Galleria Vittorio Emanuele:ecco il progetto per la riabilitazione, valorizzazione e tutela

Galleria Vittorio Emanuele:ecco il progetto per la riabilitazione, valorizzazione e tutela

Rosaria Brancato

Galleria Vittorio Emanuele:ecco il progetto per la riabilitazione, valorizzazione e tutela

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giovedì 23 Aprile 2015 - 22:09

Sarà un progetto per la "riabilitazione" la valorizzazione e la tutela della Galleria Vittorio Emanuele a cambiarne finalmente volto e funzioni dopo un decennio di degrado. La bozza del progetto è stata illustrata nel corso del tavolo tecnico dall'architetto Celona e dall'ingegnere Bertolami. Soddisfatti i consiglieri comunali Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello che la scorsa estate hanno chiesto l'istituzione del tavolo tecnico per la riqualificazione del sito

La bozza fa riferimento ad un progetto per la riabilitazione, valorizzazione e tutela della Galleria Vittorio Emanuele III. Già in quel termine,”riabilitazione” sta il cuore di un progetto che ha come principale obiettivo quello di riportare la Galleria a quel tesoro che è stato voluto e immaginato dai nostri avi sul finire degli anni ’20 (i lavori iniziarono nel 1924 e si conclusero 5 anni dopo), un periodo caratterizzato dalla voglia di ricostruire per cancellare le macerie del terremoto. Riabilitare la Galleria, riqualificata nel 2005 e nei successivi 10 anni ridotta in condizioni di totale degrado, e non potrebbe esserci termine più adatto per il progetto le cui linee direttive sono state illustrate nel corso della riunione del tavolo tecnico istituito la scorsa estate su proposta dei consiglieri comunali Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello 8vedi articolo allegato). In questi mesi gli uffici di Palazzo Zanca hanno lavorato sodo a questo sogno che va via via concretizzandosi. Ad illustrare la bozza per la riabilitazione e la valorizzazione del sito è stato l’architetto Carmelo Celona che ha spiegato tutti gli aspetti,da quelli squisitamente architettonici a quelli burocratici passando per tutti i dubbi e le istanze che potrebbero sorgere. Accanto a lui l’ingegnere Sergio Bertolami che possiamo definire il “papà” della prima “resurrezione” della Galleria(avendo progettato e diretto i lavori),quella degli anni 1999-2005. Se c’è qualcuno che conosce storia e preistoria della Galleria è lui. Presente all’incontro anche l’assessore Sebastiano Pino, i consiglieri Nina Lo Presti e Daniele Zuccarello, i titolari dei locali ed alcuni proprietari degli immobili.

L’amministrazione ha quindi deciso di porre mano al progetto per la riqualificazione partendo da un punto chiaro sin dalla premessa del disciplinare: “la strada interna del Palazzo della Galleria- denominata via Galleria Vittorio Emanuele III, ricadente nel comparto unico dell’isolato 323- è delineata da tre bracci (….) Lo spazio di transito mette in comunicazione Piazza Antonello con via Romagnosi e via della Munizione, assommando la duplice funzione di esterno-interno secondo l’esplicita richiesta del Comune all’atto della sua edificazione di realizzare un importante centro di vita cittadina, diurno e serale, con Galleria di ritrovo per il pubblico e locali da destinarsi ad uso uffici,ed aziende commerciali, a negozi e caffè. Tale percorso ha anche valore di arteria del centro storico mettendo in relazione elementi distintivi del patrimonio artistico della città”. L’ambiente interno, ovvero lo spazio di transito pedonale, è inoltre di proprietà del Comune,dopo la cessione a titolo gratuito nel 1934. Al Comune spetta la manutenzione della volta,la via interna,la pubblica illuminazione. L’intento del tavolo tecnico è quello di arrivare ad una “rigenerazione del bene” attraverso sia la riqualificazione che la “riabilitazione” funzionale, ovvero il suo uso secondo gli obiettivi di un secolo fa e così come avviene nelle altre due Gallerie intestate ai Re, a Milano e Napoli.

Dunque lo spazio di transito interno alla Galleria è a tutti gli effetti una strada: via Vittorio Emanuele III e l’amministrazione può puntare non solo ad un’operazione doverosa di maquillage (anzi, di vero e proprio restauro) ma anche a renderla “viva”. Ed è proprio questa la parte portante del progetto. Oltre alla riqualificazione infatti si punta a renderla fruibile nel modo più consono. Se è un bene monumentale deve essere rispettato e “goduto” in quanto tale,pertanto sono previsti alcuni paletti indispensabili, come il divieto di mettere musica con amplificazioni (quindi non ci saranno discoteche). Dai locali non dovrà essere diffuso alcun suono ed è proibito a chiunque di diffondere musica o produrre rumori. La musica sarà ammessa solo in occasione di concerti o eventi che si terranno su di un palco rimovibile e non saranno consentiti impianti di amplificazione. I cancelli saranno chiusi durante la notte, in base ad orari che terranno conto della necessità di realizzare attività e varieranno in base alla stagione. I cancelli chiusi garantiranno la sicurezza del sito ed eviteranno che si trasformi in rifugio notturno,sede di bivacchi,pista per gare di motorini e Smart. Sarà garantita la video sorveglianza e la sicurezza 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. Ulteriori norme riguardano la pulizia ed il decoro, nonché la necessità che tutti i locali abbiano lo stesso stile,siano cioè in “armonia” per quel che riguarda le insegne gli arredi esterni. Ogni tre mesi è prevista una verifica delle condizioni del bene, che sarà effettuata da un comitato tecnico composto da un rappresentante del Comune ed uno della Sovrintendenza. Ma l’obiettivo è appunto la fruizione come bene culturale ed infatti saranno consentiti su di un palco movibile, nonché nello spazio pubblico solo una serie di eventi: presentazioni di libri e opere teatrali,incontri culturali, tavole rotonde, presentazione di mostre ed eventi culturali, dibattiti, concerti di musica classica o musica dotta con strumenti armonici e senza amplificazioni. Quanto alle attività commerciali dovranno tendere ad una sorta di armonizzazione e rientrare in tipologie compatibili con il monumento, quindi sono previste attività di tipo culturale, legate all’industria culturale, enogastronomiche,produzioni di natura industriale e artigianale, architettura ed edilizia di riqualificazione. L’idea è quella di affidare ad un “soggetto”,probabilmente un’associazione,la gestione di quegli aspetti del sito che non sono di stretta competenza del Comune e della Soprintendenza.

“Lo avevamo dichiarato in Aula quando il nostro atto d’indirizzo fu bocciato- commenta Nina Lo Presti, che sin dal giugno scorso ha scommesso su quella che ha definito “l’orchestra sincronizzata per arrivare a suonare un’unica melodia” chiedendo insieme al collega Zuccarello l’istituzione del tavolo tecnico- Il percorso è già iniziato nonostante il consiglio comunale, quella è stata un’occasione persa per condividere un progetto che riabiliterà la Galleria restituendola alla collettività. La soddisfazione è grande per essere stati da stimolo all’attivazione di un processo partecipativo e condiviso”.

Il prossimo tavolo tecnico si riunirà il 5 maggio per verificare se da parte dei proprietari dei locali e degli immobili ci siano proposte,segnalazioni,perplessità. L’assessore Pino nel frattempo sta esaminando l’aspetto più rovente, quello relativo alla cosap, la tassa sull’occupazione suolo, finita al centro di un groviglio d’interpretazioni che hanno finora impedito ai titolari dei locali di ottenere l’autorizzazione, con la paradossale conseguenza che nonostante la determinazione a voler mettersi in regola, si beccano puntualmente le multe rischiando anche di chiudere battenti.

“E’ una soddisfazione vedere che una battaglia avviata sin dagli anni scorsi sta portando importanti risultati- commenta Daniele Zuccarello- E finalmente sarà possibile vedere la Galleria così come l’hanno voluta i nostri nonni. Certo, restano sempre le problematiche relative all’occupazione suolo, ma proprio quanto emerso dal tavolo tecnico, e cioè il fatto che stiamo parlando di via Vittorio Emanuele III e quindi di una strada,sgombra il campo da molti equivoci. E’suolo pubblico e in quanto tale le autorizzazioni devono essere considerate alla stregua delle altre. So che l’assessore Pino sta cercando una soluzione, nel frattempo insieme ad alcuni colleghi stiamo pensando a modifiche al regolamento che pongano fine alla discriminazione nei confronti dei titolari dei locali della Galleria, che hanno subito finora enormi disagi”.

Dal tavolo tecnico è emerso anche l’interesse dell’Autorità portuale sia ad inserire il sito tra i luoghi da visitare ma anche ad ipotesi di punto informativo. Attualmente la Galleria è uno dei tanti “approdi naturali” dei turisti che sbarcano dalle navi, ma lo spettacolo che si trovano davanti non è dei migliori. La foto dell’articolo mostra chiaramente come i turisti se alzano lo sguardo restano ammirati dalla volta, ma non appena lo abbassano l’unica cosa che possono fotografe sono le saracinesche abbassate,i rifiuti,lo squallore delle pareti imbrattate. Due settimane fa il Consiglio comunale ha bocciato l'atto d'indirizzo presentato dai consiglieri Lo Presti e Zuccarello e che avrebbe dato il "suggello" dell'Aula alla proposta. Hanno prevalso altre logiche, si è persa un'occasione, e nel frattempo l'amministrazione va avanti sposando la tesi che ha dato il "la" alla rinascita della Galleria.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. a spese del contribuente no? così magari poi ci risiamo come in passato, fanno il restauro, non sorvegliano e i vandali ritornano, vero caro Ferlisi ed ex sindaci, assessori ecc ecc??

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  2. a spese del contribuente no? così magari poi ci risiamo come in passato, fanno il restauro, non sorvegliano e i vandali ritornano, vero caro Ferlisi ed ex sindaci, assessori ecc ecc??

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  3. Di “riqualificare” (termine tutto messinese per dire “pulizia”) la Galleria è da 50 anni che se ne parla.
    Qualche tentativo fu fatto in passato, ma la realtà è che la Galleria è (e, temo, sarà) una latrina.
    George

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  4. Di “riqualificare” (termine tutto messinese per dire “pulizia”) la Galleria è da 50 anni che se ne parla.
    Qualche tentativo fu fatto in passato, ma la realtà è che la Galleria è (e, temo, sarà) una latrina.
    George

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  5. Cosa dire di un progetto del genere. Proprio nulla. Ma se avessi chiesto ad un qualunque cittadino come avesse voluto che fosse la Galleria Vittorio Emanuele, la sua idea sarebbe stata molto differente? E ci voleve tanto? Conoscendo città e amministratori, Dio ce la mandi buona.

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  6. Cosa dire di un progetto del genere. Proprio nulla. Ma se avessi chiesto ad un qualunque cittadino come avesse voluto che fosse la Galleria Vittorio Emanuele, la sua idea sarebbe stata molto differente? E ci voleve tanto? Conoscendo città e amministratori, Dio ce la mandi buona.

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  7. QUANTE VOLTE E’ STATA “VALORIZZATA” CON INTERVENTI STRAORDINARI? ALCUNE VOLTE E TUTTE LE VOLTE CD MAIALI LA DISTRUGGEVANO E SPORCAVANO. ALTRO CHE IL MIRACOLO DI LAZZARO PER RESUSCITARLA, SE NON CI SONO CONTROLLI CLOACHE A DUE GAMBE LA DISTRUGGONO DI NUOVO. SPERIAMO CHE NON C’E’ IL SOLITO CRETINO CHE CHIEDE DI CAMBIARE IL NOME ALLA GALLERIA. PUR DI ANDARE CONTRO LA STORIA MAGARI LA PREFERIREBBE CHIAMARLA PESCE SPADA.

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  8. QUANTE VOLTE E’ STATA “VALORIZZATA” CON INTERVENTI STRAORDINARI? ALCUNE VOLTE E TUTTE LE VOLTE CD MAIALI LA DISTRUGGEVANO E SPORCAVANO. ALTRO CHE IL MIRACOLO DI LAZZARO PER RESUSCITARLA, SE NON CI SONO CONTROLLI CLOACHE A DUE GAMBE LA DISTRUGGONO DI NUOVO. SPERIAMO CHE NON C’E’ IL SOLITO CRETINO CHE CHIEDE DI CAMBIARE IL NOME ALLA GALLERIA. PUR DI ANDARE CONTRO LA STORIA MAGARI LA PREFERIREBBE CHIAMARLA PESCE SPADA.

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