A Messinambiente serve un'accorta politica gestionale, la ricetta della Fiadel

A Messinambiente serve un’accorta politica gestionale, la ricetta della Fiadel

A Messinambiente serve un’accorta politica gestionale, la ricetta della Fiadel

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mercoledì 07 Ottobre 2015 - 12:32

Il sindacato di Pietro Fotia fissa in cinque punti la ricetta per risollevare le sorti di Messinambiente, a cominciare da un controllo mirato su officine e manutenzioni. Fiadel Chiede un incontro urgente.

Messinambiente costantemente sotto i riflettori. Tra le polemiche, i disservizi e le difficoltà, la società di via Dogali che gestisce il servizio rifiuti continua ad essere continuamente monitorata da politica e sindacato. In attesa di capire quando si concretizzerà il passaggio all’Amam dell’intero pacchetto che riguarda il comparto igiene ambientale, restano i tanti problemi che Messinambiente deve affrontare, restano i servizi a cui deve far fronte, restano quei costi troppo alti che i cittadini dovranno coprire con una Tari da capogiro. C’è chi però è convinto che la situazione economica/finanziaria della società potrebbe essere migliorata con una più accorta politica gestionale, senza “puntare sempre il dito” contro i lavoratori, addebitandogli l’oneroso costo di gestione come se l’azienda spendesse solo per pagare i loro stipendi. E’ il sindacato F.I.A.D.E.L, secondo cui le cause del declino sono da addebitare a diversi problemi, tra tutti una errata politica aziendale che ha sottratto alla società la linfa necessaria per la propria sopravvivenza. A tal proposito il responsabile del settore Ferdinando Vento e il segretario provinciale Pietro Fotia ricordano di aver più volte segnalato anomalie per tutelare dell’azienda, senza nessun riscontro da parte dei vertici di turno, evidenziando i seguenti correttivi:
 1) Rivedere i rapporti con le officine meccaniche esterne, abbassando cosi i costi del 60%, controllando l’esatta esecuzione dei lavori, cioè verificandone la corrispondenza tra il guasto e l’esecuzione dei lavori;
 2) Rescindere i contratti con tutte le società esterne, come ad esempio il trasporto in discarica degli “ingombranti e dei legnosi”, avendo l’azienda i mezzi ed il personale idoneo a tale lavoro; 3) Spostare tutto il personale amministrativo in un’unica sede, rescindendo il contratto d’affitto dei locali di via Dogali, che comportano uscite per diverse decine di migliaia di euro;
 4) Eliminare i costi aggiuntivi per la manutenzione e il trasporto in discarica cambiandone la forma, infatti in atto, esso avviene con le seguenti modalità: carico frontale invece che nastro semovente a polipo, con consumi ingenti di carburante e gomme, con costi enormi, che verrebbero con il sistema suggerito, quasi azzerati; 
5) Utilizzare le officine interne al 100%, eliminando così, la quasi totalità dei costi per l’affidamento dei lavori ad officine esterne, come ad esempio la carpenteria metallica.


Per la FIADEL è questa la ricetta per salvare Messinambiente. “Se non si porranno in essere i correttivi proposti, non potrà mai essere diminuita la tariffa della Tari, ed i lavoratori vedranno a rischio il posto di lavoro”. Per questi motivi il sindacato chiede un urgente incontro per affrontare le problematiche esposte, ma anche per avere chiarimenti sul trasferimento di un dipendente che si occupava di monitorare i costi delle officine, che è stato sollevato dall’incarico, ed adibito ad altre mansioni, motivando la necessità di tale spostamento con la carenza di personale “trattorista” in piattaforma. A tutt’oggi il dipendente, scrivono i sindacalisiti, viene estraniato dalla vita aziendale, evidentemente non era necessario un altro trattorista. Quindi si aspettano chiarimenti.

2 commenti

  1. Tra il dire ed il fare c’è di mezzo …… il sindacato.
    1) Costi officine: arriva tardi, il problema era già stato affrontato dal precedente liquidatore,sarebbe meglio non sparare numeri a caso, il 60% è un’enormità e se così fosse ci sarebbe altro lavoro per la Procura della Repubblica.
    2) Rescindere i contratti di trasporto: anche questo è già stato fatto e la società con il parco vetusto che ha non è in grado di svolgere il servizio.
    3) Spostamento sede: esistono decine di comunicati in cui Alessio Ciacci chiede al Comune locali di sua proprietà per annullare il costo della locazione.
    4)Costi di trasporto: cambiando il sistema di carico si azzerano ? A Catania come li porta ?
    5)Officine interne: sorrido…..
    Santo subito…

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  2. Tra il dire ed il fare c’è di mezzo …… il sindacato.
    1) Costi officine: arriva tardi, il problema era già stato affrontato dal precedente liquidatore,sarebbe meglio non sparare numeri a caso, il 60% è un’enormità e se così fosse ci sarebbe altro lavoro per la Procura della Repubblica.
    2) Rescindere i contratti di trasporto: anche questo è già stato fatto e la società con il parco vetusto che ha non è in grado di svolgere il servizio.
    3) Spostamento sede: esistono decine di comunicati in cui Alessio Ciacci chiede al Comune locali di sua proprietà per annullare il costo della locazione.
    4)Costi di trasporto: cambiando il sistema di carico si azzerano ? A Catania come li porta ?
    5)Officine interne: sorrido…..
    Santo subito…

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