Rapinò l'ufficio postale, 20enne incastrato dal Dna rimasto nel passamontagna

Rapinò l’ufficio postale, 20enne incastrato dal Dna rimasto nel passamontagna

Rapinò l’ufficio postale, 20enne incastrato dal Dna rimasto nel passamontagna

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martedì 20 Marzo 2012 - 12:19

I Carabinieri di Patti dopo aver arrestato il giovane sono sulle tracce dei complici. Decisive le analisi dei militari del Ris che hanno estrapolato il profilo genetico di Carmelo Abbate da i reperti rinvenuti dopo il colpo

Il 20enne Carmelo Abbate, arrestato dai Carabinieri di Patti per la rapina all’Ufficio Postale di Tindari è stato incastrato dal suo stesso Dna. Il ragazzo, che ora si trova al carcere di Gazzi, è uno degli autori del colpo messo a segno il 2 dicembre 2010 all’Ufficio postale di Tindari che aveva fruttato ai malviventi circa 2mila euro. In quell’occasione a fare irruzione all’interno delle Poste erano state due persone con il volto coperto da caschi integrali e con indosso una tuta bianca del modello “usa e getta”. I due erano giunti in sella ad uno scooter, poi risultato rubato, dopo aver esploso in aria alcuni colpi di pistola, i due malviventi erano entrati urlando “questa è una rapina” ed avevano intimato alla direttrice dell’Ufficio Postale di consegnare i soldi. Nelle fasi concitate e drammatiche della rapina, uno dei malviventi, aveva puntato la pistola prima contro i clienti presenti e, poi, contro la stessa direttrice. Per indurre la donna a fare presto, i due avevano poi esploso un altro colpo di pistola, che aveva intimorito ulteriormente la donna ed i numerosi clienti. Dopo aver preso il malloppo, erano quindi fuggiti lungo la Strada Statale 113 facendo perdere le proprie tracce. Le indagini dei carabinieri avevano permesso di ritrovare in un sottopassaggio della A/20 Messina lo scooter che era stato utilizzato per la rapina e i due passamontagna che i rapinatori indossavano sotto il casco per non farsi riconoscere. Reperti dai quali i Carabinieri del RIS hanno isolato un unico profilo genetico. Nel frattempo Abbate, insieme al fratello ed un altro pregiudicato di Barcellona, era stato arrestato in flagranza di due tentativi di estorsione ai danni di automobilisti pattesi con la “truffa dello specchietto”. Dalla comparazione del Dna trovato nel passamontagna e sullo scooter con quello di Abbate sul quale i sospetti dei militari si erano già indirizzati è arrivata la conferma che il ventenne era uno dei due autori della rapina.
E stamattina il ventenne è finito in manette in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare. I Carabinieri di Patti sono ora sulle tracce dei suoi complici.

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