal settore pubblico, avrebbe determinato una minore virulenza della crisi economica. In questi anni la CGIL di Messina, come pochi altri osservatori attenti, ha raccolto e analizzato dati, sia quelli generali che quelli di dettaglio della qualità e quantità delle vertenze. Abbiamo segnalato la destrutturazione della capacità produttiva e la perdita di vocazioni che hanno caratterizzato la storia economica del nostro territorio, chiedendo misure di contrasto che tenessero conto delle caratteristiche con cui la crisi ci colpiva e delle misure che servivano a contenere i danni e costruire il rilancio. Abbiamo sempre pensato che la nostra condizione sia particolarmente difficile perché alla progressiva destrutturazione delle nostre vocazioni produttive non faceva da contraltare né una significativa iniziativa privata, né una qualsiasi attività di indirizzo, progettazione e programmazione da parte del settore pubblico. In questi anni abbiamo pagato assenza di politiche industriali a livello nazionale, ma anche – se non soprattutto – assenza di progettualità e iniziativa da parte delle Istituzioni locali. Ricostruire un tessuto produttivo in un territorio che da questo punto di vista è andato incontro ad una vera e propria desertificazione è compito arduo, che richiede competenze, immaginazione, determinazione. Serve immaginare un progetto alto che ricostruisca lo sviluppo e la vocazione produttiva oltre facili, scontati e inconcludenti stereotipi. Serve una azione forte di coesione tra soggetti istituzionali, di rappresentanza sociale e forze produttive. Sono necessarie alleanze tra territori e popolazioni. È necessaria una forte rivendicazione di infrastrutture idonee a garantire dignità e prospettive di sviluppo e delle risorse per realizzarle. La condizione di impoverimento di sempre più larghe fasce di popolazione, il dramma della disoccupazione che colpisce i giovani, ma anche i non giovani, la perdita di reddito da parte dei nuclei familiari che determina la perdita di speranza e la ripresa di una forte migrazione giovanile ma non solo, intellettuale ma non solo, dove i nostri giovani laureati emigrano per andare a fare i camerieri a Londra, richiedono oggi la strenua difesa di ogni posto di lavoro, ma contemporaneamente un serio sforzo per un progetto di sviluppo, diverso, migliore, capace di restituire la speranza e di valorizzare le nostre risorse. A cambiare le cose non bastano, da soli, spot e buone intenzioni. Servono valori e regole, ma anche la capacità di saperli rendere concretamente opportunità di crescita e di speranza. Si muore di molte cose: si muore di povertà, di impossibilità ad accedere alle cure o alla prevenzione, si muore di disperazione, si muore di solitudine. Impegnarsi per immaginare e costruire un modello di sviluppo, nuovo e alto, è sfida che può essere ingaggiata se si è capaci di dar valore alle diverse idee, posizioni e necessità, la politica – che deve avere un progetto compiuto – deve assumere la capacità di essere sintesi e mediazione, luogo di contaminazione e di crescita senza temere le critiche, senza presumere autosufficienza, con la capacità di discernere nel merito delle questioni, con attenzione ai princìpi e ai valori, senza provincialismi e banali cliché”.

14 commenti

  1. Come 7 anni in Tibet

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  2. Come 7 anni in Tibet

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  3. che schifo…
    questa città si merita tutto questo, se lo meritano gli amministratori (incompetenti e xxxxxxx), se lo meritano i cittadini (pigri, incivili, scorretti e inetti).
    Il fallimento è di tutti e la cosa triste è che non ci sono i presupposti affinchè questa situazione cambi, chi ci governa continuerà a vaneggiare e a riempire le proprie tasche, i cittadini continueranno a sguazzare nella mediocrità e nell’illegalità per poi lamentarsi di tutto.
    Ma tanto ci sono i sussidi di disoccupazione, le assicurazioni fasulle e tutti gli altri espedienti che vi potranno consentire di pagare le prime rate di macchine che non finirete mai di scontare, ma con le quali girate per il centro privi di assicurazione a far finta di avere i soldi quando invece siete nella fame più nera…
    MESSINA RIP

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  4. che schifo…
    questa città si merita tutto questo, se lo meritano gli amministratori (incompetenti e xxxxxxx), se lo meritano i cittadini (pigri, incivili, scorretti e inetti).
    Il fallimento è di tutti e la cosa triste è che non ci sono i presupposti affinchè questa situazione cambi, chi ci governa continuerà a vaneggiare e a riempire le proprie tasche, i cittadini continueranno a sguazzare nella mediocrità e nell’illegalità per poi lamentarsi di tutto.
    Ma tanto ci sono i sussidi di disoccupazione, le assicurazioni fasulle e tutti gli altri espedienti che vi potranno consentire di pagare le prime rate di macchine che non finirete mai di scontare, ma con le quali girate per il centro privi di assicurazione a far finta di avere i soldi quando invece siete nella fame più nera…
    MESSINA RIP

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  5. Analisi e parole alte e condivisibili.
    Ciò’ però non assolve nessuno dalla responsabilità derivante dall’aver contribuito ad abbattere quel progetto che avrebbe potuto evitare la catastrofe messinese : IL PONTE SULLO STRETTO. (” A proposito di “provincialismi e di banali cliché”) … “Oceano di silenzio ” suggerirebbe…. Franco Battiato nella sua splendida composizione invitante alla ” meditazione”.

    Da queste parti ahi noi non medita nessuno! …Sarebbe ora però , dopo tanti anni trascorsi inutilmente a parlare , dibattere, condannare, scrivere documenti, interviste….guardare al risultato: ZERO! . La classe dirigente messinese dovrebbe dimettersi .
    Quando si fallisce ci si dimette.

    Con l’avvio della più innovativa ECOLOGICA( anche mentale) e PROGRESSISTA opera infrastrutturale dell’epoca moderna, questa città avrebbe visto arricchire, non solo economicamente tutti i ceti sociali : dai possidenti, ai professionisti, agli artigiani, commercianti e persino i burocrati anche quelli sindacali ma specialmente le categorie più DISAGIATE e senza futuro… destinate alla emigrazione forzata più o meno confortevole. …..”Senza provincialismi e banali cliché “

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  6. Analisi e parole alte e condivisibili.
    Ciò’ però non assolve nessuno dalla responsabilità derivante dall’aver contribuito ad abbattere quel progetto che avrebbe potuto evitare la catastrofe messinese : IL PONTE SULLO STRETTO. (” A proposito di “provincialismi e di banali cliché”) … “Oceano di silenzio ” suggerirebbe…. Franco Battiato nella sua splendida composizione invitante alla ” meditazione”.

    Da queste parti ahi noi non medita nessuno! …Sarebbe ora però , dopo tanti anni trascorsi inutilmente a parlare , dibattere, condannare, scrivere documenti, interviste….guardare al risultato: ZERO! . La classe dirigente messinese dovrebbe dimettersi .
    Quando si fallisce ci si dimette.

    Con l’avvio della più innovativa ECOLOGICA( anche mentale) e PROGRESSISTA opera infrastrutturale dell’epoca moderna, questa città avrebbe visto arricchire, non solo economicamente tutti i ceti sociali : dai possidenti, ai professionisti, agli artigiani, commercianti e persino i burocrati anche quelli sindacali ma specialmente le categorie più DISAGIATE e senza futuro… destinate alla emigrazione forzata più o meno confortevole. …..”Senza provincialismi e banali cliché “

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  7. e dove sarebbe la novità??

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  8. e dove sarebbe la novità??

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  9. La grande conquista e’ che non c’è’ un ponte che fa ombra sui pesci, le navi com’è’ noto non fanno ombra, non inquinano, non fanno fumi, non scaricano liquami in mare…..etc……Con i soldi del ponte si stanno realizzando grandi opere alternative che daranno pane e lavoro……in modo ecologico……secondo dettami semplici ….piu’ persone hanno redditto, piu’ persone mangiano e sporcano, inquinano…….no… no ….quindi se mangi sporchi…..ecologicamente, per il bene di Messina, più’ fame e povertà’ c’è’….. meno si sporca….bisogna togliere pane e lavoro ai messinesi….ed ecco che il presidente della regione Puglia pietosamente aiuta i messinesi….la piattaforma logistica, l’alta velocità’,lo scambio nave treno per il traffico merci con l’Europa si sposta in Puglia….saranno i pugliesi ad avere pane e lavoro…e quindi a mangiere e sporcare….una parte dei soldi del ponte finisce ad altre regioni…Poverini saranno costretti a subire pane e lavoro….meno male che per i messinesi ci sono solo gabbelle da pagare ed una fame record…..che fortuna per noi messinesi non avere più’ nulla….ma l’ombra sui pesci no….non l’abbiamo permessa….e neanche il pane e lavoro per i messinesi……non l’abbiamo permesso……

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  10. La grande conquista e’ che non c’è’ un ponte che fa ombra sui pesci, le navi com’è’ noto non fanno ombra, non inquinano, non fanno fumi, non scaricano liquami in mare…..etc……Con i soldi del ponte si stanno realizzando grandi opere alternative che daranno pane e lavoro……in modo ecologico……secondo dettami semplici ….piu’ persone hanno redditto, piu’ persone mangiano e sporcano, inquinano…….no… no ….quindi se mangi sporchi…..ecologicamente, per il bene di Messina, più’ fame e povertà’ c’è’….. meno si sporca….bisogna togliere pane e lavoro ai messinesi….ed ecco che il presidente della regione Puglia pietosamente aiuta i messinesi….la piattaforma logistica, l’alta velocità’,lo scambio nave treno per il traffico merci con l’Europa si sposta in Puglia….saranno i pugliesi ad avere pane e lavoro…e quindi a mangiere e sporcare….una parte dei soldi del ponte finisce ad altre regioni…Poverini saranno costretti a subire pane e lavoro….meno male che per i messinesi ci sono solo gabbelle da pagare ed una fame record…..che fortuna per noi messinesi non avere più’ nulla….ma l’ombra sui pesci no….non l’abbiamo permessa….e neanche il pane e lavoro per i messinesi……non l’abbiamo permesso……

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  11. sottoscrivo

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  12. sottoscrivo

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  13. L’indignato, schifato (“che schifo)”commentatore alo… si e’ mai chiesto come mai questa bellissima città ” si merita” la condizione fallimentare nella quale e’ immersa, a suo dire, senza speranza?

    Si stanno cimentando a governarla amministratori di tutti i tipi, ricchi.. poveri..eleganti..scalzi…con le Hogan.. competenti.. incompetenti, …onesti… disonesti…dal basso…dall’alto…da destra…sinistra….centro. Si ha l’impressione però che nulla possa cambiare nella sostanza.

    SENZA SOLDI NON SI CANTA MESSA e SOLDI NON NE ARRIVANO più . …ed allora? Quale progetto industriale serio e competitivo per Messina? Il Ponte (la manna) era bello e servito dopo tanti lustri finalmente. Si e’ ceduto ai poteri del Nord…di Monti & C. ed accettato l’abbattimento senza neanche richiedere le opere compensative che erano previste.

    Chieda alla stragrande maggioranza dei messinesi, si chieda Lei per primo se l’adesione alla realizzazione del Ponte e’ stata totale e sincera. Quante Sfilate e magliette Si Ponte si sono viste in giro

    LA MALEDIZIONE solo con la MALEDIZIONE si possono spiegare tante cose.. .LA NEMESI si avvera…Implacabile su questa città

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  14. L’indignato, schifato (“che schifo)”commentatore alo… si e’ mai chiesto come mai questa bellissima città ” si merita” la condizione fallimentare nella quale e’ immersa, a suo dire, senza speranza?

    Si stanno cimentando a governarla amministratori di tutti i tipi, ricchi.. poveri..eleganti..scalzi…con le Hogan.. competenti.. incompetenti, …onesti… disonesti…dal basso…dall’alto…da destra…sinistra….centro. Si ha l’impressione però che nulla possa cambiare nella sostanza.

    SENZA SOLDI NON SI CANTA MESSA e SOLDI NON NE ARRIVANO più . …ed allora? Quale progetto industriale serio e competitivo per Messina? Il Ponte (la manna) era bello e servito dopo tanti lustri finalmente. Si e’ ceduto ai poteri del Nord…di Monti & C. ed accettato l’abbattimento senza neanche richiedere le opere compensative che erano previste.

    Chieda alla stragrande maggioranza dei messinesi, si chieda Lei per primo se l’adesione alla realizzazione del Ponte e’ stata totale e sincera. Quante Sfilate e magliette Si Ponte si sono viste in giro

    LA MALEDIZIONE solo con la MALEDIZIONE si possono spiegare tante cose.. .LA NEMESI si avvera…Implacabile su questa città

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