Taormina. Atlantis Bay e Mazzarò Sea Palace nelle mire dei cinesi: la Fosun punta a strapparli ad Alpitour

Taormina. Atlantis Bay e Mazzarò Sea Palace nelle mire dei cinesi: la Fosun punta a strapparli ad Alpitour

Enrico Scandurra

Taormina. Atlantis Bay e Mazzarò Sea Palace nelle mire dei cinesi: la Fosun punta a strapparli ad Alpitour

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sabato 25 Giugno 2016 - 07:22

La holding dagli "occhi a mandorla", stando ad indiscrezioni, vorrebbe acquisire i due alberghi a "5 stelle", acquistati da pochi giorni dal sodalizio piemontese. Entro qualche mese la possibile transazione.

Nei giorni scorsi l’acquisizione dell’Atlantis Bay e del MazzaròSea Palace da parte di Alpitour ha portato nelle casse del gruppo imprenditoriale dell’ex patron del Catania Calcio, Nino Pulvirenti, circa 30 milioni di euro. E adesso che gli hotel di Taormina mare sono passati ufficialmente nelle mani della società torinese, dopo una trattativa serrata terminata il 21 giugno scorso, gli stessi potrebbero presto essere trasferiti nei conti di un’altra holding. Stavolta, guarda caso, cinese. Nel futuro dei due alberghi della frazione turistica di Mazzarò c’è, infatti, l’Oriente, visto che il sodalizio piemontese (appunto Alpitour) è da tempo nelle mire del colosso ad “occhi a mandorla” Fosun, che ad inizio del 2016 ha investito la bellezza di 939 milioni di euro per l’acquisto tramite Opa del francese Club Mediterranee (1,4 miliardi di euro di giri d’affari consolidato e 70 villaggi turistici in 40 Paesi). Operazione che seguirà – stando alle ultime indiscrezioni trapelate negli ambienti taorminesi- anche quella relativa all’acquisto dei due “5 stelle” della Città del Centauro, che quindi potrebbero a breve viaggiare in “prima classe”, considerato che la stessa Fosun ha deciso di non fermarsi e punta ad acquisire i “gioielli di casa nostra” entro qualche mese. Un sodalizio, quello che sta tentando di ottenerli, con sede a Shanghai (operante nel settore assicurativo, negli investimenti, nella gestione degli asseted in quello industriale), che mira dunque ad accollarsi pure i “numeri” di Taormina. Una società che nel 2013 ha acquisito a New York pure il grattacielo JP Morgan Chase e che sta facendo terra bruciata attorno, con l’intenzione di creare un “ponte” tra Cina e Mar Mediterraneo. Un collegamento che porterebbe in terra sicula investimenti finanziari importanti necessari per far riprendere il mercato locale da una crisi ancora in atto. Una crisi che, con l’arrivo di tali magnati,potrebbe pertanto subire un arresto e condurre la Perla dello Jonio verso un futuro più roseo.

Enrico Scandurra

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