Triplice debutto per il nuovo appuntamento di “Atto unico”

Triplice debutto per il nuovo appuntamento di “Atto unico”

Redazione

Triplice debutto per il nuovo appuntamento di “Atto unico”

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sabato 31 Gennaio 2015 - 07:21

In scena al Teatro Annibale “Controluce” dell’EsosTheatre di Sasà Neri con le musiche del nuovo album di Vincenzo Quadarella. Prevista l’inaugurazione di una mostra collettiva con opere di Solveig Cogliani, Nino Bruneo ed Annibale Vanetti.

“Atto Unico. Scene di Vita, Vite di Scena” 2014-2015 porta in scena, domenica 1 febbraio, in doppia replica alle ore 18 e ore 21, al Teatro Annibale Maria di Francia, uno spettacolo che è tre volte debutto. “Controluce. I suoni dell’ombra” per la regia di Sasà Neri, regista, attore e formatore messinese, è il primo spettacolo della nuova stagione del “Teatro degli Esoscheletri”, un primo spettacolo che è anche una “stazione” fondamentale del percorso di integrazione e contaminazione tra le arti che caratterizza EsosTheatre. Allo stesso tempo si presenta il nuovo concept album di Vincenzo Quadarella, musicista, compositore e cantante siracusano, nonché una delle due anime, con Auretta Sterrantino, di QAProduzioni. Gli artisti del Teatro degli Esoscheletri, tra i quali Alessandra Borgosano, Margherita Frisone e Gianluca Minissale, andranno in scena con “La Casa delle candele di carta”, la band formata da Umberto Ferro alla chitarra, Daniele Testa al violino, Fabrizio Arestia al pianoforte e Vincenzo Quadarella, chitarra e voce. Infine, per “Controluce” sarà presentata per la prima volta la mostra collettiva ispirata e dedicata ai temi dello spettacolo, con opere degli artisti Solveig Cogliani (all’esordio espositivo nella sua città d’origine), Nino Bruneo e Annibale Vanetti e dei più giovani Tati, Helo S., Valeria Mendolia e Felice De Pasquale. Le opere saranno pubblicate nel libretto dell’album. Arti in dialogo live tra palcoscenico e platea, insomma, in quella che la direttrice artistica della rassegna, Auretta Sterrantino, definisce “la tappa degli ossimori e delle sinestesie, imperniata sul mito e sul suo ribaltamento. Uno spettacolo inatteso che diventa un’esperienza sensoriale. Una performance che prevede un coinvolgimento unico e conduce alla riflessione per vie inusuali, tra suggestioni ed emozioni”.

L’album”, spiega Vincenzo Quadarella, “è ideato come un concept album alla ‘vecchia maniera’. Cerchiamo di affrontare le più importanti figure greche e cerchiamo di immaginare come sarebbe potuta essere la cultura occidentale se costoro avessero fatto scelte diverse. Si spazia da Ulisse a Deianira, da Achille a Prometeo”. Ben decisa la scelta di affidarsi ad EsosTheatre. “La prima volta che ho assistito ad una rappresentazione degli Esoscheletri”, prosegue Quadarella “sono stato letteralmente trasportato in un’altra dimensione, in un altro mondo. L’impatto emotivo di questo tipo di spettacolo mi ha coinvolto come poche volte mi è successo. Ovviamente l’idea di Sasà Neri è molto simile alla mia: ribaltare le prospettive. Lui lo fa anche abbattendo qualsiasi barriera tra pubblico e scena, inglobando lo spettatore nella narrazione e nelle emozioni dello spettacolo. Non potevo non sperare di lavorare con loro! Ci scambieremo tutta l’energia possibile, tutto l’entusiasmo possibile, tutta l’espressività possibile”.

Il sound di Vincenzo ci interroga sulle prossime tappe del viaggio artistico di EsosTheatre”, commenta Sasà Neri, “e i testi vibrano letteralmente all’unisono con i temi che ci siamo dati per questa stagione. D’altronde, per tutto lo scorso anno EsosTheatre si è dedicato ad indagare il senso del ritmo. Anzi, è andato in scena nelle ultime due stagioni con una ‘colonna sonora’ particolarissima, composta da armonie ritmiche e musiche eseguite dal vivo, rumori che diventano sound mentre le canzoni diventano drammaturgia, canti a cappella e ruvidezza di chitarre. L’incrocio con l’autorialità di canzoni e musiche nuove, da esplorare come un continente sconosciuto, era nell’ordine delle cose. La risonanza tra il nostro percorso e il concept album di Vincenzo, devo dire, però, ha sorpreso e illuminato anche me. E’ stato davvero una sorta di ‘segnale’ per tutti noi del Teatro degli Esoscheletri”.

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