Si difende la coppia: "volevamo assumere la famiglia". Restano in carcere gli intermediari

Si difende la coppia: “volevamo assumere la famiglia”. Restano in carcere gli intermediari

Si difende la coppia: “volevamo assumere la famiglia”. Restano in carcere gli intermediari

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venerdì 27 Febbraio 2015 - 15:20

Convalidati gli arresti dei Galati Rando e del pugliese fermati ieri dai Carabinieri mentre accompagnavano in Sicilia una donna rumena e i due figli, il più piccolo dei quali sarebe stato oggetto di una "adozione illegale". Ma i coniugi di Castell'Umberto respingono l'accusa.

Non avevano alcuna intenzione di strappare il bambino alla famiglia d’origine, piuttosto portare in Italia anche la madre e io fratello, per assumerli. Per questo si sarebbero rivolti ai fratelli Galati Rando, che in Romania avevano giá “fatto affari”.

Così la coppia di Castell’Umberto fermata ieri dai Carabinieri per tratta di minori si è giustificata, rispondendo alle domande del pm Francesca Bonazinga e del GIP di Patti. Lui è in stato di fermo a Gazzi, lei a Catania dove è rinchiusa anche la madre del piccolo.

Tutti tra oggi e ieri pomeriggio sono andati al faccia a faccia col giudice per gli interrogatori di garanzia. Il fratello del bambino, il brindisino Vito Calianni e Franco Galati Rando hanno preferito tacere, avvalendosi della facoltá di non rispondere.

Ha risposto è si è difeso, invece, Aldo Galati Rando. “Raganella”, cosi è soprannominato il pregiudicato, ha parlato per quasi due ore, rispondendo alle domande del pm Liliana Todaro – titolare del caso insieme alla collega Maria Pellegrino – e respingendo le accuse. Il tortoriciano ha una lunga serie di precedenti alle spalle ed è stato condannato anche perché appartenente al clan nebroideo.

Il racconto dei coniugi umbertini e di Galati Rando è ora al vaglio degli inquirenti. Intanto il Giudice per le indagini preliminari di Messina, Maria Militello, al termine degli interrogatori, ha convalidato i fermi ed applicato ordinanza custodiale in carcere, riqualificando l’accusa da riduzione in schiavitù a compravendita di schiavi. Per Calogero e Lorella, la coppia umbertina, deciderà il GIP di Patti.

Difendono gli avvocati Alessandro Barbera, Alessandro Farano, Decimo Lo Presti e Alessandro Pruiti.

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