Il commercialista Cannavò: "Macchè debito fuori bilancio. Incarico regolare,sono io la vittima"

Il commercialista Cannavò: “Macchè debito fuori bilancio. Incarico regolare,sono io la vittima”

Rosaria Brancato

Il commercialista Cannavò: “Macchè debito fuori bilancio. Incarico regolare,sono io la vittima”

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giovedì 02 Marzo 2017 - 07:40

Il consulente contesta la rescissione dell'incarico deliberata dall'ex Cda lo scorso 2 dicembre, preannuncia battaglia e chiede il pagamento di tutte le somme dovute.

Finora non ho detto nulla, ma adesso basta. Ogni volta leggo il mio nome sulla stampa come se avessi fatto qualcosa di irregolare, ma in questa storia la vittima sono io e lo dimostrerò in tutte le sedi. Nel frattempo pretendo il rispetto di quanto previsto con il conferimento dell’incarico, avvenuto il 27 marzo 2015”.

Al di là delle eventuali responsabilità degli ex vertici del Teatro, il commercialista Francesco Cannavò vuol chiarire l’accaduto e contesta la rescissione dell’incarico deliberata dal Cda il 2 dicembre. Si ritiene danneggiato anche perché finora non gli sono state date le somme dovute in virtù di un contratto che, ribadisce, ha seguito la procedura prevista dalla normativa e dal Regolamento del Teatro.

Macchè debito fuori bilancio- spiega Cannavò, ricordando anche di essere regolarmente iscritto all’Ordine dei commercialisti- I miei compensi sono regolarmente previsti dalle delibere e con piena copertura finanziaria. Inoltre rientrano tra quei costi che, in base alla normativa, non sono considerati debiti fuori bilancio.

Il 2 dicembre il Cda (prima dello scioglimento e del commissariamento) ha inviato una diffida al commercialista, rescindendo il contratto biennale, che sarebbe scaduto il 27 marzo 2017. Il Cda giustifica il provvedimento come conseguente al verbale dei revisori dei conti di novembre, con il quale la cifra di 35 mila euro destinati al consulente non viene riconosciuta come debito fuori bilancio. Il Collegio aveva espresso parere non favorevole al riconoscimento del debito perché non risultava una procedura a mezzo avviso pubblico per l’individuazione del consulente, né risultava una delibera del Cda di conferimento d’incarico, ma solo una nota del 26 marzo indirizzata da Saija al dirigente dell’unità amministrativa ed una lettera d’incarico professionale firmata dal presidente Puglisi il giorno dopo.

Il Regolamento del Teatro, all’articolo 8 disciplina i conferimenti per i professionisti e si evince che è stato rispettato nel mio caso-precisa Cannavò che in una lettera inviata all’Ente il 2 gennaio contesta la rescissione deliberata dal Cda- Quanto alle somme a me dovute basta leggere la determina d’incarico nella quale è espressamente prevista la copertura finanziaria. La risoluzione del disciplinare di incarico è un atto unilaterale arbitrario, per il tramite del quale l'EAR agisce esclusivamente a danno dello scrivente. La risoluzione dell’incarico, in base al Regolamento del Teatro può avvenire solo per specifiche ipotesi, quale il grave inadempimento da parte del collaboratore incaricato. Circostanza, questa, assolutamente non riscontrabile perché ho svolto diligentemente la mia opera”. Cannavò si sofferma poi sulla procedura di conferimento del mandato professionale, che ha seguito una serie di passaggi culminati con la determinazione n°9 del 27 marzo 2015 del dirigente dell’unità amministrativa, che fa seguito ad un’esigenza rappresentata in Cda dal Presidente Puglisi il 4 marzo in merito “all’esigenza di un consulente esterno per gli adempimenti amministrativi relativi a dichiarazioni fiscali, rapporti con enti previdenziali, assistenza in materia fiscale” e ad una lettera d’incarico firmata dallo stesso Puglisi.

“Le criticità negli atti relativi al conferimento dell'incarico rilevate dal Collegio dei revisori- prosegue Cannavò- che sono alla base della delibera di rescissione del Cda non costituiscono giusta causa di recesso, né possono essere imputate a mio danno. Qualora infatti queste criticità dovessero trovare riscontro non possono intaccare un contratto ritualmente perfezionatosi, divenuto efficace ed diligentemente eseguito; giacché ho svolto la mia opera in forza di un incarico – preceduto da rituale determinazione a contrarre, regolamentato da formale disciplinare -, conferito dall’organo legittimato ad esprimere all’esterno la volontà dell’Ente”.

Il commercialista aggiunge che il Teatro ha continuato ad avvalersi delle sue prestazioni professionali anche dopo la rescissione. In base all’incarico firmato da Puglisi il 27 marzo 2015 inoltre il contratto biennale si sarebbe automaticamente rinnovato di anno in anno tacitamente, a meno di espressa volontà contraria di una delle parti, resa nota con lettera raccomandata entro 90 giorni dalla scadenza. Secondo il consulente la delibera di rescissione non può essere considerata alla stregua di una comunicazione di mancato rinnovo e ritiene il suo incarico rinnovato tacitamente di un ulteriore anno, fino al 27 marzo 2018.

In virtù di tutto questo diffido l’Ente Teatro ad adempiere tutte le obbligazioni contrattuali assunte ivi incluso il pagamento dei compensi maturati dal terzo trimestre 2015 sino a tutt’oggi. In caso contrario sarò costretto ad adire le competenti Autorità per ottenere buon diritto della mia posizione contrattuale ed adeguato ristoro alla mia immagine e reputazione professionale”.

Il professionista evidenzia inoltre d’aver operato gratuitamente dall’ottobre 2014 al febbraio 2015, a supporto degli organi apicali e dei funzionari dell’ufficio paghe che necessitavano di consulenze o pareri in materia previdenziale e contrattuale.

Dal momento del conferimento ufficiale dell’incarico, per un compenso di 40 mila euro lorde in due anni, ha svolto attività di consulenza relativamente ai contenziosi, agli adempimenti in materia di diritto del lavoro o fiscali ed ha intrattenuto rapporti con gli Enti previdenziali ed assistenziali nonché con l’Agenzia delle Entrate.

Al di là dei contenziosi che ho risolto e delle pratiche che ho seguito, è solo grazie al mio operato che l’Ente ha ottenuto dalle Agenzie delle Entrate una serie di sgravi, per complessivi 100 mila euro nel 2016, mentre è in corso una richiesta di sgravio della cartella esattoriale relativa alle sanzioni applicate dall’Enpals pari a oltre 23 mila per il ritardato pagamento di alcuni contributi del 2013. Adesso voglio il rispetto degli accordi. Sono pronto a presentare un decreto ingiuntivo e non escludo un ricorso alla Corte dei conti”.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Hombre de barro 2 Marzo 2017 08:12

    Si buttano avanti per non restare indietro.
    Se esiste anche solo un funzionario che abbia svolto “diligentemente” o anche solo “che svolga una attività lavorativa” normale…che vada oltre il timbrare il cartellino, non ne conosco.
    L’ente teatro di Messina ha più dipendenti a libro paga, della stessa Scala di Milano.
    Vi sembra normale?

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  2. Hombre de barro 2 Marzo 2017 08:12

    Si buttano avanti per non restare indietro.
    Se esiste anche solo un funzionario che abbia svolto “diligentemente” o anche solo “che svolga una attività lavorativa” normale…che vada oltre il timbrare il cartellino, non ne conosco.
    L’ente teatro di Messina ha più dipendenti a libro paga, della stessa Scala di Milano.
    Vi sembra normale?

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  3. Antonio Arena 2 Marzo 2017 10:23

    Cannavò, Saija, Caponetti ……….ma la ex Provincia si è spostata al Vittorio Emanuele?

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  4. Antonio Arena 2 Marzo 2017 10:23

    Cannavò, Saija, Caponetti ……….ma la ex Provincia si è spostata al Vittorio Emanuele?

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