Oggi la festa di San Nicola. Padre Angemi: “Non fermiamoci al folclore”

Oggi la festa di San Nicola. Padre Angemi: “Non fermiamoci al folclore”

Marilena Raffa

Oggi la festa di San Nicola. Padre Angemi: “Non fermiamoci al folclore”

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domenica 13 Agosto 2017 - 06:22

Alle 18, la Solenne Celebrazione Eucaristica seguita dalla consueta Processione del Simulacro del Santo Patrono di Ganzirri

San Nicola è uno dei Santi più popolari al mondo, dall’Oriente all’Occidente, venerato dalla Chiesa latina e da quella greca. Lo testimoniano le innumerevoli Chiese a lui dedicate nel corso dei secoli, solo a Messina se ne contano circa una decina, sparse su tutto il territorio. Nato intorno al 260 d.C. a Patara, città della Licia ,attuale Turchia, noto per la sua estrema bontà e carità. Le sue spoglie furono conservate a Myra, città di cui fu Vescovo, fino a quando nel 1087 una spedizione di marinai le traslò a Bari. Infinita la lista di miracoli, aneddoti e leggende che lo riguardano, grazie alle quali è considerato difensore di deboli e di coloro che subiscono ingiustizie. Santo protettore di bambini e ragazzi, fanciulle prossime al matrimonio, farmacisti, commercianti, avvocati, naviganti, marinai e pescatori.

Abbiamo chiesto a Padre Antonello Angemi , della Parrocchia “San Nicola di Bari” di Ganzirri, di testimoniare la devozione per il Santo dell’intera comunità.

“Il legame tra San Nicola, il mare ed il mondo della pesca è sempre stato molto forte. Negli anni passati, i pescatori davano la decima del pescato, poiché si credeva che l’abbondante pesca era ottenuta grazie all’intercessione del Santo. Tra gli ex voto offerti in dono ed esposti ogni anno durante la processione, ci sono i pesci d’oro offerti dai pescatori in segno di ringraziamento.

La Chiesa nel 1908 è stata completamente distrutta dal terremoto, stranamente il paese non ha subito alcun tipo di danno. Parrocchiani oggi scomparsi, raccontavano la storia dell’apparizione di San Nicola che, con le mani, bloccava la furia del maremoto del 28 dicembre. Quello che sembra un racconto leggendario, veniva trasmesso con convinzione dagli anziani del paese a testimonianza dell’amore di San Nicola per la gente.

Il Santo della carità, si metteva in primo piano quando era Vescovo di Myra per difendere i fedeli dalle ingiustizie dei potenti, ancora oggi può contare su una devozione sempre crescente. Ogni anno, si stima una partecipazione che va dai 20.000 ai 30.000 fedeli solo per l’evento estivo; durante l’anno e, in particolare, il 6 dicembre (giorno di San Nicola) alla Novena e alla Solenne Celebrazione Eucaristica si affianca la benedizione dei “panuzzi”, altra testimonianza del legame profondo tra il Santo ed i pescatori. Si tratta di pani molto piccoli, che un tempo venivano gettati in mare invocando San Nicola, quando il mare era in tempesta o la pesca non era stata proficua.”

È veramente il Santo di tutti, protettore indulgente e munifico, esempio di amministratore onesto dei beni della comunità. Su questa figura si intrecciano storia, leggenda e tradizione tanto da essere rappresentata oltre che con mitra e bastone pastorale, simboli del vescovato, anche con tre sacchetti di monete; grazie a questi, lanciati di nascosto dentro la casa di un padre caduto in disgrazia, poterono convolare a nozze le tre figlie. Altra leggenda narra di tre ragazzi uccisi, messi sotto sale da un locandiere, e da lui resuscitati; da qui Protettore dei fanciulli, a lui si ispira la figura di Babbo Natale.

“La purezza della fede difesa da San Nicola – continua Padre Antonello – insieme alla giustizia, alla carità, alla cura ed all’amore per i bambini, soprattutto in un mondo in cui troppo spesso i bambini vengono sfruttati o violentati sono l’esempio da seguire ed il messaggio da cogliere durante la partecipazione alla processione. Quando si assiste a manifestazioni di questo tipo, molto suggestive , il rischio è proprio quello di fermarsi al folclore. Da cristiani, abbiamo il dovere di andare oltre, aiutando i fedeli a conoscere un Santo che ancora oggi, dopo più di 1.700 anni, ha molto da insegnare. Tornando a casa, non dobbiamo avere solo gli occhi pieni di suggestione, ma porci degli interrogativi su come possiamo imitare il Santo, come amare i fratelli o vivere la carità. Il cristiano non dà risposte, ma suscita domande sul proprio credo e sulla dimensione cristiana che come sappiamo ha duplice estensione: l’amore a Dio e l’amore ai fratelli. Se questo non fa parte di noi, partecipiamo ad una manifestazione priva di senso".

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