Verso l'Armageddon tra il sì ed il no. Determinanti saranno gli indecisi ed i bugiardi

Verso l’Armageddon tra il sì ed il no. Determinanti saranno gli indecisi ed i bugiardi

Rosaria Brancato

Verso l’Armageddon tra il sì ed il no. Determinanti saranno gli indecisi ed i bugiardi

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lunedì 14 Novembre 2016 - 08:33

I prossimi 15 giorni saranno un interminabile elenco di appuntamenti elettorali: convegni, comizi, assemblee, alla presenza di big, intellettuali, artisti, partigiani. La Sicilia è determinante anche in vista delle competizioni del 2017.

Siamo alla volata finale e quella che dovrebbe essere vissuta come una normale campagna referendaria si è trasformata in una lotta “tra il bene e il male”, in una contesa all’Armageddon, combattuta a colpi di convegni, banchetti informativi, seminari, convention sui più disparati argomenti.

La Sicilia è determinante, perché, sotto il profilo elettorale è la Regione in cui si va a votare nel 2017, pertanto l’esito delle urne farà da cartina di tornasole sugli umore degli elettori e sulle alleanze da mettere in campo.

I prossimi 15 giorni sono tutti un lunghissimo elenco di appuntamenti per il sì e per il no in ogni angolo dell’isola e della provincia di Messina, alla presenza di big della politica e dei loro rappresentanti in scala gerarchica. Non c’è frazione tra i 108 comuni della provincia di Messina che non abbia nelle prossime settimane almeno un comizio con il rischio che alla fine ci siano in totale più comizianti che spettatori.

Renzi torna in Sicilia a pochissimi giorni dal precedente tour, quello che ha toccato anche Messina. Le tappe della nuova visita sono da mercoledì Palermo, Agrigento e con ogni probabilità Catania. Dove non c’è il premier sono stati comunque inviati i suoi “discepoli” pronti a portare il “verbo del sì” in ogni dove. Il Pd di Messina, con il trio Ernesto Carbone-Giacomo D’Arrigo-Antonella Russo ha mandato un calendario di appuntamenti in tutta la provincia da far impallidire il più stakanovista degli aspiranti governatori delle campagne elettorali americane. Ministri, vice ministri, sottosegretari, attraverseranno la Sicilia “palmo a palmo”. Alle truppe renziane occorre aggiungere quelle di D’Alia, che dopo il divorzio ufficiale dall’Udc targata Cesa, sta girando in lungo e in largo l’isola per cambiare nome ai gruppi e fare campagna per il sì. Anche il ministro Alfano non scherza e ha in programma numerosi incontri nella sua terra d’origine.

Ma il fronte del no non sta a guardare, anche se, non ha disposizione lo spiegamento di forze della maggioranza del governo e neanche la possibilità di promettere mari e monti in caso di vittoria. Comitati per il no, associazioni, movimenti, hanno portato nell’isola intellettuali, ex magistrati, costituzionalisti, artisti, partigiani, storici, per spiegare più che perché no, perché il sì sarebbe,a loro dire, una iattura. Domenica 20 arriva a Messina il treno del no del M5S con il comizio di Alessandro DI Battista a piazza Cairoli. I 5stelle puntano alle amministrative di primavera ed alle Regionali e dopo aver fatto in Sicilia la convention nazionale di settembre adesso hanno in programma la “battaglia finale”, quella per il no. Ma non sono soli, perché in movimento, sia pure in modo meno eclatante, c’è il centro-destra con Forza Italia che sta cercando di ricostruire l’esercito e le formazioni che gravitano nell’orbita della destra. Per il no c’è anche la sinistra-sinistra, quella di Rifondazione e a minoranza del Pd. Per loro banchetti e incontri diffusi nel territorio. Il no alla riforma Boschi-Renzi a colpi di fiducia passa attraverso una sorta di campagna “porta a porta” ma soprattutto sui social.

Infine c’ è un intero esercito: quello degli indecisi, che in queste ore sono addirittura terrorizzati dallo schieramento in campo da parte di entrambe le fazioni. Conquistare un indeciso è la maggiore delle vittorie, trasformare un forse, un ni o un so in una risposta definitiva è vista come una medaglia d’oro.

Il rischio è che però, di fronte ad un tale spiegamento, l’indeciso decida di stare a casa.

Chi invece sia Renzi che gli anti Renzi temono più di ogni altra cosa sono i bugiardi: ovvero quelli che dichiarano di votare in un modo per poi votare in modo opposto.

Gran parte di questi sono tra le truppe del sì ufficiale e sono quelli che magari appaiono “tiepidi organizzatori” e non hanno il poster di Renzi nella stanza. Li riconosci perché non cerchi più di evitarli come i Testimoni di Geova e puoi fargli un discorso su qualsiasi tema politico senza il rischio che di catechizzino sulle gioie della riforma. Ci sono poi quelli che votando no “sottobanco” puntano a ridimensionare Renzi o a togliersi i sassolini dalla scarpa. E infine quelli che sono per il no pur trovandosi nella maggioranza. Sul fronte del no i “pinocchi” sono di gran lunga di meno ed è difficile individuarli perché “si vergognano” di più” e mai ammetterebbero ufficialmente che Renzi possa avere ragione anche solo sul fatto che oggi è il 14 novembre 2016. Temono che se vengono scoperti possano scattare “rappresaglie” e agiranno solo nel segreto dell’urna, ma con grande soddisfazione interiore…..

Saranno gli indecisi ed i bugiardi a decidere l’esito del 4 dicembre e a segnare per sempre anche il destino di sondaggisti ed opinionisti. Oltre a quello del governo in carica e delle prossime competizioni elettorali.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. I Messinesi dovrebbero votare tutti no visto che il governo non ha concesso la proroga per l’Autority P anche contro ardizzone limosani ecc che hanno esultato per l’ accorpamento con Gioiatauro senza sapere a quali condizioni Il P MessinaMillazzoGiammoro andra’ incontro …sicuramente sfavorevoli
    Areoporto del Mela subito no alla rassegnazioneche ci vuole schiavitu’ calabrese

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  2. I Messinesi dovrebbero votare tutti no visto che il governo non ha concesso la proroga per l’Autority P anche contro ardizzone limosani ecc che hanno esultato per l’ accorpamento con Gioiatauro senza sapere a quali condizioni Il P MessinaMillazzoGiammoro andra’ incontro …sicuramente sfavorevoli
    Areoporto del Mela subito no alla rassegnazioneche ci vuole schiavitu’ calabrese

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