Grease. Brillantina opaca

Grease. Brillantina opaca

Tosi Siragusa

Grease. Brillantina opaca

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martedì 28 Novembre 2017 - 08:25

Saverio Marconi sta proponendo in tour italiano una ulteriore versione del collaudato musical, divenuto oramai un classico del genere

Al debutto messinese di Grease, dopo circa 1600 repliche dalla prima proposta, gli spettatori hanno mostrato un buon gradimento e le ben conosciute note delle splendide canzoni, già interpretate sul grande schermo quasi un quarantennio fa dalla coppia John Travolta e Olivia Newton John, sono riecheggiate nel teatro cittadino, sicuramente generando nostalgiche rimembranze e, nei fan più giovani, un sentimento di identificazione.

Ricordiamo che all’epoca nessuno forse avrebbe scommesso sull’attrice protagonista della pellicola, di certo non proprio adatta a rivestire i panni di una ragazza delle scuole superiori, ma la Newton John ancora oggi è presente nel nostro immaginario (come quando canta “Hopelessly Devoted to You”) così come lo stesso lungometraggio diretto nel 1978 da Randal Kleiser e prodotto dall’impresario dei Bee Gees, Robert Stigwood. Negli anni pregressi, prima del cinema, anche il mondo del teatro, con debutto nel 1972 all’Eden Theatre, aveva voluto omaggiare l’universo scanzonato e irriverente degli anni ’50, con i suoi costumi ancor oggi in auge e la patina di incanto ancora intatto che ai nostri tempi, certo, è andato perduto e sono stati nel tempo consacrati attori quali Richard Gere e lo stesso Travolta in un ruolo minore. La Compagnia della Rancia, a distanza di vent’anni dal debutto in Italia, ha messo su ancora una volta uno spettacolo gradevole, riportandoci indietro al fenomeno pop, ove Danny Zuko, leader dei T-Birds, è stato portato in scena da un Guglielmo Scilla ben in parte (reduce dal successo in rete, da esperienze televisive, quali “Pechino Express”, ma anche in ambito radiofonico e cinematografico) e Sandy è stata ben impersonata da Lucia Blanco (già interprete di importanti musical, fra cui “Mamma mia”, “Dirty Dancing”, “A Chorus Line”). Gli altri attori e performer – si citeranno qui solo quelli che hanno indossato i panni dei personaggi più di spicco nella storia, e cioè Riccardo Sinisi, nelle vesti di Kenickie, ed Eleonora Lombardo in quelle di Rizzo, la pseudo-coppia, cioè, dei ribelli, Nick Casciaro, ancora, nel doppio ruolo di Vince Fontaine, lo scatenato dj e Teen Angel, oltreché Clara Maselli, alias Miss Lynch, insegnante di punta – hanno tutti integrato e ben composto quella dimensione corale, data dalla presenza di studenti e studentesse, nell’anno 1957, della Rydell High School, T-Birds e Pink Ladies, che è l’anima più autentica di Grease, senza tralasciare le caratterizzazioni dei personaggi. In ogni caso il ritmo e i colori, le atmosfere da fast food e pigiama party, i capelli alla Elvis, sono, come sempre in ogni versione di Grease, i veri protagonisti. La arcinota storia d’amore, banale se si vuole, fra la ragazza acqua e sapone, del genere Sandra Dee e il giovane leader della compagnia, un po’ spaccone, quel Danny che Sandy vuole conquistare dopo un flirt estivo trasformandosi per questo in una vamp irresistibile, ci riporta ai tempi d’oro del rock’n’roll, fra giovani imbrillantinati con ciuffi rock a billy, cibo unto e automobili infangate.

La stagione del Vittorio Emanuele inizia tutto sommato in positivo, certo la brillantina dell’intitolazione si è un po’ disseccata, ma basterebbe un po’ di buona volontà e qualche energico ritocco per farla risplendere. E infatti, bene per le scene di Gabriele Mareschi, ben riusciti i costumi di Carla Accaramboni, con le gonne a ruota e i twins set per le brave ragazze, e i pantaloni affusolati alla caviglia per quelle cattive e i giubbotti/chiodo per i ragazzi ribelli; particolarmente interessante poi la coreografia di Gillan Bruce; quanto alla supervisione musicale di Marco Iacomelli e alle canzoni con arrangiamenti e orchestrazioni di Riccardo Di Paola, forse sono stati proprio quegli ambiti artistici a costituire il limite del musical, che è apparso per il resto ben rodato: le musiche registrate e i brani eseguiti dal vivo, che però nella versione italiana perdono indubbiamente fascino, hanno fatto calare di qualche punto il musical, anche per la traduzione dei bei testi delle originarie canzoni di Warren Casey , con le celebri melodie di Jim Jacobs – queste ultime inizialmente pensate solo per chitarra – ad opera di Michele Renzullo e l’ adattamento dello stesso Saverio Marconi, che hanno fatto perdere ulteriore smalto allo spettacolo. Tuttavia “Summer Nights”, “You’re the One That I Want”, “All Need Is An Angel”, e “Grease”, naturalmente, che sono divenute hit con successo planetario, pur nella versione italiana e con i limiti evidenziati, continuano a piacere. Se vogliamo, anche vent’anni addietro nell’originaria costruzione del cast, con Lorella Cuccarini nel ruolo di Sandy, Giampiero Ingrassia di Danny, Renata Fusco di Rizzo e Michele Canfora di Kenickie, con presenza anche di Mal e Amadeus, probabilmente l’anello debole delle competenze artistiche era costituito sempre dall’adattamento dello script teatrale e dalla traduzione delle canzoni e dalle musiche registrate, ma forse la presenza di quegli artisti ultra noti, e le coreografie del grande Franco Miseria, erano riusciti allora a rendere meglio l’atmosfera. Poi altri interpreti, altre versioni e nel 2006 anche un cambio di regia, con Federico Bellone, già collaboratore di Marconi, fino a giungere all’odierna versione.

Tosi Siragusa

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