Anche Sel sul Centro Nato all'Arsenale: "Scegliere tra lavoro o salute è l'ennesimo ricatto alla città"

Anche Sel sul Centro Nato all’Arsenale: “Scegliere tra lavoro o salute è l’ennesimo ricatto alla città”

Anche Sel sul Centro Nato all’Arsenale: “Scegliere tra lavoro o salute è l’ennesimo ricatto alla città”

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mercoledì 11 Luglio 2012 - 07:35

Chiede Sinistra Ecologia e Libertà: "Che fine faranno tutti i progetti di riconversione ecologica della zona falcata, la tutela e la valorizzazione dei suoi beni culturali ed ambientali, il tanto decantato Piano regolatore del Porto, le tante discussioni sullo sviluppo turistico e sostenibile dell'area?”

Non si placano le polemiche sull’Arsenale. E’ la volta di Sinistra Ecologia e Libertà che definisce uno scenario miraggio gli investimenti da 25-30 milioni e l’aumento dell’occupazione per il centro d’eccellenza per la demilitarizzazione delle navi Nato: “La città di Messina potrebbe diventare punto di riferimento Nato per navi piene d’amianto e potenzialmente portatrici di altre sostanze nocive (oli, vernici, policlorobifenili, morchie, ecc.) che verrebbero smantellate in una struttura attualmente non adeguata a tale attività e per normativa ambientale sicuramente non adeguabile (troppo vicina al centro abitato), esponendo centinaia di lavoratori ad attività lavorative altamente a rischio.
La zona falcata – prosegue Sel – è distante dal centro cittadino solo qualche centinaio di metri in linea d’aria e proprio di fronte ai suoi impianti attraccano annualmente centinaia di navi da crociera, l’ultima vera ricchezza del nostro porto e della nostra città seppure ancora non adeguatamente sfruttata”.
Il circolo cittadino “Matteo Cucinotta” di Sel pone delle domande: “Cosa faranno i grandi armatori di navi da crociera sapendo che vicino alle banchine dove sono attraccate le loro navi si svolgono attività altamente pericolose? E le migliaia di persone che frequentano l’area portuale per lavoro o per traghettare? E che fine faranno tutti i progetti di riconversione ecologica della zona falcata, la tutela e la valorizzazione dei suoi beni culturali ed ambientali, il tanto decantato Piano regolatore del Porto, le tante discussioni sullo sviluppo turistico e sostenibile dell’area?”
Come già la Cisl, oggi anche Sel ricorda la triste esperienza della Smeb: “La degassifica della Smeb, trasformata col tempo in inceneritore per rifiuti tossici, dovrebbe avere dimostrato ampiamente i rischi per i lavoratori e per i cittadini per la presenza di un impianto altamente insalubre nel cuore della città e la necessità di pensare ad un percorso di sviluppo rispettoso dell’uomo e dell’ambiente”.
Non manca un riferimento al Libro verde 2007 dell’Unione Europea dal titolo “Per una migliore demolizione delle navi” che recita: “La demolizione delle navi è un’attività pericolosa… è motivo di preoccupazione… Le imbarcazioni militari costruite tra gli anni ’60 e i primi anni ’80 contengono quantitativi relativamente elevati di amianto e altri materiali pericolosi. Attualmente la gran parte delle navi, soprattutto mercantili, vengono demolite nei cantieri di India e Bangladesh dove, per la mancanza di adeguate misure di protezione per l’uomo e l’ambiente, un lavoratore su sei del più grande sito di demolizione indiano, Alang, soffre di asbestosi (fibrosi del polmone che colpisce lavoratori esposti a fibre di amianto) e dove si riscontra un tasso di incidenti mortali sei volte superiore a quello dell’industria mineraria del paese. In Bangladesh, tra il 1998 e il 2003 circa 200 lavoratori impegnati nella rottamazione di navi sono morti per incidente”.
Sel conclude ricordando le locali esperienze negative: “La nostra provincia e la nostra regione hanno purtroppo pagato già un prezzo troppo alto in termini di vittime ed inquinamento per avere ospitato nel proprio territorio attività altamente insalubri (Milazzo, Villafranca, Gela, Priolo) con il miraggio di nuova occupazione e di nuovi investimenti. Non possiamo né dobbiamo accettare quello che appare come l’ennesimo ricatto: scegliere tra lavoro o salute”.

4 commenti

  1. il lavoro si può monitorare come SEL non ha fatto ai tempi Smeb..la mia salute senza lavoro me la restituisce Ilacqua e i compagni SEL ??????

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  2. tutti a mangiare a casa SEL e dintorni .. NO NATO NO PONTE NO Porticciolo TUristico NO piastra logistica …. ORGANIZZATE UNA MENSA DEL DISOCCUPATO

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  3. Alessandro Grussu 11 Luglio 2012 14:34

    Quanti impianti di smaltimento di naviglio militare sono situati in pieno centro cittadino? Io una risposta ce l’avrei: zero, dal momento che le imbarcazioni militari sono una miniera di materiali pericolosi per l’ambiente, e non è necessario essere laureati in ingegneria navale per saperlo. A questo punto tanto varrebbe che stoccassero i fusti delle scorie nucleari sotto il viale Europa: c’è tanto spazio inutilizzato laggiù e quanto lavoro si creerebbe!!

    Un plauso a SEL per aver denunciato l’ennesimo (tentato, si spera) attentato alla nostra città, la quale prima vorrebbe attrarre i turisti (coi risultati che sappiamo) e poi vorrebbe metter loro l’amianto e altre belle sostanze sotto il naso appena scesi dalle navi.

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  4. al di la dei discorsi ideologici e le lezioni di ambientalismo di SEl, i cui esponenti però fanno finta di non vedere quanto inquinano le caronti dei loro cugini del PD ( visto che genovese è il capo)e relativi tir, fanno finta di non vedere che la Cina è uno dei paesi che più inquina al mondo e non ricordano il disastro nucleare di Cernobyl in pieno URSS; il problema inquinamento esiste. A mio avviso ci sono altri settori per poter dar da mangiare a tutti e non a pochi, ma questa classe politica tutta (dato che tutti hanno governato) con i suoi tanti galoppini e servi, hanno dimostrato di essere totalente incapaci di fare qualcoa di positivo, e mentre la gente fugge da Messina, costruita sul nepotismo e il voto di scambio, diventando solo uno sterile stipendificio ( e se oggi parliamo di queste cose, è perchè stiamo raccogliendo i frutti di quello schifo) , continuano a buttare preziossimi denari che potevane essere invece spesi per uno sviluppo sostenibile e concreto.I fatti sono questi, quindi non vedo perchè osannare iniziative potenzialmente rischiose e che non portano vantaggi economici a nessuno, tranne all’azienda pubblica, la quale se non vado errato è a riscio chiusura, e se così fosse,evidentemente ci sono dei motivi, speialmente di questi tempi in cui sforamenti, debiti e ragalie non sono più ammissibili

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