“Made in Italy”: memoria e nostalgia

“Made in Italy”: memoria e nostalgia

giovanni francio

“Made in Italy”: memoria e nostalgia

Tag:

giovedì 14 Aprile 2016 - 22:05

Impeccabile prova dell'Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele diretta da Antonio Ballista nel viaggio curato dal pianista Alessandro Lucchetti tra le più popolari canzoni italiane della prima metà del Novecento

Il particolare concerto rappresentato al Teatro Vittorio Emanuele martedì 12 aprile, “Made in Italy”, a cura di Alessandro Lucchetti, è stato un riassunto musicale delle più significative canzoni italiane dell’epoca che va dal 1910 al 1950.

Lo spettacolo, che ha visto ancora una volta protagonista l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, diretta da Antonio Ballista, con al pianoforte solista lo stesso Alessandro Lucchetti, ha riesumato infatti una serie di canzoni a tutti note, riunite in sei filoni – in ciascuno dei quali più spezzoni di canzoni sono state eseguite senza soluzione di continuità – aventi come filo conduttore o l’autore, o un particolare sentimento o atmosfera. E così il primo e l’ultimo filone hanno compreso canzoni di D’Anzi (fra le quali “Ma le gambe” e “Ma l’amore no”), e di Bixio (fra cui “Parlami d’amore Mariù”, eseguita al solo piano dal bravissimo Lucchetti); il secondo filone, intitolato “Lazzi e Sberleffi”, con “Pippo non lo sa” ecc., eseguito, senza orchestra, al pianoforte a quattro mani, con Ballista al pianoforte insieme a Lucchetti; il terzo, “Lacrime” nell’ambito del quale abbiamo ascoltato, tra l’altro, l’indimenticabile “Come pioveva”; il quarto filone, denominato “Mascheroni”, con il celebre “Tango della gelosia”; il quinto filone, ”Illusioni”, che ha regalato l’ascolto del bellissimo “Perduto amore”; infine il sesto, “Esotismi”, con la gradevolissima “La spagnola”. È come aver sfogliato delle antiche cartoline, ritratti di un’epoca lontana, ricordi dei nostri genitori o ancor più dei nostri nonni (chiunque avrà ascoltato innumerevoli volte la maggior parte di queste canzoni dai propri parenti). Ma del tutto familiari anche ai giovani, a causa delle frequenti riproposizioni ascoltate nei numerosi varietà televisivi (per la verità sempre più di rado). Un viaggio nel tempo in un passato che non tornerà, dove la canzone italiana si esplicava in tutta la sua componente melodica che la rese famosa in tutto il mondo. I brani inoltre non erano affatto di facile esecuzione canora, e bisognava aver studiato canto per eseguire la maggior parte di tali canzoni. Oggi sembra quasi un miracolo che tanta melodia, a volte spensierata, altre malinconica, altre ancora divertente, per lo più però avente l’amore come ispirazione principale, sia stata composta in un’epoca che ha visto il succedersi delle due più immani sciagure che la storia ricordi, le due guerre mondiali! Ma è stato anche il periodo della belle époque, prima della grande guerra, e della rinascita dopo la seconda guerra mondiale.

Purtroppo nello spettacolo, sottotitolato “La canzone italiana: anni 1910 – 1950”, quella che è venuta a mancare è stata proprio… la canzone! Infatti le musiche eseguite senza la voce, sempre principale protagonista della canzone italiana, sono risultate incomplete, monche, con la persistente sensazione che mancasse qualcosa. Ascoltare il pubblico canticchiare “Maramao perché sei morto” o “Non ti scordar di me” sostituendosi alla voce mancante, è la conferma che lo spettacolo avrebbe acquistato tutt’altro interesse se all’orchestra si fosse aggiunto un bravo o una brava cantante. Il concerto è stato comunque piacevole, e sicuramente molti spettatori, me compreso, saranno usciti dal teatro canticchiando nella propria mente “Un’ora sola ti vorrei” o “Perduto amore”. Molto bene l’orchestra (non era una prova difficile!), benissimo il pianista, al quale, al contrario, erano affidati diversi passaggi virtuosistici. Applauditissimi, gli esecutori hanno concesso due pregevoli bis: una ripetizione di alcuni brani, fra cui il “Tango della gelosia”, preceduta da un pot-pourri di musiche tratte da film di Federico Fellini.

Giovanni Franciò

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007