Un progetto di crowdfunding civico per dare un nuovo volto all’isola pedonale

Un progetto di crowdfunding civico per dare un nuovo volto all’isola pedonale

Gabriele Quattrocchi

Un progetto di crowdfunding civico per dare un nuovo volto all’isola pedonale

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giovedì 24 Luglio 2014 - 17:00

Presentato nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca da Francesca Martello “Urban Smart Pedestrian Area (UrbanSPA), un progetto che punta a valorizzare l’area pedonale del centro cittadino attraverso una forma di finanziamento che ha riscontrato notevole successo in Italia e all’estero.

Dare un volto nuovo all’ area pedonale del centro cittadino, questo l’obiettivo di Urban Smart Pedestrian Area (UrbanSPA). Il progetto, ideato dalla dottoressa Francesca Martello, punta a valorizzare l’isola pedonale, adottando un metodo inconsueto, almeno per Messina.

Sì perché la valorizzazione degli spazi comuni passerà attraverso il Civic Crowdfunding. Dall'inglese “crowd”, folla e “funding”, finanziamento, il civic crowfunding altro non è che una forma di finanziamento collettivo, una pratica di micro finanziamento a livello orizzontale che coinvolge potenzialmente tutti. La raccolta fondi avviene su un portale online e chiunque può contribuire per sostenere il progetto.

Con in tasca una laurea in Ingegneria civile ed un master in Management dei beni culturali, Francesca Martello, supportata dalle colleghe Emanuela Reitano ed Alessandra Brancatelli, ha presentato il suo progetto stamani a Palazzo Zanca. L’idea nasce dalla consapevolezza della «carenza di fondi comunali e statali», spiega la Dottoressa, e del «successo riscontrato dal crowdfunding civico in altre città». A Bologna, ad esempio, si è dato il via al finanziamento collettivo per il restauro del portico più lungo al mondo, quello di San Luca.

A Messina, invece, uno dei primi obiettivi “low cost” è quello di «arredare l’isola con panchine, totem informativi e fioriere, il cui design potrebbe anche essere scelto dai cittadini attraverso un sondaggio», per poi raggiungere mete più ambiziose come «l’illuminazione, in sostituzione dell’impianto attuale risalente agli anni ’50, la pavimentazione, l’abbattimento delle barriere architettoniche», in particolare i marciapiedi che nel contesto di un’isola pedonale sono più un ostacolo che un servizio.

«Il portale online bilingue, che sarà disponibile al più presto, è studiato per rivolgersi a tutti, dai cittadini messinesi a quelle comunità di italiani che vivono fuori e che ormai da anni sono abituate a queste forme di finanziamento», precisa la Martello. Peraltro, «i cittadini potranno sempre controllare lo stato di avanzamento della raccolta fondi, gli obiettivi raggiunti ed i prossimi da realizzare tramite il portale».

Ciò nondimeno, le critiche al progetto non mancano, assicura con velo di ironia la dottoressa Martello. “Oltre alle tasse anche questa raccolta fondi!” è una delle obiezioni più gettonate, ma prontamente respinte dalla Martello che, oltre a richiamare la già nota crisi della “cassa vuota”, ribadisce l’importanza del finanziamento collettivo che «contribuisce ad incrementare il senso d’appartenenza alla città ed a responsabilizzare i cittadini nella cura della cosa pubblica».

«La partecipazione del Comune a questo progetto è essenziale», puntualizza l’assessore Filippo Cucinotta, intervenuto a conclusione dell’evento, dato che la decisione finale sulla sistemazione dell’arredo spetta a Palazzo Zanca. «L’idea è eccellente», continua l’Assessore, «lo dimostra il fatto che altre città hanno adottato questo sistema di finanziamento ottenendo buoni risultati».

Adesso si aspetta soltanto l’inaugurazione della raccolta fondi e l’apertura del portale online ancora in fase di allestimento, sulla cui homepage campeggia lo slogan “sostieni le idee, alimenta il futuro”.

Gabriele Quattrocchi

10 commenti

  1. Bellissimo l’esempio di Bologna, ma qualcuno ha mai provato ad esaminare come funzionano i collegamenti con le isole pedonali delle altre città?
    Pensate che impieghino quattro ore per andare e venire da una distanza pari a quella che intercorre con un qualsiasi palazzo sulla panoramica oppure da Tremestieri, senza avere certezza degli orari di andata e ritorno.
    Un poco di serietà in più non guasterebbe.
    Poi sarebbe bello che qualcuno spiegasse perchè un simile progetto si debba chiamare pomposamente “Civic crowdfounding” e non con il nome molto più semplice di “Finanziato con contributi volontari dei cittadini”, forse perchè la parola finanziamento pubblico ricorda sempre il “magna magna” politico-dirigenziale?

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  2. Bellissimo l’esempio di Bologna, ma qualcuno ha mai provato ad esaminare come funzionano i collegamenti con le isole pedonali delle altre città?
    Pensate che impieghino quattro ore per andare e venire da una distanza pari a quella che intercorre con un qualsiasi palazzo sulla panoramica oppure da Tremestieri, senza avere certezza degli orari di andata e ritorno.
    Un poco di serietà in più non guasterebbe.
    Poi sarebbe bello che qualcuno spiegasse perchè un simile progetto si debba chiamare pomposamente “Civic crowdfounding” e non con il nome molto più semplice di “Finanziato con contributi volontari dei cittadini”, forse perchè la parola finanziamento pubblico ricorda sempre il “magna magna” politico-dirigenziale?

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  3. La presentazione del progetto Urban SPA se da un lato e’ lodevole e condivisibile, dall’altro ” dichiara” una clamorosa confessione del fallimento dell’iniziativa dell’isola pedonale.
    Chi come noi, pur non essendo pregiudizialmente contrario alla istituzione della cosiddetta isola ha però sIn dal primo momento messo in guardia l’amministrazione dai rischi insiti in tale improvvisata iniziativa non può certo esultare oggi che viene riconosciuto il metodo sbagliato….sprezzante ed indifferente delle giuste ragioni del commercio cittadino già pesantemente provato dalla crisi dei consumi.

    Ora che la frittata e’ fatta ed i feriti si contano a bizzeffe …chi paga e rifonde i danni ahimè irrimediabili ai privati ed alla “comunità ” messinese ?
    La ragione ha ceduto ancora una volta il passo al cieco fondamentalismo ideologico .

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  4. La presentazione del progetto Urban SPA se da un lato e’ lodevole e condivisibile, dall’altro ” dichiara” una clamorosa confessione del fallimento dell’iniziativa dell’isola pedonale.
    Chi come noi, pur non essendo pregiudizialmente contrario alla istituzione della cosiddetta isola ha però sIn dal primo momento messo in guardia l’amministrazione dai rischi insiti in tale improvvisata iniziativa non può certo esultare oggi che viene riconosciuto il metodo sbagliato….sprezzante ed indifferente delle giuste ragioni del commercio cittadino già pesantemente provato dalla crisi dei consumi.

    Ora che la frittata e’ fatta ed i feriti si contano a bizzeffe …chi paga e rifonde i danni ahimè irrimediabili ai privati ed alla “comunità ” messinese ?
    La ragione ha ceduto ancora una volta il passo al cieco fondamentalismo ideologico .

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  5. si certo signore a Bologna non impiegano 4 ore per coprire la distanza che lei fa notare , lei ha ragione . Ma si è mai chiesto come mai ? Un percorso di un chilometro è sempre lo stesso in qualunque parte del mondo, solo che se intasi il traffico con automobili in doppia e terza fila è ovvio che ci impieghi molto tempo per percorrerlo. Se la legge non punisce in maniera severa il violento che picchia il vigile urbano che gli fa la multa perchè ha messo l’auto in doppia fila, è ovvio che le cose non possono che andare nella maniera in cui vanno a Messina

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  6. si certo signore a Bologna non impiegano 4 ore per coprire la distanza che lei fa notare , lei ha ragione . Ma si è mai chiesto come mai ? Un percorso di un chilometro è sempre lo stesso in qualunque parte del mondo, solo che se intasi il traffico con automobili in doppia e terza fila è ovvio che ci impieghi molto tempo per percorrerlo. Se la legge non punisce in maniera severa il violento che picchia il vigile urbano che gli fa la multa perchè ha messo l’auto in doppia fila, è ovvio che le cose non possono che andare nella maniera in cui vanno a Messina

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  7. E quindi?
    Hanno tolto i vigili urbani che dormivano al palazzo satellite e li hanno spostati al palacultura. Dove alcuni siedono nelle auto in sosta, aspettando chissachì, forse per mancanza di sedie, ed altri forse più raccomandati stanno seduti all’interno.
    I restanti si limitano a sollecitare verbalmente i maleducati che sostano selvaggiamente che richiamati all’ordine si affacciano con il ditino all’insù. Raggiungendo così il duplice risultato: non fare stancare i vigili urbani con la redazione del verbare e far fare i propri comodi al maleducato.
    Per favore, mi indichi un’altra città d’Italia dove questo avviene.
    Per quanto attiene i ritardi escludo che la colpa sia degli automobilisti maleducati, anche perchè quelli verso la zona nord procedono quasi tutti in corsia riservata e quelli verso Giampilieri sono causati dall’infinito numero di ambulanti a postazione fissa (situazione ridicola e penosa) che hanno finito con l’occupare metà strada. Le cause dipendono, a mio modo di vedere, dall’assoluta carenza organizzativa dei mezzi e degli uomini, anche perchè gli utenti vengono trattati da sudditi.
    Perchè non si procede a copiare quello che si fa nel resto d’Italia con tanto di tabelloni alle fermate per indicare gli itinerari e gli orari di passaggio? La risposta è molto semple ed ovvia: “per potere fare i propri comodi e non dovere dare conto a nessuno delle proprie insufficienze”.

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  8. E quindi?
    Hanno tolto i vigili urbani che dormivano al palazzo satellite e li hanno spostati al palacultura. Dove alcuni siedono nelle auto in sosta, aspettando chissachì, forse per mancanza di sedie, ed altri forse più raccomandati stanno seduti all’interno.
    I restanti si limitano a sollecitare verbalmente i maleducati che sostano selvaggiamente che richiamati all’ordine si affacciano con il ditino all’insù. Raggiungendo così il duplice risultato: non fare stancare i vigili urbani con la redazione del verbare e far fare i propri comodi al maleducato.
    Per favore, mi indichi un’altra città d’Italia dove questo avviene.
    Per quanto attiene i ritardi escludo che la colpa sia degli automobilisti maleducati, anche perchè quelli verso la zona nord procedono quasi tutti in corsia riservata e quelli verso Giampilieri sono causati dall’infinito numero di ambulanti a postazione fissa (situazione ridicola e penosa) che hanno finito con l’occupare metà strada. Le cause dipendono, a mio modo di vedere, dall’assoluta carenza organizzativa dei mezzi e degli uomini, anche perchè gli utenti vengono trattati da sudditi.
    Perchè non si procede a copiare quello che si fa nel resto d’Italia con tanto di tabelloni alle fermate per indicare gli itinerari e gli orari di passaggio? La risposta è molto semple ed ovvia: “per potere fare i propri comodi e non dovere dare conto a nessuno delle proprie insufficienze”.

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  9. L’isola pedonale è un bene comune.
    Certo può essere modificata e perfezionata,un cammino che richiede tempo e denaro,il progetto di abbellire la zona è da apprezzare non dimentichiamo che tutti siamo chiamati o possiamo proporre idee atte a migliorare la vivibiltà della città.
    Messina ha una particolarità che non c’è in altre città,vale a dire il porto è vicinissimo al centro ed i turisti che scendono dalle navi vagano per le vie trovando una città poco accogliente (negozi chiusi, sedili non utilizzabili, aiuole spoglie,cestini per rifiuti inesistenti ecc).Citare Bologna come esempio nella richiesta di sovvenzioni ai pivati dimostra come la collettività partecipa a valorizzare il territorio. Dobbiamo salvaguardare quanto finora fatto nel bene e nel male.L’isola pedonale non è un fallimento, lo sarebbe se si tornasse indietro.

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  10. L’isola pedonale è un bene comune.
    Certo può essere modificata e perfezionata,un cammino che richiede tempo e denaro,il progetto di abbellire la zona è da apprezzare non dimentichiamo che tutti siamo chiamati o possiamo proporre idee atte a migliorare la vivibiltà della città.
    Messina ha una particolarità che non c’è in altre città,vale a dire il porto è vicinissimo al centro ed i turisti che scendono dalle navi vagano per le vie trovando una città poco accogliente (negozi chiusi, sedili non utilizzabili, aiuole spoglie,cestini per rifiuti inesistenti ecc).Citare Bologna come esempio nella richiesta di sovvenzioni ai pivati dimostra come la collettività partecipa a valorizzare il territorio. Dobbiamo salvaguardare quanto finora fatto nel bene e nel male.L’isola pedonale non è un fallimento, lo sarebbe se si tornasse indietro.

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