In manette 4 strozzini. Colpivano famiglie e pensionati in difficoltà economica

In manette 4 strozzini. Colpivano famiglie e pensionati in difficoltà economica

Veronica Crocitti

In manette 4 strozzini. Colpivano famiglie e pensionati in difficoltà economica

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giovedì 10 Aprile 2014 - 07:55

Un giro di usura che coinvolgeva l'intero territorio messinese, vittime famiglie e pensionati che non riuscivano ad arrivare alla fine del mese e, così, si rivolgevano agli strozzini. Quattro gli arresti, sei in totale gli indagati.

Le vittime erano pensionati, uomini, donne, intere famiglie che non riuscivano più ad arrivare alla fine del mese. Avevano bisogno di quei 300-500-700 euro per pagare bollette e visite mediche, ma le banche non prestavano nulla. E così non rimaneva che la soluzione degli usurai.

Cavalcavano l’onda della crisi e della disperazione del momento i quattro soggetti finiti ieri ai domiciliari con l’accusa di usura e favoreggiamento. Noti nell’ambiente, all’apparenza svolgevano normalissimi impieghi. Antonino Catania, 56enne di Acireale ma residente a Messina, è un dipendente Atm, esattamente fa il controllore del tram; Teresa Corsaro, 56enne messinese, è una casalinga; Salvatore Saccà, 47enne messinese, è un macellaio; Francesca Augliera, messinese di 81 anni, è una pensionata.

Erano loro a tenere banco nel giro d’affari usurai di Messina. I prestiti erogati variavano dai 500 ai 3000 euro. Le vittime venivano attratte dall’esigenza di dover pagare gas, telefono o una semplice visita oculistica. Si rivolgevano a loro, ottenevano i soldi e poi, nel giro di qualche giorno, il tasso d’interesse usuraio lievitava a dismisura. Dal 48,67% al 470,97% secondo le stime degli inquirenti.

In pratica, ci si affidava a degli strozzini per poi ritrovarsi in una spirale infinita, senza possibilità di uscita. Una spirale caratterizzata da pagamenti su pagamenti, richieste di saldo debiti e pressioni psicologiche. Gli incontri con gli usurai avvenivano in strada o presso i negozi delle stesse vittime. Di solito, nessuno riusciva mai ad estinguere il debito.

Tanti gli episodi, tra il 2008 ed il 2013, finiti nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Monica Marino su richiesta del pm titolare delle indagini, Alessia Giorgianni. Sei in totale i soggetti indagati. A far scattare le indagini la denuncia di una vittima e il successivo arresto in flagranza del suo strozzino. Era luglio 2013 e gli agenti della squadra mobile, coordinati da Rosalba Stramandino, avevano colto Giovanni Tortorella nell’atto di farsi pagare dalla sua vittima, un imprenditore. Da lì si scoprì che la vittima era anche un “cliente” di Giardina. Quel giorno Tortorella finì in manette, ma le indagini continuarono per diversi mesi, fino a quando gli inquirenti non scoprirono un vero e proprio giro di usura che coinvolgeva l’intero territorio messinese. Venne alla luce come lo stratagemma comune fosse quello di far credere alle vittime che il debito non fosse stato contratto con la persona con cui esse parlavano, ma con terzi. In questo modo, l’usuraio si fingeva solo un intermediario che aveva garantito per l’estinsione del debito.

Il modus operandi era similare: assenza di contratti scritti, pagamenti in contanti, concessione di nuovi prestiti e pressioni psicologiche. Ed è proprio questa l’accusa che grava su Salvatore Saccà, finito ai domiciliari per favoreggiamento, mentre gli altri tre rispondono solo di usura. “Preziosissima è risultata la collaborazione delle vittime, seppur a volte reticenti”, ha commentato la Stramandino. Testimonianze, denunce, intercettazioni ambientali che hanno infine permesso di sgominare gran parte del mondo usuraio messinese. “Si tratta di un fenomeno molto radicato, tipicamente messinese – ha concluso il dirigente della mobile, Giuseppe Anzalone – su cui si stanno concentrando le nostre indagini. Un fenomeno che si registra in forte crescita soprattutto in concomitanza al difficile periodo storico”. (Veronica Crocitti)

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