La carta vincente del Pd potrebbe essere l'alleanza con Liberi e Uguali

La carta vincente del Pd potrebbe essere l’alleanza con Liberi e Uguali

Rosaria Brancato

La carta vincente del Pd potrebbe essere l’alleanza con Liberi e Uguali

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martedì 20 Marzo 2018 - 09:30

Ricompattare il fronte del centro-sinistra anche in vista di possibili divorzi con Sicilia Futura potrebbe essere una scelta importante per il Pd, anche alla luce dell'ipotesi primarie aperte a tutti gli alleati

Mentre le altre formazioni stanno chiudendo il cerchio e hanno le idee chiarissime su come presentarsi alle urne, il Pd sembra un pugile che lentamente prova a rialzarsi dal doppio ring di novembre e di marzo.

In ballo però non deve esserci soltanto il nome del candidato sindaco quanto quello delle alleanze. I due binari camminano paralleli, a maggior ragione se l’ipotesi, al momento remota, delle primarie, dovesse prevalere.

Se il Pd vuol essere il perno di una coalizione deve capire chi sono i suoi compagni di viaggio e tra questi non può fare a meno di LeU per molteplici motivi.

L’anima di Liberi e Uguali attualmente a Messina è formata da ex Dem che in era renziana (ed alcuni sin dal 2013) non hanno più visto nel partito la loro casa politica.

Non dimentichiamo, ad esempio, che Giuseppe Grioli nella primavera del 2013 partecipò alle primarie e si dimise dalla carica di segretario cittadino del Pd (e ancora oggi quella casella è vuota…..). Non dimentichiamo che molti degli esponenti di LeU, provengono dalle fila del Pd e, andando a ritroso da Ds e Margherita che sono le due anime che hanno portato nel 2007 alla nascita del Partito Democratico.

Parte di LeU quindi guarda più verso il Pd che non verso l’estrema sinistra. Lo stesso Pietro Grasso è stato eletto nel 2013 con il Pd e in quanto tale è stato votato dai colleghi come Presidente del Senato, carica che ha mantenuto fino a dicembre 2017.

Il partner ideale quindi in questo momento è LeU che peraltro il 4 marzo ha visto candidato al Collegio Uninominale di Messina Gabriele Siracusano, ex presidente dell’Atm dell’era Provvidenti e che certamente non rappresenta l’estrema sinistra ma guarda ad un elettorato più moderato. Siracusano inoltre è stato tra i più votati delle liste LeU in Italia. Con i suoi 4.849 voti e una percentuale del 3,59% è secondo solo al deputato uscente Palazzotto che ha preso 6 voti in più di lui.

Se confrontiamo i numeri di Siracusano e di Liberi e Uguali con le percentuali di Civica Popolare (la lista della Lorenzin che a Messina è stata predisposta da Gianpiero D’Alia) si vede che la percentuale nel Collegio proporzionale Messina-Barcellona-Enna è stata dell’1,14%, mentre nel solo comune di Messina dello 0,5%. E’ chiaro che Politiche e amministrative sono due competizioni totalmente diverse e che in particolare la legge regionale comporterà riflessioni diverse, ma i numeri sono quelli che sono ed il Pd non può fare a meno di perdere alleati preziosi per strada. A maggior ragione se la strada sarà quella delle primarie che devono essere aperte a tutti i componenti della coalizione e non ristrette a soli nomi Dem.

Oggi Sicilia Futura deciderà cosa fare anche se con ogni probabilità il “verdetto” sarà successivo sia alle mosse del Pd che al quadro nazionale e regionale. Se il gruppo Picciolo dovesse cambiare direzione, fatto questo che non deve essere escluso, il Pd non può arroccarsi in posizioni da primo della classe.

A giugno si contenderanno un’unica fascia di elettori sia il candidato del centro-sinistra che Accorinti che i 5Stelle. In questo senso quindi LeU diventa importante. E se c’è chi andrà ad infoltire il bacino di consensi delle liste di Accorinti, l’anima meno di sinistra guarda altrove.

Rosaria Brancato

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