Lavoratori Inps in protesta sotto gli uffici del Ministro D'Alia

Lavoratori Inps in protesta sotto gli uffici del Ministro D’Alia

Lavoratori Inps in protesta sotto gli uffici del Ministro D’Alia

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giovedì 04 Luglio 2013 - 10:39

I dipendenti dell'Inps di Messina e provincia hanno risposto con un'adesione del 40% allo sciopero del settore indetto dall'Unione sindacale di Base. In tanti si sono ritrovati in presidio sotto la sede del Ministro D'Alia, dito puntato contro contratti bloccati e riduzione dello stipendio.

Contratti bloccati dal 2009 e in arrivo un’altra sforbiciata che toglierà 300 euro dallo stipendio. Non ci stanno i lavoratori Inps di tutta Italia che hanno deciso di manifestare per dire no al continuo smantellamento della previdenza pubblica che dovrebbe significare invece servizi e qualità. A Messina il presidio proclamato dall’Unione Sindacale di Base si è riunito sotto la sede del Ministro messinese alla Pubblica Amministrazione Giampiero D’Alia. A lui si sono rivolti i tanti lavoratori in protesta che non vogliono rassegnarsi ad accettare l’ennesimo taglio sulle loro tasche.

Duro il segretario Usb Vincenzo Capomolla. “Finita la sbornia elettorale, rimettono da parte gli slogan su lavoro e garanzie ed ecco subito la nuova sforbiciata all’Inps: oltre 500 milioni di euro, un colpo tale che vuol dire chiudere sedi e servizi. Ovviamente non ci si dimentica dei dipendenti: dopo il blocco dei contratti, in media altri 300 euro al mese in meno a chi già ormai non arriva a fine mese. Con un bel punto interrogativo sul futuro. Ovviamente, non ci risulta che 1 solo euro sia stato toccato, ad esempio, per il trattamento milionario dei vertici Inps, o per quello dello stesso Ministro”.

Oltre il 40% dei dipendenti delle sedi Inps della Provincia ha risposto allo sciopero indetto dal sindacato.“Una bella giornata di opposizione corale dei lavoratori, con dati assolutamente di partecipazione che arrivano anche da tutta Italia”, conclude il dirigente USB.

Per il sindacato il punto vero è che le priorità reali devono essere il lavoro, l’occupazione, le garanzie e le prestazioni per tutti i cittadini. “Da quanti decenni non si procede allo straccio di un’assunzione? Ed invece, passate le elezioni, si riprende a smantellare: servizi, diritti e salari, a colpire al cuore lo stato sociale, i beni comuni, dalla scuola alla sanità, fino al progetto chiaro di mettere una croce sulla previdenza pubblica per foraggiare quella privata e speculativa di banche, assicurazioni e fondi privati, con in prima linea quelli gestiti da Cgil Cisl e Uil”.

Un commento

  1. Cito” in media altri 300 euro al mese in meno a chi già ormai non arriva a fine mese. ”
    Segretario..glielo dico con il cuore in mano…
    ..li convinca che:
    COMUNQUE per loro a fine mese lo stipendio anche se decurtato arriva..
    Che Ci sono famiglie che campano solo con quelle 300 euro.
    Quindi..basta tirare la cinghia visto e considerato che a farsi due conti “qualcuno” ha anche a disposizione il buono pasto per pagarsi la spesa al sabato…cosa che le famiglie da 300 euro al mese non hanno….

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