Parcheggio di Villa Dante, l’impresa cita il Comune per il pagamento dei lavori

Parcheggio di Villa Dante, l’impresa cita il Comune per il pagamento dei lavori

Marco Ipsale

Parcheggio di Villa Dante, l’impresa cita il Comune per il pagamento dei lavori

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martedì 25 Febbraio 2014 - 12:51

La Cosedil di Santa Venerina, che ha realizzato il parcheggio aperto lo scorso 30 novembre, promuove atto di citazione contro il Comune. Palazzo Zanca affida l’incarico per la difesa all’avv. Arturo Merlo

I rapporti con l’impresa non erano mai stati idilliaci. I lavori per il parcheggio di Villa Dante erano stati completati nel novembre 2011 e la Cosedil era andata via prima che venisse effettuato il collaudo. Lo Zaera Sud è stato inaugurato ben due anni dopo, a seguito di una serie di problemi burocratici e di piccoli lavori di completamento per ottenere l’agibilità. L’apertura è avvenuta lo scorso 30 novembre ma, dal punto di vista economico, non tutto è finito. Perché l’impresa di Santa Venerina chiede ancora di essere pagata ed ha citato il Comune, presso il Tribunale civile di Messina, affidandosi all’avv. Luigi Strano.

L’importo a base d’asta, per l’opera, era vicino ai 5 milioni e 700mila euro. L’appalto venne stipulato il 28 settembre 2007 con un ribasso del 31 % per un importo complessivo di 3milioni 879mila 479,98 euro.

La Cosedil ripercorre la lunga serie di vicende che hanno caratterizzato un’opera che avrebbe dovuto essere conclusa in 529 giorni, meno di un anno e mezzo, per la quale sono invece serviti quattro anni, più altri due anni per l’apertura. “Ma già in sede di stipula – si legge nell’atto di citazione – veniva richiesto all’impresa di accettare una tempistica differente rispetto a quella prevista nel capitolato speciale d’appalto, con riduzione dei tempi dai 529 giorni inizialmente previsti a 429”.

Anche la consegna dei lavori, poi, sarebbe avvenuta in modalità differenti rispetto a quelle pattuite in sede contrattuale, e in due momenti diversi. I problemi, nel corso degli anni, sono stati infiniti. “Sono state riscontrate – è il parere della Cosedil – difficoltà esecutive e anomalie durante tutto l’andamento dell’appalto […]. Si sono presentate una serie di criticità imprevedibili per l’impresa e legate a gravi difetti di perizia e mancanza di cooperazione da parte del Comune, come soggetto appaltante. […] Per questo l’impresa ha dovuto fare i conti con rilevanti lacune progettuali e tecniche e onerose variazioni”.

Quattro perizie di variante, cinque diversi verbali di concordamento nuovi prezzi e tre sospensioni dei lavori. “L’ultima delle quali – è scritto nell’atto – durata addirittura un anno, dal 18 marzo 2010 al 28 marzo 2011. Ciò ha portato al drastico slittamento del termine di esecuzione”.

Su tutto, c’è poi l’aspetto economico. “Gli importi sono stati pagati con un ritardo insostenibile, tanto che la ditta aveva anche proposto la risoluzione del contratto, ritirata dopo il raggiungimento di un accordo bonario il 10 ottobre 2012. Ma non c’è stato di nuovo alcun riscontro e l’impresa ha proposto un atto di diffida il 25 giugno 2013”.

L’atto di citazione tende a “ottenere il riconoscimento di tutte le riserve iscritte dall’impresa agli atti di appalto”. E tra le riserve, si legge che “le descritte inadempienze hanno comportato all’impresa l’ingiusta sopportazione di maggiori oneri che esulano ampiamente dall’alea che essa ha assunto in sede contrattuale in virtù della citata disciplina normativa e le cui conseguenze non potrebbero ricondursi, se non ingiustamente, alla sua sfera patrimoniale, e che sono dunque state contestate e richieste dalla Cosedil con l’apposizione delle menzionate riserve sugli atti dell’appalto, per un importo complessivo pari a 4 milioni 138mila 289,75 oltre ad interessi e rivalutazione monetaria”.

L’amministrazione comunale ha riconosciuto e pagato solo una delle riserve presentate dalla ditta e non ha alcuna intenzione di riconoscere le altre rimostranze. L’iter giuridico-amministrativo di resistere in giudizio è stato avviato conferendo l’incarico con procura rilasciata all’avv. Arturo Merlo, legale di fiducia del Comune. Per le spettanze professionali, è stata impegnata la somma di 8mila 140 euro, ad eccezione delle spese vive debitamente documentate, previste dall’art. 4 del regolamento del Collegio di Difesa.

(Marco Ipsale)

6 commenti

  1. Arroganza dal basso, molto in basso.
    George.

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  2. Le vicende risalgono a Peppino BUZZANCA, mi aspetto dal Direttore Generale Antonio LE DONNE un’indagine interna rigorosissima per portare alla luce le eventuali responsabilità dei dirigenti coinvolti e del responsabile unico di procedimento. Scrivo da anni di Palazzo Zanca come il paradiso in terra per gli avvocati.

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  3. lei scrive e loro pappano………..

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  4. E ti pareva che MARIEDIT non interveniva per gettare MME..DA sul passato! Mi stai facendo passare la voglia di leggere TEMPOSTRETTO.

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  5. pietro anzalone 25 Febbraio 2014 16:30

    Basta non leggere Meriedit visti i post scontati, spesso confusionari, ma sempre tendenti a magnificare il niente di questa Amm.ne e a spostare nel passato responsabilita’ anche se, qualche volta, inesistenti.

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  6. Cari messinesi di TempoStretto, prendendo spunto dalla vicenda oggetto dell’articolo, è venuto il momento di chiedere conto a RENATO sindaco e Antonio LE DONNE perchè abbiamo speso nel 2012 un fiume di denaro per il CODICE GESTIONALE 1331 Spese per liti destinate al patrocinio legale, pari a € 728.345 UN MILIARDO410MILIONI DI LIRE, e per il CODICE GESTIONALE 1804 sono gli oneri da sentenze sfavorevoli, esclusa l’obbligazione principale, di € 144.018 DUECENTOSETTANTANOVE MILIONI DI LIRE, in totale € 882.363 UN MILIARDO689MILIONI DI LIRE, quali le motivazioni più ricorrenti per i ricorsi cui veniamo chiamati in causa, quali le responsabilità dei dirigenti in queste vicende giudiziarie. E’ UNA SPESA SOTTRATTA AI SERVIZI SOCIALI. I Consiglieri Comunali vogliono darci una mano con una interrogazione?

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