Beni culturali: nasce l'asse Messina-Palermo a tutela dei nostri tesori

Beni culturali: nasce l’asse Messina-Palermo a tutela dei nostri tesori

Rosaria Brancato

Beni culturali: nasce l’asse Messina-Palermo a tutela dei nostri tesori

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sabato 03 Maggio 2014 - 16:32

Nasce l'asse Messina-Palermo sui Beni culturali. Con l'incontro a Palazzo Zanca tra l'assessore regionale Giusy Furnari, la giunta Accorinti ed i Drs, inizia una stretta collaborazione che interesserà la tutela e la valorizzazione dei Beni culturali della città, dalla zona falcata alla Real Cittadella, passando per il Museo, la Badiazza e le Fortificazioni.

Quello di stamattina a Palazzo Zanca è stato un incontro che rappresenta il nastro di partenza di una collaborazione strettissima per il futuro dei Beni culturali della città, una sinergia tra Istituzioni diverse che operano a Messina ed a Palermo.

Lo “start” è stato l’incontro al Comune tra il neo assessore regionale ai Beni culturali Giusy Furnari e la giunta Accorinti, alla presenza di quanti hanno determinato la possibilità di questo incontro, portando la docente a far parte del governo Crocetta: i Democratici riformisti. Alla riunione di Palazzo Zanca erano presenti gli artefici dell’assessorato ad un messinese, i deputati regionali Beppe Picciolo e Marcello Greco, ma anche i consiglieri comunali Dr, il vicepresidente del Consiglio comunale Nino Interdonato, ed anche l’esponente del Megafono Massimo Finocchiaro, il soprintendente Rocco Scimone ed il Dirigente responsabile dell'unità operativa 4 Orazio Micali.

Sono state tracciate le linee di una collaborazione che ha come principale obiettivo quello di non disperdere più le risorse e le energie da destinare alla tutela ed alla valorizzazione dei beni culturali ed archeologici e trasformarle in ricchezza, sviluppo e occupazione.

“La scelta della Furnari come assessore messinese ci rende felici-ha dichiarato Accorinti alla stampa- sia perché la conosco e la apprezzo personalmente, che perché insieme potremo davvero gettare il cuore oltre l’ostacolo e tutelare i nostri tesori. Il primo gioiello da salvare è la zona falcata e tornerà a splendere”.

Per la zona falcata l’idea è quella di creare una task force tra assessorati ed istituzioni (quindi anche Comune, Autorità portuale) per evitare di incappare negli ostacoli che nel passato hanno causato la perdita di finanziamenti e di tempo.

Ma tra i tesori ci sono anche la Badiazza, i Forti, la Real Cittadella, la tomba di Antonello, solo per citarne alcuni.

“Oggi inizia questa strettissima collaborazione con la città- ha commentato l’assessore Furnari- e devo ringraziare i Drs che hanno fatto questa battaglia per i messinesi. Che poi sia stata io è anche frutto di una convergenza di idee con Crocetta con il quale ho condiviso la rivoluzione del gelsomino, che è un fiore dal profumo forte, determinato. Da adesso dobbiamo lavorare insieme a quei progetti che renderanno fruibili i nostri beni. Sono convinta che i nostri siano beni da tutelare e conservare ma che sia anche importante costruire il bello e trasmetterlo”.

L’attività dell’assessorato quindi non sarà volta alla sola valorizzazione del Bene culturale ed archeologico, del singolo sito, ma anche a renderlo “vivo”, fruibile, “Il bene culturale- spiega ancora l’assessore- deve “comunicare”, diventare vita e reddito. E’ questo che si chiama economia della cultura. Dobbiamo riuscire ad intrecciare sapientemente la conservazione del bene con la sua fruizione”.

Turismo e cultura insomma non devono andare in direzioni opposte ma unirsi con intelligenza e cura. Ed è con questi obiettivi e con l’idea che i Beni culturali rappresentino in Sicilia il futuro e la risorsa più preziosa che i Drs presenteranno una legge voto che preveda che parte degli incassi provenienti dai siti culturali e archeologici resti al Dipartimento e non venga fagocitata nel Bilancio regionale e dirottata altrove.

“In questo ci aiuta la legge 93/2013 del ministro Bray- ha spiegato Beppe Picciolo- che all’art.3 prevede che con criteri perequativi possa essere deciso che una quota degli incassi per i Beni culturali vada ai Dipartimenti. In Sicilia il settore nel 2013 ha incassato 44 milioni di euro. Sono somme importanti che in parte potrebbero servire per dare uno slancio ai progetti, senza dimenticare il Por 2015. Pensiamo che per la zona falcata, e non solo, la task force dovrà puntare alla riqualificazione ma anche alla rifunzionalizzazione dei nostri beni, al punto da far diventare Messina modello di sviluppo”.

L’idea della sinergia è stata totalmente sposata dall’assessore comunale alla cultura Tonino Perna, costretto a fare i conti con casse ridotte all’osso ed impossibilitato a portare avanti tutti quei progetti che necessitano di risorse, e già un primo passo per la collaborazione tra Messina e Palermo potrebbe essere l’evento che il 19 luglio interesserà tutti i Forti della città.

“Noi volevamo la Furnari sindaco e ora l’abbiamo assessore regionale- ha scherzato Marcello Greco- E ho vinto la scommessa con Crocetta: in un anno e mezzo da presidente della Commissione Ars cultura ho cambiato tre assessori….Noi ci impegneremo perché le somme che provengono dalla fruizione dei Beni culturali restino ai Beni culturali, perché è questo il futuro della Sicilia, il vero sviluppo”.

L’agenda dell’assessore è già piena di priorità, dalla zona falcata alla Real Cittadella, passando per tutti quei beni, anche in provincia, che necessitano di attenzione e di tutela. C’è poi il capitolo lavoratori che nei programmi della Furnari non deve essere messo in secondo piano, sia pensando ai precari che ai giovani che vogliono investire in questo settore.

“In questo clima di collaborazione noi stiamo già lavorando in alcune opere- ha concluso il soprintendente Rocco Scimone- Ad esempio sono in corso i lavori per il recupero di Villa De Pasquale, che contiamo di trasformare in centro di aggregazione ed in futura scuola per il recupero della ceramica archeologica. Ma si lavora anche a Palazzo Ciampoli a Taormina, dove nel 2015 realizzeremo la mostra degli Antonelliani”.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. solite parole

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  2. solite parole

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  3. giusto salvaguardare i beni culturali ma non è giusto fare scempio dei beni comuni. la città non va personalizzata secondo gli usi e costumi del sindaco chiudendo il piccolo centro invaso perennemente dalla sosta selvaggia, dando spazio a fiori e piante (poi abbandonate) e piste ciclabili (per migliaia di persone che vanno in bici ?!).Se c’è da spendere qualche spicciolo facciamolo per le periferie che ne hanno tanto bisogno. Per esempio.

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  4. giusto salvaguardare i beni culturali ma non è giusto fare scempio dei beni comuni. la città non va personalizzata secondo gli usi e costumi del sindaco chiudendo il piccolo centro invaso perennemente dalla sosta selvaggia, dando spazio a fiori e piante (poi abbandonate) e piste ciclabili (per migliaia di persone che vanno in bici ?!).Se c’è da spendere qualche spicciolo facciamolo per le periferie che ne hanno tanto bisogno. Per esempio.

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  5. e sulu sti cosi ciata a dari

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  6. e sulu sti cosi ciata a dari

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