Province, Crocetta "taglia" elezioni ed eletti ma non le indennità...

Province, Crocetta “taglia” elezioni ed eletti ma non le indennità…

Rosaria Brancato

Province, Crocetta “taglia” elezioni ed eletti ma non le indennità…

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lunedì 06 Aprile 2015 - 22:08

Nel testo della riforma delle Province all'esame dell'Ars spunta l'art.20 che prevede indennità sia per il sindaco della Città Metropolitana e per i suoi assessori che per le Giunte dei Liberi Consorzi. Eppure per 2 anni il governo aveva annunciato che i componenti del nuovo organo lo avrebbero fatto gratis. E' un altro esempio della spending review a doppia velocità in salsa siciliana dopo quello delle indennità nei Cda delle partecipate

Il governatore Crocetta dichiara di tagliare gli sprechi ma strada facendo, esattamente come sta facendo il suo collega Renzi a livello nazionale, taglia pezzi di democrazia rappresentativa, alimentando ancora i costi della politica solo là dove conviene. Prendiamo il caso della riforma delle Province e di una legge che abolisce gli eletti ma non le indennità, facendo rientrare dalla finestra quel che aveva fatto uscire dalla porta due anni fa.

Nella primavera del 2013 Crocetta, nell’annunciare la riforma epocale delle province la prima cosa che fece fu abolire la democrazia rappresentativa, cancellando le elezioni dei Consigli e dei Presidenti delle Province dell’isola e sostituendoli con commissari di sua fiducia (sua e dei suoi alleati di governo).

Strada facendo l’elezione di primo grado, quella dei cittadini, viene sostituita con quella di secondo grado, quella cioè affidata si sindaci, ai consiglieri comunali dei Comuni che compongono la Città Metropolitana o il Libero Consorzio nonché ai presidenti di circoscrizione del comune capoluogo sostenendo che si risparmia sulle indennità. Ed in effetti le prime stesure della riforma prevedevano l’abolizione delle indennità, mantenendo solo i rimborsi spese.

Ma chissà per quale motivo questo governo regionale, che tanto detesta gli organi elettivi di primo grado e infatti ha presentato emendamenti per ridurre il numero di assessori, consiglieri comunali e di quartieri e indennità, usa altre misure quando non c’è più di mezzo la democrazia rappresentativa, cioè quella che deriva direttamente dal popolo.

Nella stesura della riforma delle Province che sta per essere votata dall’Ars spunta l’articolo 20 dedicato alle indennità per Sindaci e assessori metropolitani e Presidenti e assessori dei Liberi Consorzi.

Ma non dovevano farlo gratis, per passione? Non dovevamo ridurre gli sprechi della politica? Ecco cosa prevede il nuovo art. 20:

1 Al Presidente del libero Consorzio comunale e al Sindaco metropolitano è attribuita un’indennità pari alla differenza tra l’indennità percepita per la carica di sindaco e quella spettante al sindaco del comune con il maggior numero di abitanti del libero Consorzio comunale o della Città metropolitana.

2. Qualora l’indennità percepita dal Presidente del libero Consorzio comunale o dal Sindaco metropolitano, in virtù della carica di sindaco, sia pari a quella del sindaco del comune con maggior numero di abitanti, agli stessi è attribuita una maggiorazione del 20 per cento dell’indennità già percepita.

3. Ai componenti della Giunta del libero Consorzio comunale e della Città metropolitana è attribuita un’indennità pari alla differenza tra l’indennità percepita per la carica ricoperta nel comune ed il 50 per cento di quella spettante al Presidente del relativo libero Consorzio comunale o al Sindaco della relativa Città metropolitana.

4. Qualora l’indennità percepita dai componenti della Giunta del libero Consorzio comunale e della Città metropolitana, in virtù della carica ricoperta nel comune, sia pari o superiore a quella spettante ai sensi del comma 3, agli stessi è attribuita una maggiorazione del 10 per cento dell’indennità già percepita.

La Giunta della Città Metropolitana, in base al quadro attuale dovrebbe essere composta da 4 assessori (6 se superiamo la soglia dei 500 mila abitanti nel territorio della Città Metropolitana) nominati dal sindaco, esattamente come avveniva con le vecchie province. Il sistema scatenerà all’interno delle Assemblee elettive vere e proprie cordate, “ricatti politici”, alleanze, manuali Cencelli 2.0, esattamente come avveniva nel passato tra partiti.

Personalmente sono sempre stata convinta che chi fa politica debba essere pagato altrimenti rischiamo che possa farlo solo chi è ricco e sarebbe un problema per la democrazia. L’indennità deve essere tale da consentire a chi amministra o è stato eletto di poter dedicarsi a tempo pieno alla carica. Il resto lo fa, o dovrebbe farlo, l’onestà di chi abbiamo eletto.

Detto questo però è Crocetta che da 2 anni porta la bandiera dei tagli agli sprechi e che di recente ha fatto del taglio alle indennità il suo slogan preferito. Se per due anni ha sostenuto che l’eliminazione del voto avrebbe comportato risparmi perché chi avrebbe guidato i Liberi Consorzi lo avrebbe fatto “gratis”, allora non è consentito che a pochi giorni dall’approvazione del testo definitivo fa rientrare dalla finestra le indennità. Così come non è consentito che, come abbiamo spiegato a proposito della vicenda Cas e del Cda che ha chiesto l’aumento delle indennità, spunti un altro articolo che abolisce il tetto dei 50 mila euro annui per i Cda delle partecipate (vedi articolo allegato).

Sempre la riforma prevede che questi eletti di secondo grado possano decidere per il successivo rinnovo ricorrere, con apposita norma da presentare all’Ars, all’elezione diretta a suffragio universale (e vorrei vedere chi lo fa dopo che gli è stata regalata una corsia preferenziale di tale genere).

Come ha dichiarato nei giorni scorsi Beppe Picciolo “non può esistere una spending review a due velocità”, e guarda caso quella più lenta,anzi ferma, riguarda i nominati o i blindati.

Trovo semplicemente assurdo che,ad esempio, Messina venga considerata da un lato Città Metropolitana con quel che ne consegue, indennità comprese,e dall’altro,sempre negli emendamenti della giunta, viene declassata a villaggio e inserita al fianco dei Comuni con 100 mila abitanti, con tanto di riduzione degli assessori da 8 a 6, dei consiglieri da 40 a 32, taglio di indennità per gli assessori, consiglieri comunali e di quartiere. Catania e Palermo battono i pugni, noi parliamo al vento. Il sindaco di Reggio, Falcomatà, con poco più di 181 mila abitanti ha nominato 9 assessori. La giunta Accorinti ne ha 8, non si comprende perché declassarci.

E’ assai strana questa sforbiciata in corso in Sicilia, è a “macchie di leopardo”, ci sono zone dove vede benissimo quel che c’è da tagliare e zone dove la vista inizia a mancare. E’una spending review a memoria corta….ed in due anni ha dimenticato che per mesi e mesi ci era stato detto che non erano previste indennità nei Liberi Consorzi e nelle Città Metropolitana. Non vorremmo che tra non molto rientrino dalla finestra anche i gettoni di presenza per i componenti della Conferenza dei Liberi Consorzi….

Rosaria Brancato

10 commenti

  1. da buon siciliano e compaesano dei gattopardi,Crocetta ha capito che bisogna cambiare tutto Se vogliamo che tutto rimanga come è.

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  2. da buon siciliano e compaesano dei gattopardi,Crocetta ha capito che bisogna cambiare tutto Se vogliamo che tutto rimanga come è.

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  3. Cara ROSARIA a proposito di città metropolitana, quindi di una economia che abbia dimensioni metropolitane, NON CI SIAMO PER NIENTE. Do un documento sconosciuto ai messinesi ma probabilmente anche a molti Consiglieri Comunali, è il nuovo elenco delle IMPRESE DI FIDUCIA del Comune di Messina per l’anno 2015. Sono 223 imprese e di queste poco più del 50% ha sede nella nostra città, le altre sono distribuite nella provincia, è fatto divieto alle altre. Cara ROSARIA non ne faccio una questione di campanile in piena globalizzazione ma questa percentuale è la misura del lento(1/4 di secolo) declino di Messina e dello sviluppo economico della provincia. http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2015/Docs22127/8.pdf

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  4. Cara ROSARIA a proposito di città metropolitana, quindi di una economia che abbia dimensioni metropolitane, NON CI SIAMO PER NIENTE. Do un documento sconosciuto ai messinesi ma probabilmente anche a molti Consiglieri Comunali, è il nuovo elenco delle IMPRESE DI FIDUCIA del Comune di Messina per l’anno 2015. Sono 223 imprese e di queste poco più del 50% ha sede nella nostra città, le altre sono distribuite nella provincia, è fatto divieto alle altre. Cara ROSARIA non ne faccio una questione di campanile in piena globalizzazione ma questa percentuale è la misura del lento(1/4 di secolo) declino di Messina e dello sviluppo economico della provincia. http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2015/Docs22127/8.pdf

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  5. Ma quale tagli e tagli ciò che sta accadendo è quello che ormai fanno tutti i politici, ci prendono per i fondelli e noi non possiamo neanche ribellarci perché non cambierà mai niente. Forse è vero questa città, questa isola sono verso il baratro e non c’è più via di uscita. Spero di avere la possibilità di andarmene e non tornare mai più. Non si può combattere contro i mulini a vento.

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  6. Ma quale tagli e tagli ciò che sta accadendo è quello che ormai fanno tutti i politici, ci prendono per i fondelli e noi non possiamo neanche ribellarci perché non cambierà mai niente. Forse è vero questa città, questa isola sono verso il baratro e non c’è più via di uscita. Spero di avere la possibilità di andarmene e non tornare mai più. Non si può combattere contro i mulini a vento.

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  7. liliana parisi 7 Aprile 2015 15:41

    Messina città metropolitana???? Senza filiale di Banca d’Italia(che invece viene lasciata ad Agrigento!),senza Camera di Commercio, con solo 2 ospedali(Policlinico e Papardo)+ un Cronicario(Piemonte), con riduzione di navi e treni,con un Palazzo di Giustizia insufficiente, ecc. ecc.
    Ma non fatemi ridere!!!

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  8. liliana parisi 7 Aprile 2015 15:41

    Messina città metropolitana???? Senza filiale di Banca d’Italia(che invece viene lasciata ad Agrigento!),senza Camera di Commercio, con solo 2 ospedali(Policlinico e Papardo)+ un Cronicario(Piemonte), con riduzione di navi e treni,con un Palazzo di Giustizia insufficiente, ecc. ecc.
    Ma non fatemi ridere!!!

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  9. liliana parisi 7 Aprile 2015 15:42

    Messina città metropolitana???? Senza filiale di Banca d’Italia(che invece viene lasciata ad Agrigento!),senza Camera di Commercio, con solo 2 ospedali(Policlinico e Papardo)+ un Cronicario(Piemonte), con riduzione di navi e treni,con un Palazzo di Giustizia insufficiente, ecc. ecc.
    Ma non fatemi ridere!!!

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  10. liliana parisi 7 Aprile 2015 15:42

    Messina città metropolitana???? Senza filiale di Banca d’Italia(che invece viene lasciata ad Agrigento!),senza Camera di Commercio, con solo 2 ospedali(Policlinico e Papardo)+ un Cronicario(Piemonte), con riduzione di navi e treni,con un Palazzo di Giustizia insufficiente, ecc. ecc.
    Ma non fatemi ridere!!!

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