Pd, il segretario Basilio Ridolfo: "O si cambia rotta e si va al Congresso o vado via"

Pd, il segretario Basilio Ridolfo: “O si cambia rotta e si va al Congresso o vado via”

Rosaria Brancato

Pd, il segretario Basilio Ridolfo: “O si cambia rotta e si va al Congresso o vado via”

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domenica 22 Marzo 2015 - 07:19

"O si va a Congresso e si cambia rotta o mi dimetto". Non ha dubbi il segretario provinciale del Pd Basilio Ridolfo che venerdì ha presentato una relazione per avviare il percorso verso il Congresso e la rinascita del partito, ottenendo l'ok di tutte le aree ma l'opposizione dei genovesiani. Nel frattempo i renziani lasciano il Coordinamento invitando il segretario ad aprire la crisi politica.

“O si cambia verso, si va al Congresso, si eleggono gli organismi direttivi, oppure mi dimetto. Se vogliono continuare così facciano pure, io me ne vado. Per troppo tempo e solo per amore del partito ci ho messo la faccia”. E’determinato il segretario provinciale del Pd Basilio Ridolfo che venerdì sera ha presentato una relazione programmatica che è un’analisi lucida, amara ma realistica, senza fronzoli, di un partito che non ha alternativa se non cambiare rotta. Ma quella relazione che dettava temi centrali e tempi brevi e scanditi (vedi relazione allegata), che dava ossigeno ad un Pd imbalsamato, puntava a riaprire porte e finestre e ha ottenuto l’ok dei vari gruppi, compreso l’apprezzamento dell’area renziana si è scontrato con il consueto muro di gomma costruito dai genovesiani che, appellandosi ai soliti tatticismi, puntano ad allungare l’agonia. Ma il segretario,dopo due anni e mezzo di un tunnel apparso senza uscita, non ci sta e stavolta, o si legittima pienamente il suo ruolo e gli si consente di dare vita al nuovo corso o sbatte la porta. Nel frattempo i renziani si sono dimessi dal Coordinamento e hanno scritto una lettera a Ridolfo e ai vertici regionali.

“Il momento è troppo difficile- ha spiegato Ridolfo che si è dato 48 ore di tempo per riflettere e per lasciare ai genovesiani il tempo di ripensarci – Dopo quanto accaduto a Milazzo e quanto rischia di succedere a Barcellona, come in una sorta di boomerang non è pensabile che si possa lasciare tutto in mano al solo segretario provinciale, senza direzione,senza alcun tipo di supporto se non questi coordinamenti che per tanti motivi non sono riusciti ad assolvere il loro ruolo. Sono stanco di tatticismi, è tempo di cambiare questo partito, ho cercato in ogni modo di essere equidistante ma gli scontri sono profondissimi. Non possiamo lasciare il Pd in queste condizioni di stallo proprio adesso, con le amministrative alle porte, con Renzi che sta trasformando il Partito in un taxi per quelli che vogliono salirci e in Sicilia con schiere di deputati pronti a usarlo come con le porte girevoli”.

Ci ha provato Ridolfo, sin da quando, nell’ottobre 2013,è stato eletto sulla base di un accordo a tavolino Rinaldi-Panarello-Laccoto e ha presentato un programma di oltre 40 pagine, poi finito travolto dagli eventi, due primarie (nazionali e regionali) e, nel marzo 2014, poche ore dopo l’Assemblea provinciale,la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Francantonio Genovese e quel Corsi d’oro bis che ha fatto piombare nel caos il partito. Il 4 aprile Ridolfo ha presentato le dimissioni, lasciate tra parentesi durante le europee per volere di Raciti e poi congelate fino a fine settembre 2014, facendo volare via un intero anno. Poi, grazie all’accordo a tavolino bis Rinaldi-Panarello-Laccoto viene chiesto a Ridolfo nuovamente il senso di responsabilità per guidare il partito insieme a due Coordinamenti. Si arriva quindi a febbraio 2015 quando, per scontri legati alle amministrative di Milazzo l’area Panarello chiede una verifica degli accordi. Ridolfo ci prova ancora e predispone la relazione e il cronoprogramma di venerdì sera che elenca le priorità e una serie di tappe per far uscire entro giugno il Pd dalle secche. Niente da fare,ai genovesiani non sono bastati due anni di stallo, ne servono ancora. Lucidissima l’analisi di Ridolfo che spiega “ Più di ogni cosa sono mancate l’attitudine al confronto e la capacità di incontro e di sintesi. Le criticità riscontrate durante questo tormentato periodo di segreteria provinciale sono quelle di seguito elencate: eccessiva frammentazione del Partito in componenti; scarsa efficacia del modello organizzativo varato a settembre del 2014, che ha dato vita ai due coordinamenti, numerosi nei componenti e poco adatti a giungere ad una posizione di sintesi sulle diverse questioni; assenza di proposta politica sia sui temi che riguardano la città e sia su quelli attinenti alla Provincia; assenza di coordinamento tra il Partito ed il Gruppo consiliare al Comune di Messina che, ha fatto registrare una pluralità di posizioni che hanno dato il segno evidente della mancanza di una linea politica unitaria rispetto alle problematiche; mancato completamento del percorso congressuale con la formazione di organi statutari quali: direzione provinciale; esecutivo; presidenza dell’assemblea; commissione di garanzia e tesoriere; mancato completamento degli organismi di partito a livello sia di singolo circolo e sia di unione comunale nella città di Messina; mancato tesseramento 2014”.

Ridolfo invita tutti ad un esame di coscienza sul fatto che il Pd abbia un’immagine sbiadita e anche quando emerge una proposta è ondivaga e dispersiva tanto che su temi crociali le posizioni sono spesso contrapposte. Ma,quel che sottolinea il segretario: “il Partito non si è ancora interrogato per comprendere – ma non può continuare a non farlo – le ragioni e le motivazioni profonde che hanno portato alla sconfitta elettorale amministrativa. Il Pd deve avviare una attenta riflessione per ripartire e superare le ragioni dell’insuccesso elettorale. E ciò per almeno due ragioni: si tratta di analizzare le motivazioni politiche che dopo soli 18 mesi dal suo insediamento ci fanno assistere alla “frantumazione” dei gruppi e movimenti che marcano distanze rispetto all’Amministrazione Accorinti. Inoltre non può essere disconosciuto che nel risultato delle amministrative 2013 vi è tanta presenza di elettorato di una sinistra che sarebbe un errore gravissimo considerare definitivamente perduto”. Insomma è proprio Ridolfo a ricordare ai colleghi che il Pd è fermo agli accadimenti del 2013 e che è ormai arrivato il momento dell’analisi e della ripresa “la sconfitta va letta anche sotto il profilo del malessere generale che tuttora affligge il Partito. Dobbiamo chiederci “Sarebbe oggi in condizioni il PD di andare al rinnovo dell’amministrazione comunale ove, per una qualche ragione sopravveniente tutto ciò si dovesse determinare, indicando una personalità con forti di capacità di aggregazione e riconoscibile, per competenza, coerenza e credibilità politica e personale, o, forse, ove ci fosse non sarebbe vittima designata di irresponsabili diatribe e logiche interne?Per quanto mi riguarda nutro serie perplessità e tuttavia aggiungo che ciò può divenire possibile se si cambia verso sul piano della Politica”.

Da qui un cronoprogramma che vede le prime tappe già a fine mese: il 30 marzo il completamento del tesseramento 2014, sempre il 30 marzo la convocazione dell’Assemblea provinciale e la definizione della direzione provinciale e degli organismi direttivi, l’1 aprile l’avvio del tesseramento 2015, da concludersi entro il 30 maggio per arrivare al Congresso cittadino nel mese di giugno. Nel frattempo saranno portate avanti le altre fasi, compresa la riduzione degli oltre 30 circoli a 6 e la convocazione della Conferenza programmatica. Il tesseramento, in passato al centro di polemiche,dovrà svolgersi con la massima trasparenza e partecipazione.

La proposta ha avuto il via libera del gruppo Cuperlo (Panarello) , delle altre anime e dei renziani che in una lettera inviata allo stesso Ridolfo, hanno manifestato apprezzamento per un’ipotesi “politico-gestionale che, pur tra mille difficoltà, avevi ipotizzato per far uscire dalle secche il PD, ma siamo costretti a comunicarti le dimissioni dei componenti della nostra area in senso al Coordinamento. Ma è del tutto evidente che manca all’area di maggioranza del PD locale la volontà politica di rilanciare il partito e che ogni ulteriore tentativo di “recuperare e rilanciare” sia soltanto un vuoto slogan, utile ad occupare l’eterna attesa che serve ai maggiorenti del Partito per occupare spazi e vuoti, attraverso le solite manovre tatticistiche. A questo punto pur apprezzando la volontà di superare lo stallo che hai dimostrato, ti invitiamo a far deflagrare senza indugio la crisi politica , dimettendoti da Segretario provinciale ed avviando un percorso che passi dal commissariamento e dalla successiva indizione dei congressi provinciale e comunale. Attendere oltre, significa distruggere quel residuo di credibilità politica che il PD ha ancora nei confronti del territorio. Serve un solo passaggio, irrinunciabile, per dare una credibilità a questo Partito: un congresso aperto, che non sia stabilito a tavolino dai soliti capi corrente, che renda possibile ad una nuova leva di militanti di poter avere ruolo di indirizzo e responsabilità come finora mai è accaduto. ​Siamo disgustati dalla logica di chi crede di usare il Partito come il proprio pastificio, contando su tessere gonfiate, circoli inesistenti, politiche sconfitte più volte dalle urne e dalla Storia. ​Se convocherai l’Assemblea provinciale, Basilio, noi ci saremo. Ma nell’inutile e pletorico Coordinamento provinciale, non siederemo più. Con simpatia, Alessandro Russo, Francesco Palano Quero, Giacomo D’Arrigo, Filippo Cangemi, Iole Nicolai, Liliana Modica, Antonio Napoli .

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. BRUCIA ancora oggi ai genovesiani la cocente sconfitta di CALABRO’,la imputano a renziani,per cui non sono disposti,con FRANCANTONIO in grave difficoltà,a dare ossigeno ad un PARTITO DEMOCRATICO IMBALSAMATO,come scrive ROSARIA.Il partito ad un passo dalla guida del Comune di Messina non riesce ad elaborare una proposta alternativa,intendo al Piano di Riequilibrio,la conserva nel cassetto come fanno i PATRIGNI.Perché la maggioranza del PD messinese non ha la volontà di rilanciare il PD?Perché i renziani messinesi sono così deboli politicamente?A queste domande potrebbe impegnarsi a dare una risposta la nostra ROSARIA. Una cosa è certa,la nostra città ha bisogno di un PD con una chiara proposta politica,vale anche per gli altri schieramenti.

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  2. BRUCIA ancora oggi ai genovesiani la cocente sconfitta di CALABRO’,la imputano a renziani,per cui non sono disposti,con FRANCANTONIO in grave difficoltà,a dare ossigeno ad un PARTITO DEMOCRATICO IMBALSAMATO,come scrive ROSARIA.Il partito ad un passo dalla guida del Comune di Messina non riesce ad elaborare una proposta alternativa,intendo al Piano di Riequilibrio,la conserva nel cassetto come fanno i PATRIGNI.Perché la maggioranza del PD messinese non ha la volontà di rilanciare il PD?Perché i renziani messinesi sono così deboli politicamente?A queste domande potrebbe impegnarsi a dare una risposta la nostra ROSARIA. Una cosa è certa,la nostra città ha bisogno di un PD con una chiara proposta politica,vale anche per gli altri schieramenti.

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