Dopo cinquant'anni Taormina potrebbe riavere il suo casinò

Dopo cinquant’anni Taormina potrebbe riavere il suo casinò

Giusy Briguglio

Dopo cinquant’anni Taormina potrebbe riavere il suo casinò

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lunedì 22 Luglio 2013 - 09:56

L'assessore regionale al turismo Michela Stancheris ha dichiarato: "I casinò fanno girare l'economia" e ha indicato Taormina e Cefalù come i due centri siciliani indicati ad ospitare una casa da gioco

Un casinò a Taormina, perché no? Parola di assessore. Per Michela Stancheris, ieri in visita nel Ragusano, non permettere l’apertura delle case da gioco è solo un’ipocrisia. "Dobbiamo smetterla di dire che il gioco è rischioso e, quindi, osteggiare l'apertura dei casinò, quando permettiamo quotidianamente le slot, i gratta e vinci e il gioco on line – ha dichiarato la funzionaria regionale al Turismo”. Oltre Taormina l’altro centro indicato dalla Stancheris è Cefalù nella costa occidentale siciliana.

Per la Perla dello Jonio significherebbe un salto nel passato. Erano gli anni Sessanta quando a Taormina fu aperto il primo casinò nella villa Mon Repos. Ma la casa da gioco, gestita da Domenico Guaraschelli, non ebbe fortuna. Aperto nel 1963, il casinò venne chiuso dalla magistratura già nel 1964 che ritirò la licenza. Quel periodo fu breve ma intenso, così lo ricordano tutto. Il casinò Guaraschelli divenne meta preferita dalle star internazionali. Marlene Dietrich, Gregory Peck, Cary Grant sono solo alcuni dei nomi più importanti dell’epoca rimasti nella storia per aver varcato la soglia del casinò taorminese.

Salto nel passato dunque ma anche verso il futuro. Il casinò rappresenta infatti per Taormina una “speranza” per il rilancio economico della città, vessata da una situazione finanziaria non semplice. Al centro dell’interesse politico soprattutto degli ultimi anni, il casinò potrebbe davvero portare una ventata di respiro nella città del centauro. Del resto e senza andare troppo lontano, in tutta l’Europa le sale da gioco rappresentano una fonte trainante per il turismo. La posizione dell’assessore Stancheris costituisce un’apertura importante e fa sperare. Dopo 50 anni, chissà, Taormina potrebbe riavere il suo casinò.

Giusy Briguglio

3 commenti

  1. accussi nni putemu jucari u default à la roulette….ma jativinni…

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  2. sergio indelicato 22 Luglio 2013 12:03

    L’apertura del casino’ a Taormina , riprende quanto ho descritto nel mio programma in quanto candidato a sindaco per Messina. L’ipocrisia da parte delle autorità competenti su questo argomento è, more solito, tutta a sfavore della nostra Sicilia. Uno Stato “gestore” di fatto, che autorizza 63 sale bingo,(costo annuale della licenza 500.000 euro l’anno per ogni sala) 25670 slot machine e 5.000.000 milioni di euro/mese di gratta e vinci, trova che il Casino in Sicilia possa generare un riciclo di denaro sporco(questa è la motivazione ufficiale con cui venne ritirata al Guarnaschelli la licenza che si portava dalla Libia) La verità è che i Casinò ove esistenti portano un giro di economia diretta ed indotta pari ad un’industria di grosse dimensioni, non solo ,ma ai residenti dove la casa da gioco è ubicata è vietato l’ingresso quindi giocarci. Si evince , che al contrario da quanto permesso dallo Stato che trae un benefit in termini economici,notevolissimo e ,di contro sta impoverendo le area depresse che vedono,ormai, nel tentare la fortuna la gioco l’ultima spiaggia, Il Casinò sarebbe un fonte inesauribile di ricchezze.

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  3. Queste fonti inesauribili di ricchezze, ammesso che si possa accettare questa prospettiva, devono essere al servizio dell’intera Regione Siciliana e non di un singolo comunello, quale esso sia sul territorio italiano. E poi, da dove provengono queste inesauribili ricchezze? Lei, Indelicato, ha una conoscenza socio scientifica del fenomeno o si limita a mettere in bilancio comunale somme sottratte soltanto ai ricchi o mette anche quelle sottratte a soggetti ammalati e a famiglie disgraziate? Ma ha letto qualche pubblicazione in proposito?

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