Focus sui progetti “rivoluzionari” di Messina 2020

Focus sui progetti “rivoluzionari” di Messina 2020

Focus sui progetti “rivoluzionari” di Messina 2020

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venerdì 13 Luglio 2012 - 09:34

Dati e descrizioni degli interventi progettuali che rientrano nell’ambito del Piano Strategico di Messina, che tante polemiche nei giorni scorsi ha scatenato

L’interesse è comune: puntare allo sviluppo della città. Il problema, però, è individuare il “come” che metta d’accordo tutti. L’opposto, insomma, di quanto successo in occasione dell’incontro finale, svoltosi al Palacultura, su “Messina 2020: dal Piano Strategico al Patto territoriale”. A fornire l’assist, come documentato (vedi articoli correlati), le organizzazioni riunite nel tavolo “Uniti per Messina”, non soddisfatte per l’assenza di condivisione sulle tematiche in questione. A ruota tante altre polemiche, che però non hanno “scalfito” colui che viene considerato il “padre” del Piano Strategico, l’assessore allo sviluppo Gianfranco Scoglio. Il rappresentante di giunta, infatti, come ribadito anche nel corso del meeting conclusivo al Pala Antonello, ha evidenziato la necessità di andare avanti perché “a prescindere dalle critiche altrui”.

Dalle parole si passa però a quei progetti che potrebbero cambiare il volto della città, tanto a nord quanto a sud. Nel primo caso gli interventi principali riguardano il piano particolareggiato di Capo Peloro e il piano di recupero del waterfront Mortelle-Tono. Sul primo fronte, secondo l’architettura immaginata dal progettista Bruno De Cola, nell’area più affollata dai bagnanti messinesi nei mesi estivi, è stato previsto un sistema che come asse principale assume la linea immaginaria tra il Pilone e l’edificio delle Torri Morandi. Obiettivo è quello di effettuare un vero recupero della struttura che un tempo consentiva il passaggio dell’energia elettrica. Per far questo verranno ricreati due tiranti, simili a quelli che un tempo consentivo il passaggio dell’energia elettrica, uno dei quali verrà “agganciato” in acqua in corrispondenza di un acquario che riproporrà il “gorgo di Cariddi”. Immaginata anche la creazioni di strutture dedicate sia all’accoglienza dei turisti che a musei-laboratori differenziati per tema. Una soluzione progettuale cui si accompagna un adeguato piano di viabilità, necessario per risolvere, in modo definitivo, l’annoso problema parcheggi, soprattutto nei mesi estivi. A “sponsorizzare” il progetto Mortelle-Tono, l’ingegnere Benedetto La Macchia. Quest’ultimo evidenzia come, rispetto alla prima versione, gli interventi determineranno un impatto decisamente meno “duro” sull’ambiente. Tra le strutture che verranno realizzate, quattro lidi, ciascuno con una funzione differente: due hotel; un campus universitario e un’area con attrezzature pubbliche. Immaginato uno spazio privo di barriere visive e fisiche che consentiranno l’avvicinamento al mare. Il progetto prevede, inoltre, il recupero e la tutela della spiaggia, la valorizzazione dell’ambiente costiero attraverso la creazione del parco dunale delimitato a monte dalla promenade e la passeggiata ciclo-pedonale.

Da nord “scendiamo” a sud della città, dove i progetti cardine sono rappresentanti dalla via Marina e dal Polo Logistico di Tremestieri. La via Marina, al momento immaginata solo su carta, ma il cui progetto preliminare ha ottenuto il “benestare” del sindaco Buzzanca in qualità di commissario per l’emergenza traffico, dovrebbe costituire un asse di collegamento tra la mobilità urbana e le grandi reti di comunicazione Autostrada, Metroferrovia, Aeroporto dello stretto, Porti di Messina; un’ asse di collegamento tra la futura area logistica ed i Porti di Messina; un elemento connettore tra il tessuto urbano ed il litorale. Insomma, un’infrastruttura che, come riportato nella relazione finale, “viene a far ‘sistema’ con la viabilità urbana locale esistente e di futuro potenziamento”. Gli interventi consentirebbero una nuova viabilità stradale per uno sviluppo complessivo di ca. 10 Km, una nuova Pista ciclabile / promenade per uno sviluppo complessivo di ca. 5,5 Km; nuove aree di parcheggio localizzate lungo la nuova infrastruttura ed in corrispondenza delle fermate ferroviarie per un totale di ca. 260 stalli e due nuove aree di parcheggio in corrispondenza delle fermate di Contesse e di Tremestieri, per un totale di ca. 100 stalli.

Non meno ambizioso quanto previsto per il porto logistico di Tremestieri, che dovrebbe interessare un’area con un’estensione complessiva di 115.000 mq con destinazione prevalente di zona D (industriale). Il progetto stabilisce l’assimilazione anche di aree adiacenti destinate a servizi in modo da poter prevedere la realizzazione di opere di compensazione ambientale e sociale d’interesse per il comprensorio nel quale ricade la piastra logistica. I concetti chiave sulla base dei quali è stato sviluppato il progetto, come si legge nella relazione finale, sono: modularità, accessibilità e intermodalità. Nel primo caso, “è emersa chiaramente dal processo partecipativo la necessità per il partner privato di poter prevedere per singole fasi lo sviluppo e l’evoluzione della piastra e dei servizi offerti. Nel secono “la prossimità agli svincoli autostradali e la previsione progettuale di due nuove arterie stradali (una delle quali inserita nella Comprehensive Network della rete TEN-TEC) consente un rapido e facile accesso ai mezzi pesanti da e per la piastra logistica. Gli spazi interni sono inoltre progettati in modo da consentire un agevole stoccaggio di mezzi in sosta e la manovra di autoarticolati oltreché l’accessibilità agli spazi coperti mediante un adeguato numero di ribalte separate per merci in entrate e in uscita. Infine, sul fronte dell’intermodalità, l’obiettivo è “fare sistema per la crescita armonica e competitiva del tessuto produttivo locale e della piattaforma strategica della Sicilia Orientale ha evidenziato la necessità di ragionare nella localizzazione e sviluppo del progetto in termini, quanto più possibile, di intermodalità. La facile accessibilità ai luoghi, il collegamento diretto con il nuovo porto Ro-Ro di Tremestieri e l’adiacenza dell’area in oggetto alla linea ferroviaria ME-CT-SR hanno comportato l’ipotesi di un’area di accosto di 2 binari per uno sviluppo lineare di 250 metri con relativo
piazzale per il carico e lo scarico merce”.

Considerata anche la realizzazione di tre corpi di fabbrica realizzati con struttura prefabbricata in capannoni ed acciaio per l’allocazione delle seguenti funzioni: Cross Docking, Picking, Packaging e CDU (ca. 22.000 mq); Deposito a Temperatura Controllata (+12 a -22 °C) (ca. 14.700 mq) ; Deposito Fiscale (ca. 3.700 mq). “Tali edifici, oltre a rispondere appieno alle esigenze della domanda di mercato, costituiscono un prodotto immobiliare moderno e “flessibile” (ovvero facilmente riaffittabile a operatori logistici con esigenze differenti) e, quindi, molto gradito al pubblico degli investitori (sia istituzionali – quali fondi di investimento – che privati). L’impianto strutturale consente di avere ampie superfici libere articolate in moduli regolari edificabili anche singolarmente: ogni modulo ha le dimensioni di m 40 x m 90”. (E.DEP.)

4 commenti

  1. Cara Elena De Pasquale, sono solerti nel fornirci un vagone di disegni progettuali, carte e parole, niente di più. Sarebbe molto interessante per mascherarli, che tu scrivessi un articolo sulle risorse finanziarie, chiedendo chi, con quali importi ma soprattutto quando, non sarebbero così solerti nel darteli. PROVACI

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  2. Sembrano Berluska da Bruno Vespa ,quando disegnava il Ponte sullo Stretto,loro invece sono il gatto e la volpe con i cittadini a fare i sorci..

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  3. mariedit,
    penso che queste cose siano fattibili (ammesso che la regione non ci faccia bloccare l’erogazione dei fondi a causa dei “misteri” sulla spesa) con i fondi FESR; se si opera bene, si può fare. Non facciamo i solito messinesi scettici a priori, un po’ di entusiasmo!

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  4. naturalmente aspettiamo con ansia un commento di pino1962!

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