Il 24 ottobre si incontreranno a Piazza Verdi, davanti al Teatro Massimo di Palermo, associazioni, cittadine e cittadini per consegnare un documento al Presidente della Regione, all’Assessore regionale di competenza e all’ANCI Regionale affinché faccia da tramite per il suo ruolo con i Comuni
Il CeDAV scende in campo per sostenere il primo Presidio regionale contro la violenza maschile verso le donne e l’ignavia istituzionale, che si terrà il 24 ottobre a Palermo.
Mercoledì prossimo, presso la libreria Feltrinelli, la Onlus Centro Donne Antiviolenza di Messina terrà una conferenza stampa per illustrare l’iniziativa ed aderire ufficialmente alla manifestazione regionale.
A Palermo, infatti, si incontreranno a Piazza Verdi (davanti al Teatro Massimo) associazioni, cittadine e cittadini per consegnare un documento al Presidente della Regione, all’Assessore regionale di competenza e all’ANCI Regionale affinché faccia da tramite per il suo ruolo con i Comuni.
L’iniziativa è promossa dal Coordinamento regionale associazioni aderenti a D.I.Re. contro la violenza (Cedav Messina – Thamaia Catania – Le Onde Palermo), Coordinamento antiviolenza 21luglio Palermo, Rete regionale siciliana dei centri e dei servizi contro la violenza verso le donne.
In Sicilia il 23% delle donne ha subito una qualche forma di violenza come evidenziato dall’Istat e dai Centri antiviolenza delle donne che operano da oltre 20 anni nella Regione e pertanto è necessario attuare interventi di prevenzione e di contrasto del fenomeno che valorizzino l’esistente e sviluppino interventi di alta qualità e impatto, programmando efficacemente l’utilizzo delle risorse. La situazione siciliana è caratterizzata da una carenza strutturale di risorse e di servizi e da un non sufficiente riconoscimento dei Centri antiviolenza gestiti dalle donne sia per la qualità del lavoro, sia per la valenza politica e sociale della loro azione.
Entro il 30 ottobre
I fondi dell’anno 2014 relativi alla L.R. 3/2012 non sono ancora stati destinati e si creerà una difficoltà di spesa, come quella che si è avuta negli scorsi anni, mentre i Centri antiviolenza e le case rifugio vivono una condizione di precarietà e di rischio chiusura o riduzione drastica dei loro servizi per mancanza di risorse economiche.
I soggetti pubblici responsabili degli interventi e della loro programmazione sono la regione Sicilia e i Comuni, ciascuno per le proprie competenze.
Le promotrici chiedono che
In particolare le promotrici chiedono che i Comuni attuino il protocollo nazionale sottoscritto dall’ANCI con l’associazione nazionale DiRE che prevede l’impegno dei Comuni per garantire le strutture ai centri antiviolenza e l’inserimento delle politiche di contrasto alla violenza nei Piani di zona.