Operazione Totem: Molonia resta in carcere, D'Arrigo non più ai domiciliari

Operazione Totem: Molonia resta in carcere, D’Arrigo non più ai domiciliari

Veronica Crocitti

Operazione Totem: Molonia resta in carcere, D’Arrigo non più ai domiciliari

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venerdì 15 Luglio 2016 - 22:02

L'operazione Totem, basata sulle corpose informative stilate dalla Squadra Mobile di Messina e dai Carabinieri del Nucleo Operativo, ha sgominato l'intero "impero" di Luigi tibia e dei suoi affiliati.

Resta in carcere Giuseppe Molonia, uno dei ventitré arrestati della maxi operazione antimafia denominata Totem. A stabilirlo è stato il Tribunale del Riesame che, oggi pomeriggio, ha rigettato il ricorso presentato dai legali del ventisettenne. Il ragazzo è accusato di aver fatto parte del clan mafioso di Giostra, capeggiato dal boss Luigi Tibia, oltre ad aver detenuto illegalmente delle armi.

Cade la misura degli arresti domiciliari, invece, per Antonio D'Arrigo, anche lui finito nel "calderone" dell'operazione scattata lo scorso 29 giugno e coordinata dai Sostituti Procuratori Fabrizio Monaco, Maria Pellegrino e Liliana Totaro. Per lui, il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso degli avvocati difensori Daniela Agnello e Carlo Autru Ryolo che chiedevano la revoca dei domiciliari.

"L’attività imprenditoriale del sig. D’Arrigo si è sempre svolta secondo principi di correttezza ed onestà, in assenza di condotte e di finalità illecite. Il ovvedimento restituisce dignità e decoro al giovane imprenditore messinese che da numerosi anni nel settore di ristorazione ed intrattenimento, è conosciuto come stimato professionista ed apprezzato lavoratore", è stata la dichiarazione dei legali.

L'operazione Totem, basata sulle corpose informative stilate dalla Squadra Mobile di Messina e dai Carabinieri del Nucleo Operativo in quasi cinque anni di indagini, ha sgominato l'intero "impero" di Luigi Tibia e dei suoi affiliati. Coordinati dal dirigente Giuseppe Anzalone, in particolare, i poliziotti sono riusciti a puntare i fari sui legami tra il mondo di Tibia, i lidi, le sale giochi e le corse clandestine a Giostra. Le indagini dei militari dell'Arma, coordinati dal maggiore Boracchia, hanno poi aggiunto materiale sulle società prima sequestrate e poi confiscate a Tibia che, attraverso prestanomi e faccendieri, venivano comunque gestite direttamente dal boss (vedi articoli correlati). (Veronica Crocitti)

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