Canti e preghiere per la tradizionale processione delle Barette

Canti e preghiere per la tradizionale processione delle Barette

Sara Faraci

Canti e preghiere per la tradizionale processione delle Barette

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venerdì 29 Marzo 2013 - 21:49

Per le vie della città hanno "sfilato" le tradizionali barette, composizioni scultoree raffiguranti la Passione di Cristo. Anche quest'anno importante affluenza

Un bagno di folla ha accolto l’uscita delle “Barette”. Si è rinnovata anche quest’anno la seicentesca tradizione e le celebri composizioni scultoree raffiguranti la Passione di Cristo, hanno varcato poche ore fa la soglia della chiesa Nobili Arciconfraternite di Ns. Dama della Pietà degli Azzurri e della Pace dei Bianchi, dove vengono custodite nel corso dell’anno, e si sono avviate lungo l’abituale percorso che le ha portate, seguite da un profluvio di fedeli in preghiera, lungo via XXIV Maggio, via E.Martinez, corso Cavour, via T.Cannizzaro, via Garibaldi, via I Settembre.

La processione, organizzata dalle Confraternite “SS. Crocifisso” e “Degli Azzurri” con il patrocinio del Comune e la collaborazione della Curia Arcivescovile, ha stazionato, per la sua tappa più importante, a piazza Duomo, dove Monsignor Calogero La Piana ha offerto ai fedeli la propria benedizione prima che il corteo proseguisse il cammino sfilando in via Oratorio S.Francesco, dove si è svolta, da consuetudine, “a ‘nchianata di Varetti” per poi raggiungere nuovamente via XXIV Maggio e fare rientro in chiesa.
Suggestiva, come ogni anno, la nutrita affluenza che ha sancito la profonda affezione dei cittadini per una tradizione religiosa che ha assunto i connotati di un simbolo identificativo per la città e che affonda le sue radici nella storia più antica di Messina. Ha risuonato forte, durante tutto il tardo pomeriggio, illegame che unisce i fedeli alle iniziative di devozione tra le quali, quella delle “Varette” è certamente una delle più vetuste.

Risale infatti al 1610 l’usanza di trasportare in spalla lungo le vie del centro le statue rievocative, quando la Confraternita dei Bianchi promosse per la prima volta quello che sarebbe divenuto uno degli eventi più significativi, in ambito clericale, della nostra città.

Una consuetudine che avvince a sé i messinesi al punto di tornare ad essere omaggiata di anno in anno anche a seguito delle numerose battute d’arresto che pure, nel corso dei millenni, ne hanno interrotto talvolta lo svolgimento.

Le Barette infatti, così chiamate proprio per via delle origini del corteo religioso che inizialmente portava con sé l’immagine dell’Addolorata seguita da un simulacro con il Cristo morto e da altre piccole bare, rimasero ferme dal 1783 al 1793, quando un terribile sismi impose loro una sosta forzata alla quale si riuscì poi a porre fine con non indifferenti sacrifici.
Nuovamente fu il cataclisma del 1908 a imperversare ancora sulle sorti della processione che nel frattempo aveva però acquisito a sé nuove sculture tra cui la “Caduta” e “l’Ultima Cena” che andavano già a modellare un nuovo spirito della stessa celebrazione, all’insegna di un ripercorso del calvario che condusse il Cristo alla crocifissione.

Nuova sospensione, poi, in occasione della Grande Guerra del ’45, a seguito della quale fu solo nel 1950 che la tradizione riprese pieno vigore, svolgendosi ininterrottamente fino ad oggi.
Frattanto, la Confraternita dei Bianchi, impossibilitata a gestire l’evento facendo fronte alle esigenze della complesse dinamiche organizzative, ha ceduto la staffetta alla Confraternita SS. Crocifisso alla quale, ormai dal 1994, è affidato il compito di reiterare una manifestazione che è anche simbolo di un comune sentire.(Sara Faraci)

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