Milazzo, Salvo Presti: "Ho ritirato la candidatura perchè solo uniti si può vincere"

Milazzo, Salvo Presti: “Ho ritirato la candidatura perchè solo uniti si può vincere”

Serena Sframeli

Milazzo, Salvo Presti: “Ho ritirato la candidatura perchè solo uniti si può vincere”

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venerdì 24 Aprile 2015 - 06:06

Con una lettera, l’ex candidato sindaco spiega cosa lo ha portato a ritirare la sua candidatura, e si rivolge poi a coloro che in questi giorni lo hanno attaccato etichettandolo come “vecchio politico”

Aveva lanciato la sua candidatura dopo l‘annullamento delle primarie ma la crisi interna del Pd non lo ha sicuramente aiutato, e qualche giorno fa Salvo Presti ha ritirato la sua candidatura per appoggiare Giovanni Formica, Pd, in questa sempre più imprevedibile lotta per le amministrative.

Tanti gli avversari politici che hanno subito attaccato Presti, collegandolo all’idea della vecchia politica e del baratto per un posto in giunta.

Il tanto discusso Presti ha deciso di intervenire tramite una lettera per spiegare le ragioni del suo ritiro. “Comprendo lo smarrimento, l’amarezza e la disillusione di chi ha sostenuto la mia candidatura a sindaco e allo stesso modo voglio assicurare che non mi è stato facile decidere, se non con responsabilità e buon senso, di rimodulare un percorso già avviato da lungo tempo e scegliere di proseguire nel nostro progetto. In Sicilia il dinamismo renziano si misura quotidianamente con il gattopardismo politico e nella nostra provincia tali resistenze sono state acuite dalle note vicende giudiziarie i cui effetti hanno travolto il partito. A Milazzo questo si è tradotto con la mancata celebrazione delle primarie, volute con forza dalla nostra area di appartenenza, “Big Bang – Milazzo”: sono convinto che avrebbero rappresentato un primo passaggio di democrazia partecipata ma l’esito, a tutti noto, è stato quello di essere malamente silenziate”.

Proprio Presti aveva scritto ai vertici nazionali e regionali del partito, e chiesto spiegazioni su un contesto molto confuso, non ancora chiarito; in quel momento l’amore di Presti e del suo team per “un progetto credibile, il patrimonio straordinario di idee e competenze, l’entusiasmo”, ha portato alla candidatura per le amministrative.

La situazione cambia con l’appello del segretario regionale del PD, Fausto Raciti: qui Presti raccoglie l’invito al dialogo “con l’impegno di un cambiamento e la sicurezza di un percorso politico condiviso. Un nostro rifiuto avrebbe significato presunzione e il rischio di continuare in lacerazioni dannose per tutti, consegnando agli elettori solo confusione e divisioni. Con questa consapevolezza e il rispetto e la garanzia della nostra identità, abbiamo nuovi compagni di viaggio, pubblicamente impegnati a valorizzare quel patrimonio, la nostra personalità, la nostra visione del futuro di Milazzo”.

Presti parla poi degli attacchi subiti: “sono giunti puntuali gli attacchi degli addetti ai lavori: i politicanti, quanti hanno interesse a che tutto cambi affinché nulla cambi, i falsi uomini liberi, gli improbabili ricercatori della domenica, i lacchè prepotenti, i rivoluzionari di Facebook o dietro commenti anonimi. Frasi scontate di chi ha fatto della politica una professione, sicuro di azionare, in vista delle elezioni, una macchina programmata su una idea feudale del consenso elettorale e mossa mediante le mani di deputati, non milazzesi, ben affondate sulla città. Di chi orienta il voto esercitando pressioni nel mondo della scuola e del lavoro. Di coloro che sputano sentenze, pur avendo governato, e che non hanno mai avviato un piano turistico con la responsabilità di aver promosso politiche culturali improvvisate e di scarso profilo. Autoproclamati detentori della cultura che, avvitati nel proprio narcisismo, hanno abbandonato ad una dimensione paesana di oblio ogni attrattiva paesaggistica, naturale, artistica di cui Milazzo è dotata. Questi sì che rappresentano davvero un’armata brancaleone gestita dall’alto. E che dire dei finti nuovi? Poco prima ci rincorrevano per alleanze spregiudicate, poi, non avendo ceduto alle loro sirene ammaliatrici sono stati pronti ad etichettarci sulla stampa come fautori di giochi di potere, per stringere infine essi stessi patti scellerati su imposizione della peggiore e più disparata compagine politica. Sono forse loro a potersi arrogare il diritto di puntarci il dito contro? E su che basi?

Si conclude così la lettera: “Mi rivolgo ai nostri sostenitori, a quanti ci apprezzano, ai tanti che in questi mesi ho potuto conoscere e che hanno supportato la nostra proposta politica, a Voi in particolare dico che “Milazzo è ancora Bellissima” prosegue con più forza e più decisione. I nostri volti e le nostre energie si impegneranno per raggiungere questo obiettivo senza se e senza ma. Il dialogo, il confronto costante e la coerenza con noi stessi saranno l’unico criterio con cui ci misureremo sempre. “Milazzo è ancora Bellissima” nonostante le ferite e i lividi che fanno parte della politica e della vita”.

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