Perchè le vecchie madri fanno vivere male le figlie single?

Perchè le vecchie madri fanno vivere male le figlie single?

Gigi Giacobbe

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martedì 19 Febbraio 2013 - 20:29

Mai stata sul cammello? di Aldo Nicolaj in scena sino a domenica 24 febbraio. Ecco perchè il Brancati, un teatro privato di Catania di 300 posti, racimola 3400 abbonati

Tomo-tomo cacchio-cacchio, il Teatro Brancati di Catania quest’anno vanta tremilaquattrocento abbonati, più del Biondo di Palermo che ne fa duemila e del Vittorio Emanuele di Messina che supera di poco i millecinquecento. Un vero miracolo per un Teatro privato di soli 300 posti e una vera sofferenza per lo Stabile palermitano che dispone di 950 poltrone e per la struttura dello Stretto che pur superando i mille posti non li ha tutti agibili, per via, com’è noto, dell’infelice architettura della seconda galleria con problemi di “visione”. Certamente Catania ha un background teatrale più prestigioso rispetto a Palermo e Messina, soprattutto per aver dato i natali a un popolo di scrittori come Giovanni Verga, Luigi Capuana (di Mineo in prov.di CT), Nino Martoglio e di sicuro ne dimentico altri, unitamente ad una sfilza di teatranti, identificabili nelle figure di Angelo Musco, Rosina Anselmi, Giovanni Grasso, Saro Urzì, Umberto Spadaro ( nato ad Ancona ma da due attori di Catania, Rocco e Rosalia), Ciccino Sinieri, Michele Abruzzo ( anche se originario di Sciacca ha lavorato tantissimo al Teatro Stabile di Catania), Turi Ferro, Mariella Lo Giudice, Pippo Pattavina, (siracusano d’origine ma catanese d’adozione), Leo Gullotta, Guia Jelo, Gilberto Idonea, Donatella Finocchiaro e non dimentico Tuccio Musumeci perchè è proprio lui che il 23 ottobre del 2008, ha fatto rinascere a nuova vita il Brancati, ex-Cinema Spadaro, sede storica del Teatro della Città, con tutto quel po’ po’ di abbonati che affollano adesso questa simpatica struttura situata in centro non distante da Teatro Musco. Qual è il successo? Certamente quello di proporre un Teatro rassicurante per famiglie medie e piccolo-borghesi, un Teatro di tradizione che può sfociare nel varietà e nel genere musicale, non complicato e neppure cervellotico, giusto per far trascorrere agli abbonati una serata tranquilla, forse pure divertente, senza che poi, in un probabile dopocena, ci si debba buttare i piatti in faccia. La formula è manifestamente vincente e la verifica è che il Teatro è sempre pieno sia alle “prime” che alle repliche successive che possono durare dalle due alle tre settimane. Esempio ultimo è dato dalla commedia “Mai stata sul cammello?” di Aldo Nicolaj, con Alessandra Cacialli, Debora Bernardi e Maria Rita Sgarlato, dirette da Romano Bernardi in scena sino a domenica 24 febbraio. Trattasi d’un lavoro che era stato scritto da Nicolaj per Paola Borboni che non fece in tempo a vestire il nonagenario personaggio di Olga perché deceduta nel frattempo. La pièce racconta appunto di Olga (Cacialli), una vecchia signora novantenne, arzilla, intraprendente, che non dimostra l’età che ha, a cui piace giocare, mangiare dolci e rivangare il passato. La vittima preferita dei suoi giochi è la figlia 50enne Elsa ( Bernardi), alla quale viene rimproverato di non essere riuscita a costruirsi una vita decente, di essere invecchiata troppo presto e di non aver saputo sfruttare le occasioni maritali che le si sono presentate, non risparmiandole ogni sorta di umiliazioni. Tra le due s’inserisce Iris ( Sgarlato), domestica tuttofare fanatica di telenovelas, la quale mediando tra i loro caratteri, riesce ad ottenere le rispettive confidenze. Quando però Elsa comincia ad uscire con un profugo di colore che lei aiuterà perché senza permesso di soggiorno, Olga si sentirà messa da parte, indagherà, s’intrufolerà nella vita della figlia, le farà sfumare questo nascente rapporto d’amore ed Elsa farà i bagagli, andrà via e non è dato sapere se ritornerà in casa della sua vecchia madre. Le tre protagoniste fanno a gare per vincere la medaglia d’oro di bravura e alla fine tutte e tre saliranno sul gradino più alto, assieme al regista Bernardi che ha firmato pure una scena naturalistica ( salotto-tinello ricco di quadri con cucina adiacente) e con le sorelle Rinaldi che hanno curato i costumi, salutati alla fine da un pubblico, manco a dirlo numeroso, che s’è spellato le mani a furia di applaudire.- Gigi Giacobbe

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