Processo "SoFi", coinvolto anche Termini: citata la Banca Antonello come responsabile civile

Processo “SoFi”, coinvolto anche Termini: citata la Banca Antonello come responsabile civile

Veronica Crocitti

Processo “SoFi”, coinvolto anche Termini: citata la Banca Antonello come responsabile civile

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venerdì 09 Dicembre 2016 - 15:23

Al centro di tutto vi è un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza nel 2013 riguardante la cessione, due anni prima, della società FiMe, controllata dalla SoFiMe Spa.

La Banca di Credito cooperativo “Antonello da Messina” è stata citata come responsabile civile nel processo “SoFiMe”, l’inchiesta che vede coinvolti il presidente dell’Amam, Leonardo Termini, un ex direttore generale della Banca e l’ex commercialista della SoFiMe Giuseppe Damiani. A stabilirlo è stato stamattina il giudice Massimiliano Micali che, dinnanzi alle parti civili ed all’accusa, ha sciolto la riserva. Ciò vuol dire che la Banca Antonello potrebbe adesso risarcire gli eventuali danni nonché le relative spese, pur non essendo di fatto coinvolta nel reato.

La vicenda riguarda la presunta truffa condotta nei confronti di Calogero Marco Bringheli, amministratore unico della società finanziaria FiMe Spa, e della moglie, difesi dai legali Lori Olivo e Giovanni Mannuccia. I due coniugi si sono già costituiti parte civile durante la prima udienza del processo, andata “in scena” lo scorso 1 dicembre.

Al centro di tutto vi è un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza nel 2013 riguardante la cessione, due anni prima, della società FiMe, controllata dalla SoFiMe Spa. Secondo il fascicolo d’inchiesta che allora era nelle mani del Sostituto Procuratore Diego Capece Minutolo, i tre imputati avrebbero convinto Bringheli a vendere la FiMe al prezzo irrisorio di 1000 euro, facendo leva sulla condizione debitoria della società (debito di 566mila euro, di cui 250 proprio con la Banca Antonello), inducendolo ad accollarsi il mutuo presso la Banca Antonello e promettendogli in cambio posizioni di rilievo o altri compensi nella SoFiMe. In particolare, così come denunciato dallo stesso Bringheli, lui avrebbe dovuto assumere il ruolo di direttore commerciale della Sofime, ottenendo anche un compenso netto di 2mila euro per 14 mensilità, più 1000 come rimborso spese ed altri vantaggi. Sarà adesso la fase dibattimentale del processo a stabilire se si sia trattato o meno di truffa, e la relativa posizione dei tre imputati difesi dagli avvocati Alberto Gullino, Tindaro Iganizzitto e Giovanni Calamoneri. Si torna dinnanzi al giudice Micali il prossimo 26 gennaio. (Veronica Crocitti)

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