Ancora romana recuperata in… un giardino privato

Ancora romana recuperata in… un giardino privato

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giovedì 05 Luglio 2012 - 13:45

A seguito di segnalazioni pervenute al Comune, il reperto è stato recuperato stamattina e sarà adesso trasferito all'Arsenale Militare per essere sottoposto a restauro ed essere successivamente esposto a Forte S. Salvatore,

Un ceppo d’ancora in piombo con cassetta rettangolare, priva di perno di fissaggio, databile sulla base del materiale in cui è realizzata entro il II sec.d.C, classificabile in un tipo ampiamente attestato in tutto il mondo antico, è stata recuperata non in mare, ma in un giardino della zona di Galati, nella periferia sud di Messina, ove era stata conservata negli ultimi decenni da un pescatore della zona, oggi scomparso. Ancore analoghe sono state recuperate in tutta l’area dello Stretto (capo Peloro, Torre Faro) e oltre (capo Alì e Milazzo, Punta Mazza) e sono conservate tanto al Museo Regionale che nei depositi della Soprintendenza di Messina. A seguito di segnalazioni pervenute al Comune, l’assessore alle politiche del mare Pippo Isgrò, con la responsabile dell’Unità operativa10 della Soprintendenza ai Beni culturali di Messina, dott.ssa Gabriella Tigano, ha effettuato stamani il sopralluogo, recuperando il reperto che sarà adesso trasferito all’Arsenale Militare per essere sottoposto a restauro ed essere successivamente esposto a Forte S. Salvatore, grazie alla disponibilità del comandante del Distaccamento Marina Militare di Messina, capitano di vascello, Santi Le Grottaglie, ed all’alta sorveglianza della Soprintendenza. L’ancora di un peso approssimativo di 270 Kg, che originariamente doveva prevedere anche la contromarra come si evince da una prima analisi ricostruttiva, contribuirà alla realizzazione di momenti espositivi dedicati al mare, in un quadro di interventi a San Salvatore ed a palazzo Zanca, nell’ambito di un progetto più ampio per la creazione di un Museo del Mare. “Messina – ha detto Isgrò – è città di antiche nobili tradizioni marinare, con uno Stretto culla di miti, e dal mare la città trasse fortuna e prestigio. I fondali sono poi un museo sommerso di imprevedibile valore documentario, che ha reso di recente un reperto bronzeo di estrema rarità e splendidamente conservato, come il rostro di nave romana, nei fondali di Capo Rasocolmo, riferibile alla battaglia di Nauloco ivi combattuta nel 36 a.C. fra Ottaviano e Sesto, il figlio minore di Pompeo”.

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