Anche i Cag in subbuglio: minori disagiati rischiano di restare senza assistenza

Anche i Cag in subbuglio: minori disagiati rischiano di restare senza assistenza

Danila La Torre

Anche i Cag in subbuglio: minori disagiati rischiano di restare senza assistenza

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mercoledì 05 Dicembre 2012 - 17:32

Con una lettera indirizzata al commissario, ai singoli consiglieri comunali e al dirigente ai servizi sociali, i 72 lavoratori dei Centri di Aggregazione Giovanili chiedono «delucidazioni sulle allarmanti notizie che si stanno diffondendo in città relativamente al futuro del servizio prestato»

Cresce la preoccupazione degli operatori che prestano servizio presso i Cag. Anche sui Centri di Aggregazione giovanili sta per abbattersi la scure del commissario straordinario Luigi Croce, che taglia dove può per mettere in ordine i conti di Palazzo Zanca, ed i 72 lavoratori del settore premono per sapere quale sarà il loro destino, quello delle strutture in cui svolgono la loro attività e soprattutto quello dei loro assistiti. Con una lettera indirizzata al commissario, ai singoli consiglieri comunali e al dirigente ai servizi sociali, gli operatori chiedono «delucidazioni sulle allarmanti notizie che si stanno diffondendo in città relativamente al futuro del servizio prestato».

Attualmente, i Cag sono otto, ciascuno dei quali è dotato di proprio organico (composto da un assistente sociale, da uno psicologo, da un pedagogista , da un educatore e da cinque animatori, di cui uno sportivo) e sono dislocati nelle seguenti zone della città: Bordonaro, Camaro, Cep, Gravitelli, Giostra Ponte Schiavo/Giampilieri, Santa Lucia e Villaggio Aldisio.

«I Centri di Aggregazione giovanili , finanziati dal Comune di Messina- Assessorato ai servizi sociali – si legge nel documento firmato dai 72 operatori sociali – sono nati nel 1996 per rispondere all’assenza di interventi a favore dei minori nelle zone a rischio di devianza e nel corso degli anni si sono sempre più radicati nei territori, diventando dei riconosciuti presidi di cultura e legalità in contesti di totale emarginazione e ghettizzazione »

I lavoratori rammentano, inoltre, che i Cag sono oggi gli unici poli di prevenzione e trattamento del disagio minorile e familiare che lavorano in sinergia con la rete dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, con le Scuole, l’Università, le Parrocchie e le Associazioni di volontariato, svolgendo attività fondamentali per il recupero dei giovani altrimenti destinati all’emarginazione sociale. Nei Centri si praticano, infatti, percorsi educativi personalizzati; sostegno allo studio; sostegno alla genitorialità; laboratori ludici, sportivi, artistici, di lettura/scrittura e turismo sociale.

Da quando sono nati – ci tengono a far sapere i lavoratori dei Cag – i Centri di Aggregazione Giovanili hanno prestato servizio ed assistenza a circa 10 mila minori, ognuno di loro con una storia difficile alle spalle ed un futuro apparentemente segnato . Oggi i Cag contano complessivamente circa 1200 iscritti e gli operatori che supportano i minori nel difficile percorso di inserimento sociale ritengono che questo servizio non possa essere interrotto bruscamente, facendo prevalere le ragioni economiche a discapito dell’impatto che la chiusura Centri avrebbe sul nostro territorio. «I Cag – concludono i 72 lavoratori rivolgendosi ai destinatari della lettera – rappresentano una valida risorsa per la città che, a fronte degli esigui costi economici attuali, si traduce in un ingente risparmio di costi economici e sociali futuri». (DLT)

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