Chiedo scusa al signor Iacchetti

Chiedo scusa al signor Iacchetti

Giuseppina Borghese

Chiedo scusa al signor Iacchetti

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venerdì 24 Aprile 2015 - 00:43

Grande risposta di pubblico per la prima di “Chiedo scusa al signor Gaber” al Vittorio Emanuele, un omaggio musicale in fuori sincrono con la contemporaneità.

Premessa. La visione di questo spettacolo è stata preceduta da uno spassionato e onesto accantonamento di ogni sorta di pregiudizio sull’uomo e sul professionista Enzo Iacchetti, tenendo a mente (lucida) i due protagonisti in questione: l’uomo di spettacolo, volto televisivo dalla popolarità indiscussa da un lato (Iacchetti, per l’appunto) e dall’altro il cantautore forse più istrionico e divertente della tradizione musicale italiana, Giorgio Gaber.

Tuttavia, lo spettacolo – che nasce come un modesto omaggio alle canzoni del cantautore milanese – diventa subito il pretesto di una serie di racconti di vita e aneddotica varia e scollegata, con riflessioni anacronistiche tra banali amarcord da sessantenni nostalgici (“noi c’avevamo gli amici in carne e ossa oggi i ragazzi c’hanno facebook”) e disquisizioni sommarie che spaziano dalla retorica sull’eccellenza enogastronomica e culturale dell’Italia per giungere a un Salvini qualsiasi che torna sempre utile e, specie di questi tempi, si intona alla bocca di tutti.

Ad accompagnare Iacchetti, al pianoforte il Maestro Marcello Franzoso, i coristi della Witz Orchestra triestina e una allegra Orchestra, quella del Vittorio Emanuele, che con contaminazioni improbabili ma spesso riuscite (da Cocciante a Jovanotti, passando per Jannacci) ripropone alcuni classici tra cui “Il Riccardo”,“Porta Romana” e “La ballata del Cerruti”. La gaiezza dei momenti musicali, però, è intramezzata da una esibizione per molti tratti forzata che è la sintesi del sottile confine tra la semplice ironia del bambino e l’incontinenza dell’anziano caciarone.L’esatto momento in cui si finisce d’essere molto adulti (o anziani) e si regredisce allo stato mentale di infanti.La fiera della banalità è inevitabile. Iacchetti parla a un pubblico (divertito) riferendosi a personaggi televisivi cronologicamente troppo datati (la coppia Pupo-Filiberto, Canalis-Clooney) per suscitare una qualche emozione, seppur di sdegno o disappunto (commovente, a tal proposito, il lavoro di rimozione con cui la mente umana ripulisce gli arcipelaghi della memoria da simile spazzatura mediatica). D’improvviso si materializza il salottino del talk show di un Floris a caso e sembra di vedere il siparietto, tremendo, dei bambini intervistati che parlano di politica e dello spread.

Niente di più lontano dal po-pi po-pi della Torpedo Blu.

Giuseppina Borghese

10 commenti

  1. ?????? proprio non capisco l’articolo e la critica. Messina è una città di serie zzzzeta con 4 zeta iniziali (lo dicono le statistiche), ha un teatro che è riuscito a riaprire con enormi difficoltà per tentare di garantire ai messinesi un minimo di attività culturale che si contrapponga al degrado, alla maleducazione, alla inciviltà, in parole povere al buddacismo … e la giuseppina borghese cosa fa??? una critica artistica degna di Broadway. Disapprovo nel principio, significa criticare una amministrazione che sta tentando di far crescere la città attraverso la cultura. Non è colpa loro se qui non vengono i calibri grossi, ma non è tagliando le gambe che si cresce, anzi…

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  2. ?????? proprio non capisco l’articolo e la critica. Messina è una città di serie zzzzeta con 4 zeta iniziali (lo dicono le statistiche), ha un teatro che è riuscito a riaprire con enormi difficoltà per tentare di garantire ai messinesi un minimo di attività culturale che si contrapponga al degrado, alla maleducazione, alla inciviltà, in parole povere al buddacismo … e la giuseppina borghese cosa fa??? una critica artistica degna di Broadway. Disapprovo nel principio, significa criticare una amministrazione che sta tentando di far crescere la città attraverso la cultura. Non è colpa loro se qui non vengono i calibri grossi, ma non è tagliando le gambe che si cresce, anzi…

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  3. giuseppe bonanno 24 Aprile 2015 12:33

    Egregio Maleducato , la critica della Sig,ra Borghese , non credo che sia stata rivolta all’amministrazione cittadina o del Teatro, ma credo mi consenta allla performance del Sig: Iacchetti ( classica scurrilità e ammiccamenti volgari da Zelig,Nade in Sud , da TV Commerciale o spazzatura che va per la maggiore in Italia) Mi vien da ridere però nel leggere che la nuova amministrazione sta garantendo ai messinesi un minimo di attività culturale, le ricordo che Messina è stata da sempre una fucina di attività culturali (qualsiasi amministrazione essa abbia avuto) e credo che la nuova amministrazione , da me votata peraltro, stia facendo , pur nelle difficoltà un qualcosa in più rispetto al passato. I grossi calibri di chi parla? Chiari Rascel

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  4. giuseppe bonanno 24 Aprile 2015 12:33

    Egregio Maleducato , la critica della Sig,ra Borghese , non credo che sia stata rivolta all’amministrazione cittadina o del Teatro, ma credo mi consenta allla performance del Sig: Iacchetti ( classica scurrilità e ammiccamenti volgari da Zelig,Nade in Sud , da TV Commerciale o spazzatura che va per la maggiore in Italia) Mi vien da ridere però nel leggere che la nuova amministrazione sta garantendo ai messinesi un minimo di attività culturale, le ricordo che Messina è stata da sempre una fucina di attività culturali (qualsiasi amministrazione essa abbia avuto) e credo che la nuova amministrazione , da me votata peraltro, stia facendo , pur nelle difficoltà un qualcosa in più rispetto al passato. I grossi calibri di chi parla? Chiari Rascel

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  5. MI PERMETTO DI PARLARE SOLO DI GABER LE GRAN MENEGHIN. QUANDO SI CAMMINA LA NOTTE A MILANO PENSIAMO E CI RICORDIAMO LE STRADE DI NOTTE, NELLE VIE CHE PORTANO A PORTA ROMANA SI RICORDA LA CANZONE, OPPURE QUANDO SI TRANSITA IN VIA LORENTEGGIO, CIRCA IL N. 51 SI PENSA AL BAR GINO, ORA BAR HU E’ DI UN CINESE. GABER HA SCRITTO LA BALLATA DEL CERRUTI, QUANDO HANNO INIZIATO LA LORO IRRIPETIBILE PERIODO BELLISSIMO DELLA CANZONE E TV ITALIANA ERA FREQUENTATO NEGLI ANNI ’50. MILANO ERA LA GRAN MILAN, C’ERANO GABER, JANNACCI, RICKY GIANCO E GINO BRAMIERI ED ALTRI. EL MAGUN. GRANDI PERSONAGGI OGGI NESSUNO LI PUO’ MINIMANETE AVVICINARSI COME PROFESSIONISTI, SIA PERSONE. NON DOBBIAMO DIMENTICARCI CHE GIORGIO ERA ANCHE AVVOCATO ANCA AMIS DE TUT

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  6. MI PERMETTO DI PARLARE SOLO DI GABER LE GRAN MENEGHIN. QUANDO SI CAMMINA LA NOTTE A MILANO PENSIAMO E CI RICORDIAMO LE STRADE DI NOTTE, NELLE VIE CHE PORTANO A PORTA ROMANA SI RICORDA LA CANZONE, OPPURE QUANDO SI TRANSITA IN VIA LORENTEGGIO, CIRCA IL N. 51 SI PENSA AL BAR GINO, ORA BAR HU E’ DI UN CINESE. GABER HA SCRITTO LA BALLATA DEL CERRUTI, QUANDO HANNO INIZIATO LA LORO IRRIPETIBILE PERIODO BELLISSIMO DELLA CANZONE E TV ITALIANA ERA FREQUENTATO NEGLI ANNI ’50. MILANO ERA LA GRAN MILAN, C’ERANO GABER, JANNACCI, RICKY GIANCO E GINO BRAMIERI ED ALTRI. EL MAGUN. GRANDI PERSONAGGI OGGI NESSUNO LI PUO’ MINIMANETE AVVICINARSI COME PROFESSIONISTI, SIA PERSONE. NON DOBBIAMO DIMENTICARCI CHE GIORGIO ERA ANCHE AVVOCATO ANCA AMIS DE TUT

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  7. SIGNORA BORGHESE IACCHETTI E’ DEL NORD E RECITA COME SE FOSSE AL NORD. QUALSIASI ATTORE RECITA SENZA IL PROPRIO “COPIONE”, NON ESISTE UNA RECITAZIONE NORDISTA O SUDDISTA. ESISTE LA LORO SCUOLA. MIO PADRE MI DICEVA CHE A MESSINA HA RECITATO IL GRANDE ATTORE TINO BUAZZELLI. IL FRATELLO ERA SALESIANO DON BUAZZELLI GRANDE AMICO DI MIO PADRE. SONO ANDATI INSIEME A VEDERE TINO BUAZZELLI IL MIGLIORE TEATRO DEGLI ANNI ’50. PER I MESSINESI E’ STATA UNA RECITAZIONE FALLIMENTARE. NON HANNO CAPITO LA MENALITA’ DI UNA RECITAZIONE DI UNO DEI PIU’ GRANDI ATTORI. COME NEGLI ANNI ’60 A MESSINA CRITICAVANO COCKY E RENATO CHE ALZAVANO LA GAMBA QUANDO RECITAVANO E’ UNA RECITA NON CAPITA DAI MERIDIONALI. QUANDO FREQUENTO I TEATRI MILANESI MI RENDO CONTO.

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  8. SIGNORA BORGHESE IACCHETTI E’ DEL NORD E RECITA COME SE FOSSE AL NORD. QUALSIASI ATTORE RECITA SENZA IL PROPRIO “COPIONE”, NON ESISTE UNA RECITAZIONE NORDISTA O SUDDISTA. ESISTE LA LORO SCUOLA. MIO PADRE MI DICEVA CHE A MESSINA HA RECITATO IL GRANDE ATTORE TINO BUAZZELLI. IL FRATELLO ERA SALESIANO DON BUAZZELLI GRANDE AMICO DI MIO PADRE. SONO ANDATI INSIEME A VEDERE TINO BUAZZELLI IL MIGLIORE TEATRO DEGLI ANNI ’50. PER I MESSINESI E’ STATA UNA RECITAZIONE FALLIMENTARE. NON HANNO CAPITO LA MENALITA’ DI UNA RECITAZIONE DI UNO DEI PIU’ GRANDI ATTORI. COME NEGLI ANNI ’60 A MESSINA CRITICAVANO COCKY E RENATO CHE ALZAVANO LA GAMBA QUANDO RECITAVANO E’ UNA RECITA NON CAPITA DAI MERIDIONALI. QUANDO FREQUENTO I TEATRI MILANESI MI RENDO CONTO.

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  9. chiarisco. Se uno va a vedere Iachetti cosa si aspetta? E’ come andare alla trattoria di don Cosimo lo scarparo e pensare di essere da Gualtiero Marchesi. Quindi la critica di Borghese e la sua sono del tutto gratuite, potevate anche risparmiarvi il biglietto. Ricordatevi che criticare la cena è criticare il padrone di casa.
    Su Messina e la sua brillante cultura lasciamo perdere; da questo punto di vista è tanto attrattiva che i ragazzi che alla cultura ed allo studio serio ci tengono stanno emigrando tutti in massa, direzione nord o europa. Non se n’è accorto? Chiari, Rascel, De Filippo? tanto di cappello. MA sono morti, purtroppo. Ma lei ha visto il cartellone del Piccolo? Buon week end a tutti

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  10. chiarisco. Se uno va a vedere Iachetti cosa si aspetta? E’ come andare alla trattoria di don Cosimo lo scarparo e pensare di essere da Gualtiero Marchesi. Quindi la critica di Borghese e la sua sono del tutto gratuite, potevate anche risparmiarvi il biglietto. Ricordatevi che criticare la cena è criticare il padrone di casa.
    Su Messina e la sua brillante cultura lasciamo perdere; da questo punto di vista è tanto attrattiva che i ragazzi che alla cultura ed allo studio serio ci tengono stanno emigrando tutti in massa, direzione nord o europa. Non se n’è accorto? Chiari, Rascel, De Filippo? tanto di cappello. MA sono morti, purtroppo. Ma lei ha visto il cartellone del Piccolo? Buon week end a tutti

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