Tendagate: quando la giunta andò in ritiro in campeggio e il consiglio okkupò l' Aula

Tendagate: quando la giunta andò in ritiro in campeggio e il consiglio okkupò l’ Aula

Rosaria Brancato

Tendagate: quando la giunta andò in ritiro in campeggio e il consiglio okkupò l’ Aula

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venerdì 04 Settembre 2015 - 22:15

Vi raccontiamo cosa accadde a Messina nei terribili giorni del Tendagate, quando sull'orlo di una crisi d'identità la giunta, per ritrovarsi, andò in ritiro e il consiglio occupò l'Aula. In esclusiva abbiamo i documenti conclusivi dei due organi e vi raccontiamo anche il lieto fine.

Ad agosto abbiamo raccontato la cronaca di un immaginario ritiro spirituale della giunta Accorinti. Oggi e domani quel ritiro si terrà davvero ma nel frattempo è scoppiato il Tendagate. Ho quindi deciso di modificare quella cronaca e raccontare cosa accadde dopo il Tendagate, quando la giunta andò in ritiro ed il consiglio occupò l’Aula.

La fine estate del 2015, nell’anno terzo dell’era accorintiana passerà alla storia cittadina per il Tendagate. In quei giorni Messina si era rassegnata alle strade dissestate, all’abusivismo selvaggio, allo stato di abbandono di cimiteri, spazi verdi e aiuole, ai cumuli di rifiuti, all’invasione di topi, blatte, zecche, zanzare e cinghiali (mancano solo licantropi, mufloni e zebre a pois). Eppure neanche il clima da zoo, l’atmosfera da suk e le regole da giungla erano riusciti a provocare una tale guerra ideologica come il Tendagate, un sisma che causò una crisi d’identità per la giunta e per la stessa opposizione, che si risvegliò come Alice nel Paese delle meraviglie. Non tedierò i lettori con le cronache del Tendagate perché questa è solo una cronaca semiseria, vi racconterò cosa accadde dopo i 3 giorni che sconvolsero Messina. Bastò molto meno, appena 3 minuti, per dimenticarsi, tutti insieme, delle sorti della signora della tenda originaria, perché di lei non si parlò mai più. Si parlò di tutto tranne che della signora.

Risvegliatisi nel Paese di Alice gli oppositori scoprirono per la prima volta che Accorinti era un movimentista e non De Mita e che loro erano anti-accorintiani. Anche in giunta gli assessori scoprirono la stessa cosa. Ripresi dallo choc gli uni (i consiglieri comunali) e gli altri (la giunta) cercarono di recuperare il tempo perduto. Fu così che nel week end più pazzo del mondo la giunta andò in ritiro in campeggio e il consiglio comunale proclamò l’okkupazione.

Ecco come andò

IL RITIRO SPIRITUALE DELLA GIUNTA

Quella che ad agosto era un’ipotesi diventò realtà: la giunta andò in ritiro, esattamente 20 anni fa la giunta Bonsignore e nel 2006 la giunta Genovese. Accorinti, per sottolineare la differenza e per restare in clima Tendagate disse: “Il nostro ritiro è diverso, non lo faremo al San Tommaso ma in campeggio”, e la proposta fu accolta da un’ovazione dei fan. L’idea non piacque affatto agli assessori Signorino, De Cola e Cacciola che di passare due giorni in tenda, nel sacco a pelo e senza zampirone, proprio non se la sentivano. Anche la Panarello e la neo arrivata Santisi non erano propense ad un bivacco stile boy scout e temevano attacchi notturni di cinghiali, solo Perna, Ialacqua e Pino avevano già in spalla gli zaini e le accette. Accorinti, che negli ultimi tempi è diventato ambasciatore della via di mezzo ed esperto del colpo al cerchio ed alla botte, propose l’uso alternativo della roulotte ma dopo lunghe trattative e un’assemblea con Cambiamo Messina dal basso si decise per i bungalow, più confortevoli di una roulotte, meno inquinanti e più ecosostenibili. Ialacqua per protesta allestì comunque una tenda monouso all’ingresso del campeggio, Cacciola invece si fece installare l’aria condizionata nel suo bungalow ed Accorinti, per non essere dichiarato di parte si fece montare una casetta sull’albero così poteva anche abbracciarlo prima di andare a dormire. Il ritiro non ebbe un buon inizio. Il primo giorno la Santisi e la Panarello giurarono d’aver visto sul far della sera l’ex assessore Mantineo intrufolarsi di soppiatto, spegnere tutti gli zampironi e nascondere i flaconi di Autan, ma vennero tacciate di essere nemiche della pace. Le due assessore però fecero presente che Cacciola aveva già fatto multare sette volte Ialacqua dai vigili locali per occupazione abusiva di aiuola con lo stendino. I lavori iniziarono con alcune ore di ritardo perché Accorinti si presentò con la maglietta “Free campeggio” e fu accusato di essere connivente così preferì rimediare per una più innocua “No barbecue”. Signorino e Le Donne passarono il peggior ritiro della loro vita, avevano provato a installare Skype nel bungalow per collegarsi con D’Alia che ormai da giugno non rispondeva più a nessun messaggio, né sms, né telepatico. Provarono con i segnali di fumo ma nessuno era in grado di accendere un fuoco decente. L’assessore Ialacqua per consolarli uscì dallo zaino l’inseparabile Enciclopedia dei fatti e misfatti di quellicheceranoprima iniziando il terrificante racconto con le delibere firmate da Amata Elvira, Abate Carlo. Niente da fare, Signorino e Le Donne erano in preda allo sconforto, ebbero un sussulto solo ad Ardizzone Giovanni e restarono svegli ad ascoltare Buzzanca Giuseppe e Cardile Pino in attesa di arrivare a D’Alia Gianpiero. A quel punto litigarono con Ialacqua sostenendo che dell’ex ministro resteranno solo i fatti e nessun misfatto.

Il guaio è che ormai in giunta non avevano più niente da dirsi. Neanche con una seduta spiritica avrebbero più potuto ritrovare lo spirito del 2013.

L’OKKUPAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Quei giorni furono angoscianti anche per il Consiglio comunale che aveva appena scoperto di aver fatto eleggere sindaco Accorinti Renato, attivista, pacifista, leader di Cambiamo Messina dal basso. Fu una scoperta a tratti sconvolgente, perché per 2 anni si erano convinti d’aver eletto un sindaco dc e una giunta del pentapartito. La rivoluzione quindi iniziò al grido di “se loro vanno in campeggio noi occupiamo l’Aula”. Pennelli e striscioni alla mano scrissero “OKKUPAZIONE” contro la dittatura marxista-leninista-cambogiana-tibetana-nopontiana. Quando però la presidente Barrile iniziò l’appello dei rivoltosi fu subito chiaro che nessuno avrebbe mai occupato l’Aula un minuto più del tempo necessario per timbrare il cartellino. Molti fra l’altro non sapevano neanche dove si trovasse Palazzo Zanca e mandavano whatsapp ai colleghi. I pochi presenti iniziarono a pensare dove mettere le tende. L’idea era quella di usare i posti dei colleghi più assenteisti pertanto c’era solo l’imbarazzo della scelta. Alla fine si optò per il posto di Carmelina David. Già nelle prime ore scoppiarono problemi di convivenza. Forza Italia aveva appena lanciato la nuova campagna di protesta “Ora basta”, causando confusione in Santalco e mezzo Pd che vedendo davanti la tenda di Trischitta e Parisi campeggiare lo slogan che fu di Felice Calabrò decisero di accamparsi tutti insieme. La conferenza dei capigruppo annunciò: “vorremmo okkupare l’Aula per contestare questa giunta incapace, ma per senso di responsabilità ci limiteremo ad un’occupazione simbolica, solo col pensiero”. Fu poi votato un ordine del giorno con il quale si invitava la giunta a sfrattare gli occupanti abusivi Mata e Grifone ancora fermi a piazza Municipio. La cosa non fu affatto semplice, perché, venuti a conoscenza della decisione del Consiglio comunale i pinellini si incatenarono ai piedi della gigantessa con i cartelli “nessuno tocchi Mata” e Ialacqua abbandonò il ritiro per unirsi alla battaglia.

IL LIETO FINE

Come in tutte le fiabe c’è un lieto fine e due documenti conclusivi.

IL DOCUMENTO FINALE DEL RITIRO IN CAMPEGGIO

Quellicheceranoprima hanno rovinato i servizi sociali affidandoli alla coop. Noi pure, ma lo facciamo con affetto. Quellicheceranoprima volevano fare la discarica a Pace. Noi pure però la nostra è una decisione sofferta. Quellicheceranoprima lasciavano la città in continua emergenza rifiuti.. Noi pure però la colpa è dei messinesi incivili (tranne il 78% di residenti a Ganzirri che fa la differenziata). Quellicheceranoprima nominavano gli amici e gli amici degli amici. Noi pure però i nostri sono più simpatici e carini. Quellicheceranoprima lasciavano il verde e in condizioni pietose. Noi pure però aumentiamo Tari e Tasi per coprire il servizio. Quellicheceranoprima non hanno mai detto quanto incassavano di ecopass e come veniva speso. Noi pure però invitiamo tutti a traghettare con la bici così non si paga e non s’inquina. Quellicheceranoprima non hanno risolto il problema del traffico pesante. Neanche noi però abbiamo le magliette no tir. Quellichceranoprima hanno portato Messina sull’orlo del dissesto e l’hanno dissimulato grazie a bilanci “light” Anche noi ma il nostro Piano di riequilibrio salverà tutti quelli che c’erano prima e pagheranno solo i cittadini per 10 anni. Quellicheceranoprima hanno creato carrozzoni assumendo con metodi clientelari. Noi stiamo creando una supercarrozza, la Multiservizi, la “freccia rossa delle partecipate” non sapremo come pagare stipendi e servizi ma intanto ci battono tutti le mani. Quellicheceranoprima non coprivano le buche nelle strade dimenticavano le periferie e i villaggi. Pure noi però abbiamo un assessore di Reggio Calabria così ci sentiamo meno provinciali. Quellicheceranoprima ci hanno lasciato in mano ai Franza. Noi no, perché abbiamo fatto la flotta comunale. Ah, no. Già. Va bè, ma vedrete che entro fine mandato la faremo.

L’ORDINE DEL GIORNO DELL’AULA OKKUPATA

Preso atto dello stato delle strade, sporche, piene di buche,dissestate, delle condizioni di degrado delle zone a verde, dei cimiteri, dei villaggi, delle periferie, delle villette, degli spazi pubblici, delle spiagge, delle colline e dei mercati

Vista l’incapacità assoluta di affrontare le emergenze, siano esse occupazionali, economiche, ambientali, sociali, spirituali, edilizie e quant’altro

Considerata l’assenza di strategia politica, di una politica di sviluppo

Considerata altresì l’incapacità di saper programmare un Piano di riequilibrio e strumenti finanziari nei tempi previsti

Preso atto ulteriormente che ancora siamo in attesa del consuntivo 2014 e del preventivo 2015 nonché di qualunque provvedimento che fronteggi in modo adeguato l’abusivismo, l mancanza di regole, che dia impulso al commercio, al turismo, che aiuti le imprese e i giovani

Per tali ragioni e per almeno altre mille che non ci sovvengono perché siamo stanchi per essere stati in Aula 34 minuti, 12 secondi e 3 frame, dovreste dimettervi e noi dovremmo sfiduciarvi.

Ma, ciò nonostante,pur non di meno che,e giacchè ci siamo, dopo uno studio approfondito delle conseguenze che simili atti potrebbero avere per i nostri destini personali, per solo senso di responsabilità, per spirito di servizio, per abnegazione e per l’ultima-ultima-ultima-ultima volta, vi voteremo lo stesso tutto.

Faremo un’opposizione intransigente sulle tende, ma su tutto il resto chiuderemo un occhio, anzi due. Siamo pronti a un’opposizione costruttiva soprattutto se possiamo metterci d’accordo sui nomi e su altri dettagli.

Fu così che cessata l’okkupazione i consiglieri raggiunsero la giunta in campeggio e allestirono il barbecue per la cena.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. ROSARIA nel suo gradevole pezzo,una sorta di preambolo allo scoppiettante editoriale domenicale,non cita MAI Giuseppe SANTALCO, il consigliere della mozione di sfiducia,ostile alla sovranità popolare. GIUSEPPE,un’altro avvocato prestato alla politica,purtroppo in Italia sunnu chiussai di cani i Brasi,non è politico di primo pelo.Esordisce più di vent’anni fa,nel lontano 1994,come consigliere provinciale(1994/98) di FORZA ITALIA quando presidente è il suo amico Peppino BUZZANCA,di cui dal 1998 al 2000 diventa assessore allo Sport,Personale e Area Metropolitana.In continuità dal 2000 al 2003 diventa assessore comunale all’Ambiente e Cimiteri del suo amico Turi LEONARDI e per 5 mesi di BUZZANCA ai Servizi Sociali.Oggi è del PARTITO DEMOCRATICO

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  2. ROSARIA nel suo gradevole pezzo,una sorta di preambolo allo scoppiettante editoriale domenicale,non cita MAI Giuseppe SANTALCO, il consigliere della mozione di sfiducia,ostile alla sovranità popolare. GIUSEPPE,un’altro avvocato prestato alla politica,purtroppo in Italia sunnu chiussai di cani i Brasi,non è politico di primo pelo.Esordisce più di vent’anni fa,nel lontano 1994,come consigliere provinciale(1994/98) di FORZA ITALIA quando presidente è il suo amico Peppino BUZZANCA,di cui dal 1998 al 2000 diventa assessore allo Sport,Personale e Area Metropolitana.In continuità dal 2000 al 2003 diventa assessore comunale all’Ambiente e Cimiteri del suo amico Turi LEONARDI e per 5 mesi di BUZZANCA ai Servizi Sociali.Oggi è del PARTITO DEMOCRATICO

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  3. Cara ROSARIA, perché è inconsistente la mozione di sfiducia di Giuseppe SANTALCO? GIUSEPPE è politicamente, ripeto politicamente, per evitare equivoci, INAFFIDABILE, ha governato come assessore questa città, in settori delicati, ereditati da RENATO sindaco allo stato pietoso, SERVIZI SOCIALI, AMBIENTE, CIMITERI. Si deve anche al SANTALCO politico la crisi finanziaria di Palazzo Zanca, ma pure della nostra economia, per le scelte infauste di cui fu protagonista, come l’approvazione del PRG, ancora insidiosamente vigente, abusivo alla tradizione urbanistica della urbs messana. Il suo migrare dalla FORZA ITALIA di Silvio BERLUSCONI al PARTITO DEMOCRATICO di Matteo RENZI, da un anfitrione all’altro, lo segnano politicamente.

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  4. Cara ROSARIA, perché è inconsistente la mozione di sfiducia di Giuseppe SANTALCO? GIUSEPPE è politicamente, ripeto politicamente, per evitare equivoci, INAFFIDABILE, ha governato come assessore questa città, in settori delicati, ereditati da RENATO sindaco allo stato pietoso, SERVIZI SOCIALI, AMBIENTE, CIMITERI. Si deve anche al SANTALCO politico la crisi finanziaria di Palazzo Zanca, ma pure della nostra economia, per le scelte infauste di cui fu protagonista, come l’approvazione del PRG, ancora insidiosamente vigente, abusivo alla tradizione urbanistica della urbs messana. Il suo migrare dalla FORZA ITALIA di Silvio BERLUSCONI al PARTITO DEMOCRATICO di Matteo RENZI, da un anfitrione all’altro, lo segnano politicamente.

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