D’Amore: il mio progetto per la cittadella fieristica. Sei anni di concessione e gestione ad associazioni

D’Amore: il mio progetto per la cittadella fieristica. Sei anni di concessione e gestione ad associazioni

Emanuele Rigano

D’Amore: il mio progetto per la cittadella fieristica. Sei anni di concessione e gestione ad associazioni

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venerdì 19 Agosto 2011 - 13:42

Il Piano prevede l’utilizzo della parte “superiore” degli spazi del quartiere, in linea con quanto previsto dal Piano Regolatore del Porto. Sul rinnovo dell’incarico di commissario, in scadenza il 23 agosto: «Non so se mi verrà prolungato e se eventualmente accetterò. Serve una svolta»

Il mandato del commissario dell’Ente Fiera Fabio D’Amore scadrà il prossimo 23 agosto. Eppure il leader di Risorgimento Messinese guarda già al futuro, lanciando una serie di proposte finalizzate alla valorizzazione della cittadella fieristica: «È già pronta – ha annunciato – una richiesta di concessione per sei anni all’Autorità Portuale per utilizzare la parte superiore degli spazi del quartiere fieristico, in linea con quanto previsto dal Piano Regolatore del Porto». Con questo tipo di soluzione non si bloccherebbero i lavori, il cui avvio non è comunque imminente, per la realizzazione del disegno previsto dal Prp sulla parte della cittadella che si affaccia sul mare.

L’idea di D’Amore infatti, riguarda la parte a monte del quartiere fieristico. Tale progetto, che non ha fini commerciali, trasformerebbe quelle aree in un contenitore di attività culturali permanenti a disposizione di tutta la città. Alcuni privati hanno infatti già manifestato l’interesse di ristrutturare e gestire gli spazi. Si tratta dell’Ex Irrera a Mare, il Teatro in Fiera, che diventerebbe un luogo aperto alle associazioni teatrali della città, il padiglione 2, in cui il piano inferiore verrebbe dedicato a mostre d’arte e quello superiore sarebbe utilizzato da associazioni musicali. Il padiglione 4 sarebbe destinato ad associazioni sportive, il 5 ad attività ricreative socio-culturali. 12 e 14 per bar che per sei anni aprirebbero solo in concomitanza delle iniziative fieristiche. Il padiglione 7/A, invece, resterebbe libero, a disposizione per eventuali iniziative che si potrebbero adottare anche in collaborazione con i due attuali soci, il Comune e la Provincia (lo è ancora formalmente, ma nelle intenzioni no). Un progetto che risulterebbe essere a costo zero per l’Ente Fiera. Per chi occuperebbe gli spazi invece, solo un piccolo canone mensile, che frutterebbe complessivamente alla Fiera circa 2mila euro che servirebbero a pagare il leasing di una tensostruttura in cui organizzare fiere settoriali. «Per i padiglioni vincolati abbiamo già parlato con la Sovraintendenza che ci ha dato la disponibilità a collaborare – aggiunge il commissario -. Alla fine non sono poi così impegnativi i lavori per rendere nuovamente fruibili gli spazi». Un accordo con le associazioni garantirebbe l’apertura per tutto l’anno, con gli affidatari che si accollerebbero anche i costi dei servizi di guardiania dell’area

Il futuro prossimo riguarda però il rinnovo del mandato e il destino dell’Ente. D’Amore commenta: «Non so se mi verrà proposto un nuovo incarico e se eventualmente lo accetterò. Mi chiedo se vale la pena vivacchiare o dare una svolta definitiva. C’è un disegno di legge, per il momento in stand-by all’Ars, per il trasferimento in mobilità dei dipendenti della Fiera di Palermo all’Arpa. In questo quadro potrebbero rientrare anche i 13 dipendenti della Fiera, rendendo praticamente impossibile la prosecuzione dell’attività. Bisogna capire cosa si vuole fare. Abbiamo partecipato a molti bandi e in diversi casi siamo in pole per ottenere i finanziamenti. Servirà un incontro con l’assessore Marco Venturi, con il presidente Raffaele Lombardo e con il sindaco Giuseppe Buzzanca».

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