I 7 candidati a sindaco e le liste. Tra effetto trascinamento e voto disgiunto

I 7 candidati a sindaco e le liste. Tra effetto trascinamento e voto disgiunto

Danila La Torre

I 7 candidati a sindaco e le liste. Tra effetto trascinamento e voto disgiunto

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mercoledì 09 Maggio 2018 - 15:30

Le liste giocheranno un ruolo fondamentale nella competizione elettorale del 10 giugno, molto più che nel 2013

Sono giorni decisivi per i sette candidati a sindaco (Accorinti, Barrile, Bramanti, De Luca, Saitta, Sciacca e Trischitta), alle prese con l’ultimazione delle liste che supporteranno la loro corsa verso Palazzo Zanca. Il tempo per l’ufficializzazione dei candidati al Consiglio comunale nelle varie liste collegate agli aspiranti sindaci sta infatti per scadere: la documentazione potrà essere presentata da venerdì 11 a mercoledì 16 maggio presso la Segreteria Generale di Palazzo Zanca. Contestualmente dovranno essere depositate anche le liste dei candidati ai Consigli circoscrizionali e collegate alle candidature ai presidenti dei Consigli circoscrizionali.

Le liste giocheranno un ruolo fondamentale nella competizione elettorale del 10 giugno, molto più che nel 2013.

La nuova legge elettorale ha infatti reintrodotto l’effetto trascinamento (cinque anni fa sostituito dal cosiddetto voto confermativo), in virtù del quale il voto espresso per una lista si estende automaticamente in favore del candidato sindaco alla stessa collegato, a meno che l’elettore non decida di optare per il voto disgiunto, che prevede la facoltà di votare per una lista e un consigliere di uno schieramento ed il candidato sindaco di un altro schieramento.

Con questo sistema elettorale, è evidente che il destino dei candidati a sindaco si intreccia con quello delle liste, per le quali la legge prevede comunque una soglia di sbarramento del 5%. Più competitive e numerose saranno le liste a supporto di un candidato sindaco, più alte saranno per quest’ultimo le possibilità di indossare la fascia tricolore. Tuttavia, anche nel caso in cui una lista non superasse il 5%, in mancanza di voto disgiunto, i voti ottenuti – seppur ininfluenti nel calcolo dell’eventuale premio di maggioranza – sarebbero comunque conteggiati nel bottino finale del candidato sindaco collegato. Da qui lo sforzo di tutti i candidati a presentare più liste a supporto. Gli unici candidati a sindaco che si presenteranno con una lista sono Gaetano Sciacca, che si è dovuto adeguare alle rigide regole interne del Movimento Cinque Stelle, ed Emilia Barrile che ha rotto con il centrodestra e si presenterà agli elettori con la lista “Leali- Progetto per Messina”.

Prima di vedere nel dettaglio quali e quante saranno le liste in campo, va detto che in base alla legge elettorale in vigore, il premio di maggioranza (con l’assegnazione del 60% dei seggi del Consiglio comunale) sarà assegnato alla coalizione che riuscirà a raggiungere il 40% dei voti. Nel caso in cui questa circostanza non si verificasse al primo turno, il premio di maggioranza verrà assegnato al vincitore del ballottaggio, a meno che il candidato sconfitto non abbia fatto apparentamenti che gli consentano di arrivare al secondo turno con una coalizione che raggiunge almeno il 50%. Rispetto al 2013 c’è un’altra differenza sostanziale: il quorum per l’elezione a sindaco al primo turno è sceso dal 50% al 40%, e per di più, appunto, con la spinta che arriverà dalle liste.

Quasi tutti i candidati a sindaco hanno pubblicamente dichiarato di puntare dritti al ballottaggio. Fa eccezione il direttore dell’Ircss Neurolesi (autosospeso dall’incarico), Dino Bramanti, candidato del centrodestra, pronto a mettere in campo, insieme ai partiti che lo sostengono, una vera e propria armata con l’obiettivo dichiarato di vincere al primo turno, evitando coì il rischioso ballottaggio del 24 giugno.

Il manager della sanità sarà appoggiato da 8/9 liste: la lista “Bramanti sindaco”, espressione diretta del candidato del centrodestra così come la lista “Progetto Messina”, voluta dal presidente dell’Ordine dei commercialisti Enrico Spicuzza; tre liste che hanno come unico regista Francantonio Genovese (“Forza Italia”, “Ora Messina” e “Peloro 2023”); la lista “Insieme per Me” dell’altro forzista Nino Germanà; la lista "Fratelli d’Italia"; e la lista “Diventerà Bellissima”; la nona lista dovrebbe mettere insieme, ma i giochi sono apertissimi, esponenti di Autonomisti popolari di Roberto Corona, esponenti di ScegliMe, il cui coordinatore è Franco Tiano, e quelli del Popolo della Famiglia. C’è poi da capire cosa farà la Lega, con cui continuano le trattative per sancire l'alleanza, e dove eventualmente confluiranno i candidati leghisti.

Antonio Saitta, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra (composta da PD, Civica Polare, Art. 1, Partito Socialista e Sicilia Futura), potrà contare sull’appoggio di 6 liste: la lista “Saitta sindaco”; la lista “PD”; la lista “Sicilia Futura” di Beppe Picciolo; la lista “Art. 1”, la lista “LiberaMe” espressione per lo più della corrente accademica del Pd e la lista “Impegno Civico” che schiererà rappresentanti del mondo delle professioni, dell’associazionismo e dello sport.

Renato Accorinti, sindaco in carica in cerca del bis, si presenta agli elettori con 3 liste: la lista “Renato Accorinti sindaco”, dove confluiranno lo stesso primo cittadino e assessori Signorino, De Cola, Santisi e Cuzzola; la lista “Percorso Comune”, che fa riferimento al vice-sindaco Gaetano Cacciola; e la lista “Cambiamo Messina dal Basso”, con dentro gli assessori Alagna, Ialacqua e Pino. In corsa ci sono anche le consigliere comunali uscenti Ivana Risitano e Cecilia Caccamo.

Cateno De Luca, deputato regionale eletto nella lista dell’Udc e transitato dopo l’insediamento all’Ars nel Gruppo Misto, è fondatore del Movimento Sicilia Vera. L’ex sindaco di Fiumedinisi e Santa Teresa di Riva ambisce a conquistare Palazzo Zanca, e proverà a farlo con 6 liste a supporto (quatto sono già state chiuse, si stanno completando le ultime due): “ De Luca sindaco di Messina”; “La svolta per Messina”; “Giovani per De Luca sindaco di Messina”; “Messina Nord”; “Messina Sud”; “Messina Centro”.

Pippo Trischitta, ex consigliere comunale che ha detto addio al centrodestra e a Forza Italia, di cui è stato capogruppo in Consiglio negli ultimi cinque anni, si presenta ai nastri di partenza con due liste (tutte composte da 32 candidati, ci tiene a precisare): “Messina splendida”, di cui sarà capolista, e “Noi per Messina”.

La normativa vigente prevede che nei comuni con popolazione da 100.001 e fino a 250.000 abitanti la lista elettorale collegata al candidato sindaco deve comprendere un numero di candidati non superiore al numero di consiglieri da eleggere e non inferiore ai 2/3 (cifra arrotondata all’unità superiore in caso di decimali), e per le elezioni a Messina saranno necessari da un minimo di 21 candidati ad un massimo di 32. Non tutte le liste riusciranno a raggiungere la quota massima di candidati ma in queste ore aspiranti sindaci e partiti stanno lavorando in maniera frenetica anche a questo, perché – come abbiamo visto – avere più candidati in lista che sponsorizzano e fanno votare per un candidato a sindaco, può favorire la scalata a Palazzo Zanca.

Fino all’ultimo momento utile si tenterà di riempire il più possibile le liste, ma per il dettaglio bisognerà attendere la presentazione ufficiale. E, come detto, ci sarà tempo fino a venerdì 16 maggio.

Danila La Torre

2 commenti

  1. Dopo Accorinti, se dovesse vincere De Luca confermerebbe che semu a città di babbi

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  2. Fate un commento a piacere…..Il Vostro commento supererà sicuramente la vostra censura. Il commento è un espressione libera di pensiero, ma la censura e la libertà non possono convivere. Il fascismo, il comunismo, hanno fatto della censura e della limitazione della liberta di pensiero la loro espressione assoluta. Puoi commentare solo secondo il mio impero, vietata qualsiasi libertà diversa dal mio impero. Se questa è la condizione, inutile farci fare commenti liberi e personali che saranno bocciati dalla Vs. censura.
    E’ una mia impressione che forse nessuno fa più commenti?
    Se sbaglio sono pronto a scusarmi, perché non ritengo di avere il potere assoluto sugli altri.

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