“Dalla tv alla web tv”, presentato il libro di Veronica Crocitti

“Dalla tv alla web tv”, presentato il libro di Veronica Crocitti

“Dalla tv alla web tv”, presentato il libro di Veronica Crocitti

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lunedì 04 Marzo 2013 - 11:30

Si è discusso e dibattuto tanto, come in un buon salotto culturale che si rispetti: dalla politica al ruolo dei blog, dal popolo della rete di Beppe Grillo allo spoglio delle ultime elezioni nazionali, dall’account Twitter di Benedetto XVI a quello del senatore Monti

Modernità, tecnologia e futuro. Si è svolta ieri pomeriggio, presso la Casa del Tango, la presentazione ufficiale del libro “Dalla Tv alla Web-Tv: il giornalismo tra streaming, hashtag e libertà. Il caso Servizio Pubblico di Michele Santoro”, scritto da Veronica Crocitti ed edito da SGB Editori.

A condurre è stato il giornalista Massimiliano Cavaleri che, tra domande e considerazioni, ha portato avanti un simpatico ‘duetto’ di botta e risposta con l’autrice. “Il libro nasce dalla consapevolezza che ormai viviamo in una nuova epoca”, ha esordito la Crocitti nello spiegare le motivazioni che l’hanno condotta a scrivere il suo lavoro.

Si è discusso e dibattuto tanto, come in un buon salotto culturale che si rispetti: dalla politica al ruolo dei blog, dal popolo della rete di Beppe Grillo allo spoglio delle ultime elezioni nazionali, dall’account Twitter di Benedetto XVI a quello del Senatore Monti.

E’ stata un’occasione per parlare di televisione, della storia della scatola nera, dei giornali online, dei giornali cartacei: temi di forte attualità che hanno accattivato una platea attiva ed entusiasta. Grande, infatti, è stata la partecipazione del pubblico più volte intervenuto con domande e considerazioni.

“Una volta si diceva che l’uomo strada non aveva parola. Oggi non è più così – ha continuato la Crocitti – perchè con l’avvento dei social media, i politici, le autorità e le figure di spicco sono in posizione differente. Non vi è più una gerarchia: nel mondo della rete domina l’orizzontalità. Nel momento in cui il Papa apre un account di Twitter, è come se si umanizzasse e divenisse uno di noi. Nel momento in cui io posso twittare ciò che penso, ad esempio, al Senatore Monti, è come se io eliminassi quella distanza che avrei avuto se Monti fosse stato solo in tv o solo nominato sui giornali cartacei. Non ci sono più intermediari, e questa è la vera novità. Si tratta di un rapporto diverso, di un campo condiviso in cui la politica non è più lontana dai cittadini. Certo, bisogna anche vedere in che modo la politica utilizzi questa carta che, se ben sfruttata, può divenire vincente. Lo ha dimostrato Obama nella sua campagna elettorale del 2008, così come nell’ultima. Stessa cosa vale per il giornalismo. Come disse Andy Carvin, pioniere di Twitter: se sei un giornalista ed ignori tutto questo, lo fai a tuo rischio e pericolo professionale”.

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