Riduzione Cosap in cambio della cura dell’arredo urbano. La proposta di Interdonato

Riduzione Cosap in cambio della cura dell’arredo urbano. La proposta di Interdonato

Marco Ipsale

Riduzione Cosap in cambio della cura dell’arredo urbano. La proposta di Interdonato

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giovedì 10 Dicembre 2015 - 17:30

Il vicepresidente del Consiglio comunale propone una convenzione tra il Comune e i commercianti che pagano la tassa di occupazione del suolo pubblico. Potrebbe essere ridotta fino al 50 % annuo in cambio della fornitura di beni e servizi, per le aree verdi e le isole pedonali. Sullo sfondo il problema del regolamento. IN ALLEGATO LA PROPOSTA DI DELIBERA

Gli introiti derivanti dalla Cosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, dovrebbero servire alla manutenzione ordinaria degli spazi cittadini. I commercianti che la pagano si aspettano in cambio la cura dell’arredo urbano, delle aree verdi, di strade e marciapiedi. Nei fatti spesso non accade e non mancano le lamentele di chi paga cifre in alcuni casi anche elevate senza ottenere servizi in cambio. Il decreto Sblocca Italia offre un’opportunità per trasformare un circolo vizioso in virtuoso, quella di detrarre il 50 % del canone annuo a condizione di occuparsi dell’arredo urbano e della manutenzione ordinaria del proprio tratto di competenza. Da qui, la proposta di delibera del vicepresidente del Consiglio comunale, Nino Interdonato: “L’imprenditore ha un risultato diretto sulla sua attività, il Comune ottiene effetti immediati sulla città che, invece, tramite i tributi avrebbe in tempi molto più lunghi o, in alcuni casi, non avrebbe affatto come dimostrano le condizioni non ottimali in cui versa il territorio. L’esempio lampante è la piazza più importante della città, Cairoli, che ora è pedonale. In un anno e più non è stato fatto niente. Le isole pedonali, in questo modo, rischiano di diventare solo delle strade chiuse mentre alcune grosse attività, in sinergia, potrebbero occuparsi dell’arredo urbano, anche con progetti pluriennali. Insieme al collega Carreri, abbiamo preparato anche un regolamento che consente alle attività di somministrazione di installare a pagamento dehors sui parcheggi limitrofi ma è tutto inutile se prima non c’è il regolamento Cosap”.

Lo scontro sta tutto qui e parte dal mese di marzo 2014, quando la giunta Accorinti decise di applicare una delibera risalente al dicembre 2011 che triplicava il canone Cosap, fino a raggiungere i costi più alti della Regione. Molti commercianti si rifiutarono di pagare e partirono una serie di ricorsi al Tar e poi al Cga, con risultati alterni. “Il Comune è inadempiente perché non incassa le somme e ancora si perde tempo – riprende Interdonato -. Basterebbe firmare il nuovo regolamento con canoni più congrui, che il dirigente Castronovo ha già preparato e proposto all’assessore Pino, ma non è ancora stato sottoscritto né portato in Consiglio. Con la collega Faranda abbiamo fatto un’interrogazione per chiedere a che punto siamo, visto che in due anni se ne sono occupati prima l’assessore Signorino, poi Cucinotta e ora Pino, ma non si è riusciti a fare niente. Ci sarebbe anche il parere contrario del ragioniere Cama, motivato dai minori incassi. Eppure c’è la prova che non è così: infatti gli oneri concessori sono stati ridotti ma le entrate sono aumentate del 35 % rispetto all’anno scorso e in quel caso il parere è stato favorevole”.

Molti dei commercianti ricorrenti sono stati difesa dall’avv. Ernesto Fiorillo, presidente di Consumatori Associati, che ora appoggia la proposta di delibera di Interdonato: “Finora è capitato che alcuni commercianti si siano rifiutati di pagare la Cosap, adducendo la scusa di non aver in cambio il servizio, perché i marciapiedi sono rotti e le strade sporche. Con la proposta di Interdonato, nessuno potrà più avanzare questa giustificazione e si avranno ricadute immediate sul territorio perché la concessione si paga più volentieri se una parte si può utilizzare per sistemare ad esempio le aiuole davanti alle proprie attività. La giunta dovrebbe incentivare queste iniziative, come già avvenuto in altre città dove ad esempio chi non riesce a pagare le tasse può offrire in cambio prestazioni lavorative. E’ un nuovo modo di governare, quell’amministrazione partecipativa necessaria in un’era in cui i soldi sono pochi. Il discorso vale per tutta la città ma può essere particolarmente interessante nelle aree pedonali, dove si possono pensare anche progetti pluriennali. A piazza Cairoli, ad esempio, ci sono commercianti che pagano ognuno anche 20mila euro all’anno di Cosap. Con una parte di quei soldi si potrebbe pensare a nuove pavimentazioni e nuovi arredi”.

(Marco Ipsale)

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