Addio all'isola pedonale in via dei Mille: è finita. L'ultimo desolante atto

Addio all’isola pedonale in via dei Mille: è finita. L’ultimo desolante atto

Francesca Stornante

Addio all’isola pedonale in via dei Mille: è finita. L’ultimo desolante atto

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venerdì 09 Febbraio 2018 - 16:01

E' stato l'assessore Gaetano Cacciola a decidere di ritirare la delibera di fronte all'assoluta certezza di non poter andare avanti sulla discussione sulla pedonalizzazione di via dei Mille né di qualsiasi altra ipotesi. Commenti durissimi.

Niente più isola pedonale. E’ finita. Dopo un teatrino andato avanti per settimane in un’aula consiliare che non ha saputo e voluto affrontare in modo serio e concreto la discussione sulla pedonalizzazione di via dei Mille, l’ultima seduta di oggi ha chiuso un cerchio che non avrebbe comunque portato da nessuna parte. E’ stato l’assessore Gaetano Cacciola alla fine a prendere l’unica decisione che era rimasta percorribile: ritirare la delibera con cui l’amministrazione Accorinti un anno fa aveva riproposto l’istituzione dell’isola pedonale permanente in via dei Mille con la relativa modifica del Piano generale del Traffico Urbano. Cacciola, padre di quest’isola e strenuo sostenitore fin dal principio dell’esigenza di dare alla città spazi nuovi liberi dalle auto e dal traffico, si è trovato di fronte quello stesso muro che nel 2014 aveva fatto naufragare il primo esperimento di isola pedonale in centro città. All’epoca la via dei Mille era rimasta chiusa per otto mesi, poi 16 consiglieri in aula impallinarono il progetto e quella via fu riaperta mandando in fumo un esperimento che era piaciuto alla città. Tanto che pochi giorni dopo scesero in piazza in centinaia per difendere l’isola di via dei Mille. Poi tre anni di buio. Senza proposte, senza altre iniziative. Fino a quando non furono di nuovo l’amministrazione Accorinti e l’assessore Cacciola a riproporre quel sogno che avevano dovuto richiudere nel cassetto. Così dall’inizio di gennaio sono iniziate le sedute dedicate all’isola che hanno regalato il peggio che quest’aula potesse tirare fuori. Non tutti ovviamente. C’è chi ha provato in ogni modo a portare avanti un dibattito serio e costruttivo, in testa i consigliere di Cambiamo Messina dal Basso e del Pd. Ci sono stati anche i consiglieri che non erano assolutamente favorevoli all’ipotesi via dei Mille ma che hanno provato a dare un contributo al dibattito come gli esponenti di Sicilia Futura. In tanti volevano quantomeno provare a parlarne. Invece l’aula si è ritrovata sotto scacco da quasi 400 emendamenti e altrettanti sub-emendamenti che hanno bloccato tutto per numerose sedute. Protagonista di questa crociata anti-isola il consigliere Pippo Trischitta. Impossibile dimenticare il trolley con cui qualche settimana fa si presentò in aula con quella montagna di emendamenti. Fu subito chiaro a tutti che quella mossa avrebbe fatto incartare tutto. E così in effetti è stato. Scontri poco edificanti, un livello bassissimo del dibattito, attacchi a tutto spiano hanno reso queste sedute praticamente inconcludenti. Fino ad oggi, quando era stato chiesto ancora una volta di ritirare quantomeno quegli emendamenti che non avevano i pareri positivi del dirigente e che per questo rappresentavano solo una perdita di tempo. Gli animi si sono surriscaldati, il dibattito si è spostato su altri piani, dall’isola pedonale si è parlato di tutto e di più, spostando la visuale dal fulcro del problema.

Alla fine, di fronte all’assoluta certezza di non poter andare avanti, a Cacciola è rimasta solo una cosa da fare: ritirare quella delibera. «Ringrazio i consiglieri che hanno preso in considerazione questa delibera e l’interesse e la voglia della città di chiudere un dibattito iniziato quattro anni fa. Oggi c’era la necessità di discuterlo con serietà, ma non c’è stata la possibilità di farlo. Forse Trischitta considererà questa una vittoria. Sarà la cittadinanza a decidere se seguire un percorso di questo genere fatto di ostruzionismo e chiusura a ogni discussione. Non posso altro che ritirare la delibera e immaginare che possa essere ripresa da una prossima amministrazione. La città saprà come reagire a tutto questo. Mi dispiace per chi ci ha seguito in questi anni e ha lavorato per cercare una soluzione quantomeno per discuterne. E’ chiaro e palese che atteggiamento c’è stato. Il tempo è scaduto e non abbiamo altro da dirci. La mobilità sostenibile di cui ci riempiamo tutti la bocca è fatta di trasporto pubblico, di aree pedonali, di sistemi di moderazione del traffico, di piste ciclabili. E’ inutile parlare di mobilità sostenibile se non sappiamo affrontare questi argomenti e metterli in pratica». Con queste parole Cacciola ha annunciato in aula la sua decisione. Alla fine molti consiglieri lo hanno applaudito. Ed è finita così la parabola dell’isola pedonale.

Cacciola ha commentato con rammarico e dispiacere l’epilogo di questa vicenda: «L’isola pedonale non doveva essere occasione di schieramento politico. Le isole pedonali sono cose obbligate, prima o poi ci si arriva, sono un segno di civiltà, di progresso, rappresentano la modifica della visione delle città. Questa isola era assolutamente inattaccabile dal punto di vista tecnico» dice Cacciola che ci tiene a sottolineare che oggi i tempi erano maturi per qyesta scelta, molto più di quattro anni fa. «Mi ero reso conto all’inizio che se non si migliorava il trasporto pubblico un’isola in centro città avrebbe potuto creare difficoltà. Per questo ho deciso di dedicarmi al trasporto pubblico e al parcheggio di via La Farina, sperando che i progressi su questo fronte potessero fare da traino, evitando problemi di traffico e di sosta. Penso di essermi comportato bene sotto tutti i punti di vista. L’isola pedonale era una scelta non politica, ma di civiltà. Abbiamo perso un’opportunità».

Durissimo lo sfogo a caldo di Giuppi Siracusano, uno dei consiglieri Pd che più si è battuto per salvare il dibattito sull’isola: “Ho molto apprezzato Cacciola, il quale ha dimostrato la dignità che qualcuno in Consiglio comunale ha dimostrato di non avere. Si tratta di piccoli personaggi che hanno messo in campo quella sottocultura che rivendicano con vergognoso orgoglio. Una sottocultura che ha assunto le forme, apparentemente legittime, di un presunto ostruzionismo consiliare, oltre che quelle biasimevoli della delazione personale e politica. Ed infatti il retroterra ideologico che ha guidato l’agire politico di certi soggetti è sempre lo stesso ed obbedisce al solito ragionamento: “non la pensi come me e quindi non ti faccio parlare; e proprio perché l’organo rappresentativo potrebbe uniformarsi alla tua idea, e non alla mia, gli impedisco di pronunciarsi”. Rispondono a questa perversa logica, infatti, comportamenti quali la consapevole e reiterata scelta di far cadere il numero legale, il presentare centinaia di emendamenti, l’interrompere in continuazione i lavori cercando la rissa e la caciara. Ma anche e soprattutto la denigrazione politica e personale di tutti coloro che la pensano diversamente. E ciò anche a costo di calunniare persone perbene e di infangare istituzioni importanti quali il Consiglio comunale. L’ostruzionismo è una cosa seria e mai può essere utilizzato per anestetizzare il dibattito, peraltro in discussioni che non riguardano grandi temi etici o, quanto meno, una legge di bilancio. Perché, in fondo, ed è utile ricordarlo, si stava solo discutendo di chiudere o meno qualche strada. E l’unico obiettivo di questi soggetti, peraltro maldestramente dissimulato e drammaticamente raggiunto, era quello di impedire ad un organo rappresentativo di esercitare le proprie prerogative. Quello che mi ha lasciato interdetto è stata l’assoluta incapacità di smarcarsi di tanti altri soggetti. I quali, inspiegabilmente, con i propri comportamenti politici hanno finito per avallare questi processi antidemocratici. Un organo autorevole (ed autorevolmente guidato), infatti, avrebbe emarginato certe logiche”.

Francesca Stornante

7 commenti

  1. IN una città martorizzata da un traffico impazzito e non controllato è un suicidio chiudere via dei mille,infatti la logica vuole che a chiudere deve essere il Viale San Martino

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  2. Bene, adesso non rimane che “automobilizzare” i marciapiedi…

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  3. MessineseAttento 9 Febbraio 2018 18:40

    Stia sereno Trischitta, dalla sua parte avrà un certo “peppino” ed un certo “hornet”, due personcine che ben si identificano con questo consigliere, ormai divenuto il loro eroe, campione di inciviltà ed ignoranza. Quindi, 2 voti assicurati alle amministrative, i restanti 200000 aventi diritto, si ricorderanno di questo sfregio, regalando a Trischitta lo zero virgola che si merita. Purtroppo però, in linea con la sua persona, temo si ritirerà mestamente dalla prossima competizione elettorale, togliendoci la soddisfazione di demolirlo a livello politico. Intanto, hanno vinto i vari peppino ed i vari hornet, i quali potranno tornare a scorazzare con le loro uno turbo anche in via dei Mille. Sperando che abbassino lo stereo.

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  4. sergio indelicato 9 Febbraio 2018 20:36

    Appare chiaro ed evidente che oltre le innegabili colpe dell’attuale giunta il consiglio comunale non è da meno

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  5. Non credo che transennare P.Cairoli, viale e via dei mille sia utile a migliorare la qualità della mobilità. Piuttosto serve solo ad imbruttire un centro città che ha già i suoi seri problemi. Le doppie file, le auto sui marciapiedi e negli angoli e gli stereo ad alto volume si combattono con i controlli e le multe. E che non ci vengano a dire che il problema sono i pochi vigili perchè con molte telecamere e pochissimi vigili non in strada ma davanti ad un monitor in poche settimane raggiungeremmo un livello di civiltà che neanche a Stoccolma hanno. Posso prendere atto che un incivile blocchi il traffico posteggiando in un angolo o in seconda fila. Non posso accettare che risalga in auto senza multa.

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  6. Vergogna e totale incapacità di visione, non dico politica -in riferimento a certi figuri, non è il caso di usare quel termine-, ma di spicciolo buonsenso. Che pena questa consiliatura. Spero che i Messinesi se be ricordino quando, fra qualche mese, ai tornerà a votare!

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  7. certo che non poter parlare più della “strada chiusa” in una città al fallimento è un vero dramma ……

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